Paola Benadusi Marzocca
Il bestseller di Laline Paull

Le api siamo noi

La formula della metafora non delude. Così identificarsi nella vicenda di Flora 717, isolata per la sua diversità ma capace di trasformarla nella sua forza vincente trasmette al lettore un messaggio di speranza (con tante copie vendute…)

Nel mondo delle api l’odore è fondamentale, orienta la loro vita, ne decreta il successo o l’annientamento. E anche i nemici esterni come le temibili vespe, che tentano spesso attacchi a sorpresa per distruggere gli alveari, sono guidate dal fiuto che distingue chiaramente le api nutrici dalle bottinatrici. La storia di Flora 717 che scalciando e agitandosi riesce a spezzare l’involucro della sua celletta e ad aprirsi un varco verso l’aria aperta, è una metafora suggestiva e avvincente della società umana, anche se tutto avviene all’interno di una colonia di api. Bees la fortezza delle api dell’inglese Laline Paull (Salani, trad. Guido Calza, 392 pagine, 18,00 euro) racconta con forza incalzante le leggi spietate che regolano questo variegato universo che sembra così movimentato, pacifico e diverso dal nostro, ed è invece incredibilmente vicino, assai complesso e crudele.

api-copLa vita non solo è una lotta, ma è soprattutto una scoperta, la scoperta di se stessi: ecco l’idea-guida dell’autrice di questo bestseller che sta conquistando migliaia di lettori. Un concetto antico che ai nostri giorni è a rischio di estinzione. Il mito dell’individuo isolato per la sua diversità, che si batte e vince contro le griglie di un sistema che massifica e imprigiona, lasciando poco spazio alle aspirazioni personali, è più che mai attuale. Leggendo le disavventure di Flora, la sua innocente perplessità dinanzi alle boriose formule del potere quali i “Sacri misteri”, storie di terrore e follia che non avrebbe mai voluto conoscere, si entra in una dimensione parallela, non collegata con la nostra realtà, ma regolata da meccanismi simili. Il destino della nostra protagonista non è tracciato dalla nascita, come dovrebbe avvenire, secondo la rigida divisione delle caste, perché per un casuale quanto oscuro motivo, lei è nata diversa. C’è stata una mutazione genetica inaspettata che la rende più forte dalle sue sorelle e guida le sue azioni a difesa dell’alveare come se una voce sotterranea decidesse che cosa deve fare. Sarà questa particolarità inizialmente incomprensibile e temibile per la stessa Flora, che l’avvicinerà agli appartamenti altrimenti irragiungibili della “Santa Madre”, la regina delle api, protetta dalle schiere delle inquietanti sacerdotesse. Sorella Agrifoglio, Sorella Salvia e altre non fanno che ripetere a Flora: «Il Desiderio è peccato, la Vanità è peccato! La Discordia è peccato, l’Ingordigia è peccato… Accettare, Obbedire e Servire». Per loro Flora è uno sbaglio della natura, «Variazione eccessiva. Anormale». Essa infatti è grossa e scura, «brutta come il peccato»; è la riprova evidente che il mondo sta andando alla rovescia.

Invece Flora, malgrado la sua diversità, non viene uccisa; consapevole del rischio che corre, è impaurita, non sa cosa deve fare. Ma gradualmente attraverso esperienze dolorose prende coscienza delle sue possibilità, del formidabile intuito che la guida, espressione di una verità così profonda che nessuno è in grado di capire. Senza farsi troppo domande affronta i pericoli del mondo esterno per portare il cibo all’alveare. Gode della libertà di volare tra i fiori malgrado le possibili aggressioni degli uccelli. È inebriata dalla gioia di vivere e dalla volontà di salvare,malgrado tutto, il suo alveare, le api amiche.

Una singolare mescolanza tra logica e fantasia, una favola ecologica dal ritmo serrato, quasi ossessivo, ricca tuttavia di annotazioni interessanti sulla condizione delle specie viventi. La prospettiva è rovesciata, ma non per questo meno minacciosa: non esistono verità assolute, anche se chi è al potere tende a imporle, e, come sempre, la battaglia decisiva avviene contro l’ipocrisia, la falsità, la violenza, in una parola il male. Inutile aspettarsi miracoli, saranno le nuove generazioni con la loro determinazione e innocenza a combattere e a vincere. È questo il messaggio di speranza che chiude il romanzo.

Facebooktwitterlinkedin