Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Sparate su Chicago

Dopo un'estete di sangue e violenze, Chicago tenta di inasprire le leggi contro la detenzioni delle armi. Ma i conservatori e le lobby dei costruttori fanno muro. Come al solito

È inevitabile constatare che il movimento Black Lives Matter è intrinsecamente legato al controllo delle armi negli Usa. L’escalation della violenza è divenuta improvvisamente esponenziale. Alla fine di luglio, gli omicidi nel paese sono cresciuti del 60% rispetto all’anno scorso e le vittime sono state in modo predominante nere. Tra il comportamento brutale della polizia e la liberalità della vendita delle armi la situazione è notevolmente peggiorata.

A Chicago per esempio sono aumentati gli omicidi del 18% dall’anno scorso, a Houston del 36% e a Milwaukee del 117%. A Washington sono morte 100 persone rispetto alle 72 dello scorso anno con un 39% di incremento degli omicidi. Queste statistiche hanno in comune due cose: le vittime sono nella stragrande maggioranza nere e lo spargimento di sangue è dovuto alla facilità con cui si possono acquistare armi, soprattutto illegali. Il movimento Black Lives Matter ha portato all’attenzione pubblica il fatto che la polizia commette brutalità contro gli afroamericani. Parallelamente a questi incidenti che hanno galvanizzato il movimento, c’è stato uno stabilizzarsi delle carneficine nelle aree urbane. Questo mese la marcia dei 300 uomini da Baltimora a Washington, che ha indirizzato l’interesse sugli omicidi dei neri nei quartieri americani, ha portato il problema all’attenzione dei media proprio allo scopo di ridurre la violenza. Nella zona sud di Chicago in quest’ultimo anno la violenza dovuta alle armi da fuoco ha subito un picco esponenziale e il capo della polizia della città, Gary McCarthy ha affermato che i suoi hanno confiscato in quantità enormi armi detenute illegalmente più che a Los Angeles e a New York messe insieme. Ma questo non ha fermato la violenza perché le armi illegali, se confiscate, sono facilmente ricomprabili e la pena per la loro detenzione è troppo leggera: «Il possesso di armi illegali nello stato dell’Illinois non è neanche considerato un crimine violento, mentre New York commina una pena di tre anni e mezzo», ha affermato l’ufficiale.

Black-Lives-Matter2I gruppi e le lobby a favore  di una detenzione di armi indiscriminata e senza controllo ironizzano sulla severità di Chicago e su come la sua amministrazione sta trattando il problema. La città, infatti, ha bandito alcune armi semiautomatiche e le riviste che le reclamizzano. Inoltre, impone ai residenti di denunciare il trasferimento di armi da fuoco e di custodirle in luoghi sicuri e con il grilletto in sicurezza se ci sono bambini in casa. Dopo l’ultimo sanguinoso 4 di luglio, il sito conservatore Website Infowars. com ha diffuso un titolo che recitava: «82 feriti e 15 morti nella città che ha le leggi più severe per la detenzione di armi da fuoco di tutti gli Stati Uniti». «Per i sostenitori del diritto alle armi, Chicago è la prova che le leggi che impediscono il loro possesso non fanno diminuire la violenza, ma semplicemente restringono i diritti dei cittadini che sono ligi alla legge« afferma Richard A. Pearson, direttore esecutivo della potentissima Rifle Association dello stato dell’Illinois.

E la domanda allora è: come fa Chicago a implementare leggi significative ed efficienti sul controllo delle armi, accerchiata com’è da una legislazione troppo permissiva e da una lobby così potente? Uno studio recente rivela che il 60% delle armi detenute a Chicago hanno già avuto un proprietario in un altro Stato: vengono principalmente dal Wisconsin, dall’Indiana, dal Mississippi nessuno dei quali richiede alcun controllo o check up background per chi acquista armi. Il restante 40% viene dai negozi. Il paese ha bisogno di uno sforzo complessivo e generale in direzione di un controllo delle armi e di una messa al bando di quelle illegali. Ma grazie alla NRA (National Rifle Association) questo tentativo viene continuamente bloccato e sono gli afroamericani a pagarne il prezzo. Il sostegno della comunità nera in favore di una regolamentazione del controllo delle armi è tradizionalmente sempre stato più forte di quello dei bianchi. Cosa che non dovrebbe sorprendere vista la quantità di giovani vite che vengono falciate a causa di questa situazione: otto volte più dei bianchi. La legge nella persona dei suoi rappresentanti e il movimento Black Lives Matter paradossalmente dovrebbero essere unite in quanto condividono gli stessi obiettivi e non divise come invece sono al momento. Nessuna delle due infatti può compiere passi in avanti affermando cosi il valore di tutte le vite, in mezzo a un proliferare di armi che così facilmente le distruggono.  La polizia accusata di brutalità dovrebbe rivedere i suoi codici di comportamento ed eliminare il razzismo strisciante che la pervade e potere eseguire controlli su chi acquista armi da fuoco. Perché non è ammissibile che una democrazia avanzata come gli Stati Uniti in tempo di pace ancora tolleri massacri che possono essere paragonati a quelli di alcune zone di guerra.

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