Luca Fortis
L'impero di Putin visto dalla Metro

Sotto Mosca

Sulle strade di Mosca regnano opulenza e aggressività; sotto, nella metropolitana, l'umanità dolente dei moscoviti dimenticati da Putin dialoga con l'utopia comunista

Il nevischio cade piano piano come in una magica danza. Pare di sentire le note di un pezzo di Čajkovskij. Lentamente i fiocchi di neve cadono, per poi risalire sospinti dal vento e ancora riscendere sfiorando i tetti delle berline, dei suv e delle altre macchine di grande cilindrata che imbottigliano il traffico di Mosca. Gli autisti con pazienza portano i signori verso le loro destinazioni. Gli splendidi palazzi del centro della capitale russa sono lambiti da tutto questo traffico di lusso. In un paese dove lo stipendio medio è di 700 euro al mese, automobili che costano cinque o sei anni di un normale salario si incolonnano come se niente fosse.

Decine di metri sotto il livello della strada, nel mondo del sottosuolo, cornici metalliche racchiudono un vortice di tessere di mosaico che partorisco aerei, mongolfiere, paracadutisti, uccelli in volo, uomini nerboruti che lanciano una palla verso l’alto. È la rappresentazione del cielo sovietico nell’arco di 24 ore. Il popolo senza autista corre verso destinazioni ignote sotto le arcate argentee della fermata Mayakosvskaya della metropolitana. La potenza del sogno dell’ideologia rende simili molte avanguardie degli anni Trenta. Le statue in mosaico della metropolitana di Mosca non sono poi così diverse da quelle dello Stadio dei Marmi a Roma.

mosca metro3Le costruzioni iniziarono sotto Stalin. Il dittatore volle da una parte mostrare tutta la potenza della nascente Unione Sovietica e dall’altra istruire il popolo: come in una chiesa, ogni mosaico o statua della metropolitana recapita alle masse un messaggio. Nella fermata Mayakosvskaya si celebra la potenza della tecnica della nuova Russia che domina i cieli con la stessa calma con cui gli uccelli volano sopra le città e le campagne del paese. Viene naturale girare tutte le fermate storiche della metropolitana per visitare questo trionfo dell’ideologia e del sogno tramutatosi, sotto gli anni di Stalin, in incubo. Ogni muro rappresenta l’illusione di un artista e la volontà di potere dello Stato.

Nella Russia di oggi, del dominio dei cieli non è rimasto molto, il paese è una media potenza sotto sanzioni per la guerra in Ucraina. Rimane l’arsenale atomico e grandi capacità tecniche nel settore aerospaziale, ma non molto di più.

Poche fermate più là ci si imbatte nella stazione di Kievskaya che inneggia all’amicizia Russo-Ucraina, dovunque trionfano contadini con vestiti tradizionali che coltivano frutti dall’aspetto miracoloso: immagine tramutatasi in un miraggio ben lontano dalla realtà odierna fatta di milizie e missili. Diversa la sensazione che si prova nella fermata Belorusskaya dove tutto parla dell’amicizia tra la Russia e la Bielorussia. In questo caso viene facile pensare che la dittatura di Minsk sia una parente ancora più estrema della nuova Russia di Putin, il trionfo dell’uomo forte.

mosca metro4Entrando e uscendo dai treni, in mezzo alla folla che corre, si arriva a Teatralnaya, dove le decorazioni si ispirano al teatro. Il rapporto tra la città e la cultura appare molto complesso e pone tante domande. I moscoviti in generale sono piuttosto colti: riempiono volentieri i teatri per assistere a balletti, concerti di musica classica o spettacoli teatrali. Anche i musei sono più frequentati che da noi, ma certe volte si ha l’impressione che la cultura russa non abbia sposato l’umanesimo. Mosca rimane spesso una città feroce, dove lo stato sociale, quando è previsto, funziona comunque male; una città dove inimicarsi qualcuno può essere estremamente pericoloso e dove la burocrazie trionfa su tutto come una casta superiore indiana destinata dal fato ad avere sempre ragione su sudditi inermi. Certe volte si ha l’impressione che non sia sempre vero che la cultura porta per forza all’inclusione sociale. Questa costatazione si fa ancora più scioccante se fatta nel paese che si considera la capitale del cristianesimo ortodosso e che per primo portò il comunismo al governo. La chiesa ortodossa, tornata a essere una parente stretta del potere, non fa beneficenza ne si occupa dei poveri, ma oltre a esercitare la sua potenza, parla solamente di una speranza dopo la morte.

La fermata di Ploschad Revolytsii è un trionfo di statue che inneggiano al nuovo mondo sovietico e alle sue eccellenze: difesa della rivoluzione, industria, agricoltura, istruzione, sport, caccia. Dell’industria sovietica non è rimasto quasi nulla, se si esclude il settore petrolifero e aerospaziale, tutte le imprese di stato hanno chiuso e oggi la Russia importa quasi tutto. Anche in agricoltura la situazione non cambia. Tutto questo rende il paese estremante dipendente dal prezzo del petrolio e dalle oscillazioni del rublo. La fragilità della situazione è chiaramente visibile oggi che i rapporti con l’occidente si sono fortemente deteriorati. Nel settore dell’istruzione la Russia sembra essere chiusa in un autismo completo, nessuno parla inglese, muoversi a Mosca per qualcuno che non legga il cirillico è impossibile senza Google Maps. Semplicemente non è previsto che una persona che non sappia leggere l’alfabeto locale possa muoversi o scambiare due parole.  Esiste una minoranza di ragazzi aperti alla globalizzazione e alla democrazia, ma sono una minoranza anche nella capitale. Il presidente Putin viene considerato dalla maggioranza come l’uomo forte che ha saputo tenere in piedi il paese dopo gli anni anarchici di Boris Eltsin in cui sotto la parvenza di politiche liberali la Russia è stata depredata dagli oligarchi e ha rischiato di collassare.

Putin alterna il bastone e la carota regnando sulla nazione come farebbe un antico zar. Concede autonomie territoriali e manda carri armati contro gli indipendentisti, accarezza o prende a pugni gli oligarchi a seconda delle sue convenienze. Gli omicidi politici rimangono all’ordine del giorno così come le accuse al potere di esserne il mandante. Il tutto rimane però avvolto da una patina di mistero, in cui chi abbia fatto cosa rimane spesso sconosciuto. L’unica certezza è che l’atmosfera di ostilità contro l’opposizione e i giornalisti creata da Putin finisce per rendere prede facili chiunque gli si opponga.

mosca metro2Spesso nella metropolitana trionfano la falce e martello in mosaico, acciaio, stucco. Il rapporto tra il comunismo e i russi rimane complesso. Se da una parte i giovani amano le nuove libertà, molti anziani rimpiangono lo stato sociale. In generale tutti ammettono i disastri umanitari che ebbero luogo in Russia durante gli anni del comunismo, ma moltissimi hanno nostalgia della potenza che la Russia ha perso. Su perché il paese, caduto il comunismo, non abbia saputo creare una moderna democrazia di stampo anglosassone, vi sono mille teorie. Molti sostengono che il fatto di essere passati dalla condizione di contadini ancora simili a servi della gleba al comunismo, senza aver avuto una diffusa industrializzazione borghese, abbia influito. È un tema su cui gli storici dibatteranno per decenni.

Nel mondo di sopra il nevischio si è fatto più fitto, la neve copre le guglie delle sette sorelle, grattacieli in stile barocco elisabettiano e gotico fatti costruire da Stalin tra il 47 e 57 per fare concorrenza ai nuovi grattacieli americani. I fiocchi di neve continuano la loro folle danza, la stessa che da centinaia di anni incanta gli spettatori che percorrono le vie di questa misteriosa capitale.

Facebooktwitterlinkedin