Nicola Fano
Terremoto nel mercato editoriale

Rizzoli all’inferno

Rizzoli è stata comprata da Mondadori. Davvero non si poteva evitare questo scempio? Davvero il mercato delle idiozie salverà la cultura? C'è ancora qualcuno disposto a protestare

Può darsi che Rizzoli (come mi hanno detto e scritto tanti amici dopo che scrissi un duro commento, qualche mese fa) non fosse più in grado di andare avanti da sola. Può darsi che negli anni avesse prodotto debiti e malfunzionamenti tali da non poter più sostenersi da sé. Sicuramente, se si è arrivati a questo punto, ci sono stati molti manager poco capaci e – credo soprattutto – qualche editor e qualche direttore editoriale troppo sensibile alle (supposte) ragioni del mercato per continuare a fare arte e cultura, cosa che sarebbe precipua di un editore e che forse avrebbe salvato la casa editrice Rizzoli la quale, al contrario, ha inseguito ben altre ragioni che non la cultura… Insomma, può darsi che l’acquisto di Rizzoli libri da parte di Mondadori fosse non solo inevitabile ma, come molti sospettano, quasi auspicabile per mantenere in vita un marchio e i suoi autori. Può darsi.

Ma, certo, è un brutto mondo quello in cui arte e cultura per sopravvivere devono accentrare se stesse in un monopolio di ignoranza ostentata. Non è un bel Paese quello in cui il secondo imprenditore di libri e saperi cade sotto il peso – presunto, ammesso che sia davvero così – dell’insipienza dei propri manager. Mi chiedo come si scelgono i libri, qui da noi, in Italia. Leggo le recensioni sui giornali quotidiani di carta (che, diciamolo pure, ormai non legge quasi più nessuno: Corriere e Repubblica vendono circa duecentomila copie al giorno!) e vedo che i libri sponsorizzati sono solo quelli dei collaboratori o degli amici dei collaboratori dei quotidiani medesimi. Un mondo chiuso, autoreferenziale, inutile e asfittico che non solo difficilmente regge al confronto con il mercato vero (nessuno compra più i libri recensiti dai giornali), ma che smarrisce giorno dopo giorno le proprie ragioni d’essere. Il mondo dei libri in Italia è piccolo e spento e appaga gli appetiti di pochissimi che si scrivono e si parlano addosso. Ragionevole, mi dico, che nessuno compri libri. Ragionevole che una grande casa editrice con un grande passato muoia e che una pessima casa editrice se la compri. Nessuno protesterà, nessuno chiuderà la Metropolitana lasciando a piedi milioni di cittadini. Nessuno compra più libri, pochi sanno più che cosa siano. Con la Mondadori che risucchia Rizzoli, la situazione peggiorerà: ci saranno scrittori di serie A (quelli trattenuti, vezzeggiati e imposti dal monopolista) e scrittori di serie B (tutti gli altri). Senza contare che le piccole case editrici di cultura, già oggi in affanno, rischieranno vieppiù di crollare sotto il peso del colosso che riempirà le librerie, le classifiche, i giornali…

Ebbene, siamo davvero sicuri che questa marginalizzazione della cultura sia inevitabile e indolore? Siamo proprio sicuri che basti dire: tanto Rizzoli sarebbe morta, meglio così che almeno resta in vita… Resta in vita per fare che? Per pubblicare quali inutilità? Scorrete la classifica di vendita dei libri e datevi una risposta: è quella roba ciò che ci serve? Sono i giallisti ossessivi quelli che ci daranno un occhio sul mondo che non abbiamo? Saranno i signori e le signore d’età che frizionano il proprio sesso avvizzito a dirci quali sono i nostri meandri oscuri? Sarano i papi social a salvare l’ambiente? Saranno le signorine buonasera a farci mangiare una buona carbonara? Non credo. Credo, piuttosto, che ci fosse spazio, ancora, per protestare, per chiedere – per esempio – una gestione più avveduta e meno commerciale di un grande marchio editoriale come Rizzoli. Credo che fosse lecito sollevare obiezioni maggiori contro il pensiero unico che non è quello di Renzi (mi spiace per tutti i dem pentiti) ma è quello di Berlusconi che sta ancora lì, saldo in sella, con figli e amanti ben piazzati a comprare la nostra coscienza, la nostra dignità, il nostro passato e il nostro futuro. Nel nome di un qualche libro nero. Che, alla fine, sarà solo il libro nero delle nostre intelligenze perdute nell’Acheronte.

Credo che si potesse chiedere a ciascuno di noi più energia e più passione. Ma, sapete com’è, tra un’ospitata tv e un post su facebook, tutti avevamo altro da fare. E così la vita ci ha scavalcato. Salvo che se Rizzoli era inutile e impossibile da salvare, vuol dire che tutti noi siamo inutili e impossibili da salvare.

Facebooktwitterlinkedin