Luca Fortis
Cronache romane

Maratona elettronica

Si comincia a ballare in mezzo agli alberi, sotto al sole che brucia; si finisce all'alba, in uno storico locale: diario di una giornata speciale fatta di musica e amicizia

Alle due del pomeriggio il tessuto giallo dell’enorme paracadute, che pende aperto da una gru, assume un colore mistico sotto la calura del sole. Tutto attorno gli alberi, che fino a poco prima sembravano statue mediterranee, cominciano a muoversi per le prime brezze pomeridiane. La musica elettronica fa a gara con le cicale e si diffonde nell’aria estiva. Alcuni ballano sotto il paracadute, non lontano da dove suona uno dei dj, poco più in là tanti altri prendono il sole seduti sul prato o mangiano un sushi o del cibo vegano.

Il castello della Cecchignola appare spavaldo tra i prati. La sua splendida torre, sulla cui base romana si inerpicano innalzamenti medioevali e rinascimentali, svetta dietro la postazione del secondo dj. L’aria è elettrica e le foglie ondeggiano seguendo il vento, o forse danzano anche loro. La gente che balla ha l’aria piuttosto anticonformista. Chi è venuto alle due di pomeriggio è figlio della cultura berlinese, capitale dell’elettronica in cui si pensa che non vi sia nulla di più bello che andare a ballare all’ora di pranzo per poi restare fino alle prime ore del mattino. Vi sono persone di tutte le età, vestiste con semplici canottiere per il caldo o in modo molto eclettico e creativo. La prima regola del Day Festival organizzato da Butter, Barberini Sound, Container Project, Ex Pander, 667///seiseisette è non avere regole, se non il rispetto.

maratona elettronica3La line up ha visto susseguirsi nelle due postazioni dj del calibro di: Inigo kennedy, Eduardo De la Calle, Max Scoppetta, Andrea Sarmanis, Andrea Scaglione, Be Daniel Bellat Movement, David Easy, Dan Demarco, Dario Vrv & Dj Fabrizio Pil-1, Fabio Sestili, Giulio Maresca, Lola Matteucci & Crgtts, Dj Momo Daniel, Dj Ale Artside, Owl, Pneich. La musica techno, tech-house e deep-house crea un’energia magica, ed è subito chiaro che solamente persone molto libere, anticonformiste e che hanno un’esperienza più che decennale, avrebbero potuto creare un evento simile e attrarre gente diversissima tra loro per età, preferenze sessuali, idee nella vita, accomunate dall’essere libere e dalla stima per gli organizzatori. La gente balla, mangia, beve un cocktail, ogni tanto dal tendone-paracadute va a vedere che musica mettono nello spazio aperto sotto la torre. Le ore passano, i raggi solari perdono la loro intensità, piano piano il sole termina il suo ballo quotidiano e inizia la danza della luna. I colori mutano, la gente continua a ballare e divertirsi sotto una nuova luce. Verso le due di notte la musica si ferma e i rumori della natura iniziano una nuova danza, la gente comincia a uscire per tornare verso casa o per andare all’after party.

maratona elettronica1I murales ricoprono con grossi faccioni la fabbrica in disuso a Ostiense. La luna risplende in un’altra serata romana. La notte è sempre un momento speciale per percorrere le vie della Capitale. Tanti aspetti che di giorno vengono colti di fretta prendono una nuova luce sotto le stelle. Piano piano si comincia a sentire nell’aria un’armonia elettronica. La meta non è lontana. Basta camminare qualche minuto e oltrepassare la soglia dell’ex piccola fabbrica artigianale che produceva saponi per immergersi in un universo di note che ti guidano in un viaggio musicale e interiore. Expander è una realtà che ha regalato agli amanti dell’elettronica romana quindici anni di feste. Dentro la sala gli occhi cadono sui giovani ventenni vestiti con semplici magliette e jeans, che ballano accanto a drag queen alte un metro e ottanta che indossano eleganti gioielli e vistosi cappelli. Non sono qui per fare animazione nel locale, ma per amore della serata. Ci sono anche molti quarantenni e cinquantenni. Le donne sono quasi la metà. Tutti sono qui per la musica e ognuno ha la sua storia. Queste serate sono speciali perché chi le frequenta ha un animo pacifico e artistico, la violenza è un linguaggio sconosciuto a chiunque varca la soglia di questo mondo. Tutti condividono un percorso profondo in cui sono lì per far festa insieme e ascoltare gli storici dj che organizzano la serata e gli ospiti che vengono dai migliori eventi internazionali. Impossibile non fare sempre nuove amicizie e non rimanere sorpresi dalla quantità di professionisti che da anni seguono la musica elettronica mischiandosi ai giovanissimi. La qualità della musica va di pari passo con quella dei frequentatori delle serate che nel tempo hanno cambiato varie locations, tra cui lo storico Animal Social Club che per anni ha regalato un po’ di internazionalità alle notti romane e che per primo ha portato la tradizione della maratona elettronica di 30 e 40 ore nella capitale. Al contrario di quello che spesso, con faciloneria, si pensa, il mondo dell’elettronica di qualità è profondamente colto che è frequentato da artisti, attivisti, giornalisti, economisti e professionisti in generale. È un universo che grazie alla musica permette di iniziare un percorso liberatorio che utilizza il movimento del corpo e il ritmo per raggiungere parti di sé che spesso non sarebbero raggiungibili nella vita di tutti i giorni.

Le dita del dj si muovono sulla console creando suoni magici. Chiudendo gli occhi appaiono giochi di note la cui armonia a volte ricorda la mistica della calligrafia orientale. Giochi di lettere che ti avvicinano al mistero dell’eterno senza che questo venga davvero colto, ma facendo serenamente percepire l’enigma dell’esistenza. Così come seguendo i giochi calligrafici a un certo punto si perde il dettaglio per cogliere l’armonia complessiva, allo stesso modo, ad un certo momento, i suoni sfumano e si tocca l’anima della musica elettronica.  Il dj suona, il viaggio è suadente, i pensieri raggiungono profondità inusuali. Di colpo viene in mente una poesia del poeta medioevale iraniano Omar Kayyam: «Quando l’ebbro Usignolo trovò la via del Giardino e ridente trovò il bocciolo di Rosa e la coppa del Vino, venne, e in misterioso bisbiglio mi disse all’orecchio: “Considera bene, la vita trascorsa mai più, mai più non ritorna”».

Le foto sono di Gianluigi Sansonetti

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