Enrica Rosso
Ancora su “Le vie dei Festival”

Incanti partenopei

Riproposto in questa XXII edizione della rassegna teatrale figlia della crisi, “Il Compleanno” di Enzo Moscato: non una primizia ma un’impareggiabile prova d’artista che resiste nel tempo. E dello stesso autore “Scannasurece” con una memorabile Imma Villa. Prossimi appuntamenti: Pirandello e Rebekka Kricheldorf

Come la direttrice Natalia Di Iorio dichiara in calce al programma di quest’anno in pieno svolgimento: «Nel corso delle ultime edizioni, Le vie dei Festival è stato costretto a modificare in parte la sua impostazione di partenza: non più la rassegna che ospitava i migliori spettacoli visti nei festival estivi nazionali e internazionali, portando in Italia, spesso per la prima volta, artisti di grandissimo prestigio…» ma un’edizione figlia della crisi che colpisce duramente la cultura e chi di cultura vive. Un’edizione dolorosa, ma non per questo meno significante e di assoluto valore. Non ci sono ospiti dai nomi impronunciabili, ma presenze importanti del panorama italiano. Non sarà un caso che poco prima dell’estate, con unanime decisione della giuria di addetti ai lavori, le sia stato assegnato il Premio “Tuttoteatro.com Renato Nicolini” dedicato a una personalità che si sia fattivamente spesa per la cultura.

Vie dei festivalAbbiamo rivisto il meraviglioso Compleanno di Enzo Moscato. Non una primizia, d’accordo, ma un’esemplare prova d’artista che a distanza di trent’anni – tanti ne sono trascorsi dal debutto – resta un pezzo di teatro imperdibile per svariati motivi. Il primo: il testo scritto dallo stesso Moscato che ne è anche superlativo interprete e regista. Una lingua incantatora che tramortisce per soavità e impudica bellezza: un napoletano fitto fitto che ipnotizza e titilla, una scrittura privatissima ed emorragica nella sua urgenza di fluire che si nutre di una linfa viva e potentissima: la scrittura di Annibale Ruccello, a cui il testo è dedicato. Questa è la forza del testo: un po’ Moscato un po’ Ruccello. Si lambiscono le due scritture quasi in sovrapposizione per quanto assonanti e intime. Moscato in quanto interprete poi è presenza imprescindibile al testo. Lo conduce, lo affretta, quasi lo sciatta, poi lo immobilizza. Un vezzo, un’autocitazione, una nenia che amiamo riconoscere e che come un metronomo ci fa ripartire. Piccola pausa e poi da capo. Un incantatore di serpenti non avrebbe più fascino.

Una regia fatta di piccole cose: un gesto, un fiato, un niente sostenuta interamente dal carisma personale di Moscato. E non ci capacitiamo di come a un artista di questo calibro non vengano riconosciuti altri palcoscenici e altri omaggi, mentre la maggior parte dei cartelloni teatrali si appoggia a nomi di facciata, spesso sciapi, ma riconducibili all’esposizione televisiva e dunque forieri di chissà quale coda al botteghino. Se il teatro per voi non è solo una parola. Meditate gente, meditate. Soprattutto prima di acquistare l’abbonamento a un teatro qualunque solo perché è vicino a casa o perché è molto reclamizzato.

Moscato Imma-villaStesso teatro – il Vascello di Roma – nuovo appuntamento per incontrare ancora le affabulazioni di Moscato autore di Scannasurece tradotte da Carlo Cerciello che elabora una regia con la stessa perizia con cui un sarto realizza un abito su misura. Altra immersione totale nei meandri del sapere partenopeo: monacelli, edicole di madonne che si animano, anfratti che custodiscono ritualità e segreti che non ci è dato di sapere se non a sprazzi, grazie alle esuberanze dell’attrice. E di scena una monologante, memorabile, Imma Villa così empatica con il personaggio a cui si impresta da divenire creatura ambiguamente valente. Possente e tecnicamente acrobatica dal punto di vista vocale quanto teneramente friabile da quello emotivo. Monello e sciantosa, un re nudo sopraffatto dalla necessità. Anche se qualche vocabolo sfugge – solo a noi del profondo nord – rimane impresso un gesto, uno schioccar di dita, un’inclinazione del capo, un guizzo della voce che ci portiamo in dote e a cui a cui tornare con la memoria.

Prossimo appuntamento il 3 ottobre con la lettura scenica da I quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello a cura di Andrea Renzi. A seguire il 4 sarà la padrona di casa Manuela Kustermann a calcare le scene per un ulteriore omaggio a Pirandello con L’azione scenica. In chiusura il 5, l’appuntamento è con Villa Dolorosa di Rebekka Kricheldorf per la regia di Roberto Rustioni.

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