Simona Negrelli
Il festival “Le strade del paesaggio”

Ecco il cine-fumetto

Claudio Chiaverotti, presentando a Cosenza il suo eroe a fumetti Morgan Lost, ha parlato di Tarantino, di “Rusty il selvaggio”, di Rohmer... L'immaginario delle due arti coincide

C’è tanto cinema ad animare le avventure di Morgan Lost. Innanzitutto, perché il disegnatore e sceneggiatore Claudio Chiaverotti si è ispirato alle atmosfere cariche alla Tarantino, all’horror di Carpenter e allo splatter di Dario Argento, ma anche a un film rarefatto ed esistenzialista come Il raggio verde di Eric Rohmer. E poi perché questo nuovo antieroe della Bonelli editore, in edicola dal 20 ottobre, prima di combattere il male con la sua pistola era proprietario di un cinema d’essai, che gestiva con la fidanzata dell’epoca, poi è arrivata una notte a cambiargli la vita. «Ho una passione per il thriller e cerco di ricrearne le atmosfere – spiega Chiaverotti durante la presentazione, in anteprima nazionale, del nuovo lavoro, avvenuta a Le strade del paesaggio, il Festival del fumetto di Cosenza –. I personaggi di Morgan Lost sono tutti sopra le righe, come i personaggi di Tarantino. A cominciare dal protagonista, che ha una maschera tatuata intorno agli occhi. È un personaggio solitario e tormentato, non ha una relazione, anche se, dal secondo numero, arriverà ad aiutarlo un personaggio comprimario fondamentale che è una donna».

Il cinema ha ispirato anche la scelta dei colori, sfumature di grigio e rosso, a ricreare la visione del protagonista. «Mi sono ispirato al film di Coppola Rusty il selvaggio, in cui il fratello del personaggio principale è daltonico e vede tutto in bianco e nero, si vedranno colorati solo i pesci da combattimento – spiega Chiaverotti – Mi piaceva l’idea di creare una tridimensionalità, quindi noi vediamo attraverso gli occhi di Morgan Lost». L’amore per la settima arte accomuna anche Valentina Romeo, in arte Val, altra disegnatrice di Morgan Lost. «Condivido anch’io la passione per il cinema e le atmosfere un po’ trash e sopra le righe – spiega al pubblico –. Mi piacciono i personaggi un po’ ambigui, a metà tra il dark e l’umorismo demenziale«. Una cupezza che si ritrova anche nel fumetto. «Prima di iniziare Morgan Lost – spiega ancora Romeo – ho dovuto fare delle prove per una casa editrice con illustrazioni tutte in grigio. Il progetto, poi, non è andato in porto. In compenso, il mio disegno si è adattato perfettamente a Morgan Lost».

chiaverotti e romeoIl cinema, ancora, sarà presente nelle tante citazioni sparse qua e là. Ma ci sarà anche spazio per la critica sociale e la dimensione psicologica. «Il fumetto è ambientato in un’epoca precedente a quella attuale, intorno agli anni ’50, ma la tecnologia è più avanzata rispetto a quel periodo – spiega Chiaverotti (nella foto con Valentina Romeo) – in realtà parlo del 2015, della nostra epoca. Ho creato un mondo parallelo in cui Einstein fa la scrittore di fantascienza e Freud è un personaggio fondamentale che, pur non comparendo mai, ha fatto qualcosa di importantissimo per questo mondo». Un mondo in cui tutto accade velocemente. «Ci sono stati d’animo che cambiano continuamente e si incalzano – dice Romeo – quindi cambio scena ogni venti tavole».

Dal fumetto d’azione a quello erotico. Uno degli incontri più importanti de Le strade del paesaggio, almeno della tre giorni full immersion (ma il festival continua fino al 25 ottobre), è stato quello con Milo Manara, il maestro della sensualità disegnata, omaggiata anche con la mostra Le stanze del desiderio. «I desideri cambiano, vanno in altre direzioni ma non invecchiano – racconta – semmai invecchia la possibilità di esaudirli. Io, per esempio, adesso desidero continuare a disegnare, sperando che quello che faccio sia ben accolto».  Attualmente, Manara sta lavorando a un progetto dedicato a Brigitte Bardot, icona sexy del cinema anni 50-60. «Si tratta di un’iniziativa che madame Bardot ha voluto per sovvenzionare le sue fondazioni in difesa degli animali – spiega Manara –. Mi ha chiesto di fare delle illustrazioni, visto che lei non si fa più fotografare, per rinverdire il suo mito. Si realizzerà un monumento, ma ancora non so se sarà una statua o un dipinto».

mostra manaraChiacchierando, poi, col cantautore Brunori del senso della sua opera, spiega: «Ho voluto rappresentare delle storie molto erotiche, al limite della pornografia, con leggerezza, per eliminare il senso di colpa legato alla sessualità». Un’operazione perfetta per gli anni della contestazione e della liberazione sessuale. «Oggi, col dilagare della rappresentazione dei corpi, soprattutto femminili, su internet, tutto questo non avrebbe più senso». È dell’altro ieri, tra l’altro, la notizia che la rivista Playboy ha deciso di eliminare le foto di donne nude, vista la facilità con cui si possono reperire sul web, nel tentativo di arginare il crollo delle vendite. «Comunque bisogna distinguere tra foto e disegno – specifica Manara – quest’ultimo prevede uno stretto rapporto di condivisione col pubblico, perché coinvolge la parte alta del cervello». Chissà che le illustrazioni erotiche possano essere una valida alternativa per il magazine di Hefner.

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