Odetta Melazzini
Radiografia del terrorismo/8

Eccessivi fratelli

Il "fondamentalismo", nel nome del quale tanti equivoci sono nati e tanto sangue è scorso, è un fenomeno che nasce nel Novecento. E assume subito valore politico

Il terrorismo islamico è strettamente connesso al pensiero fondamentalista e non può esserne separato. Il termine fondamentalismo in abito religioso (nel caso, cristiano) nacque tra il 1910 e il 1915, periodo in cui a Chicago vennero pubblicati novanta saggi scritti da sessantaquattro autori con il titolo The Fundamentals: A Testimony To The Truth. In questi testi diverse personalità del mondo evangelico americano e britannico difesero i fondamenti della fede che erano stati messi in discussione dalle nuove idee teologiche, in particolare affermarono la necessità di un ritorno alla Bibbia e alla purezza originaria del suo messaggio.

Col tempo la parola fondamentalismo indicò alcune caratteristiche comuni di movimenti religiosi non solo cristiani. In particolare, gli aspetti peculiari del pensiero fondamentalista sono, ancora oggi, la convinzione dei suoi adepti di essere gli unici depositari del vero credo, la non accettazione di interpretazioni allegoriche del testo sacro e il rifiuto dei valori del mondo occidentale. Il fondamentalismo religioso è spesso una profonda inclinazione alla protesta contro tutte le conquiste del mondo moderno, dominato da scienza e tecnica ai quali i fondamentalisti oppongono un mondo alternativo. Essi si riuniscono per vivere in modo diverso, si ritirano in torri costituite da certezze che presumono indiscusse e da una condotta di vita definita; si costruiscono un mondo che sia in accordo con le loro concezioni.

fratelli musulmani4Per quanto riguarda l’Islam, il termine fondamentalismo iniziò ad essere utilizzato solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso per indicare alcune correnti della cosiddetta “reislamizzazione”, fra le quali l’Iran rivoluzionario di Khomeini, anche se poi, successivamente, il termine fu esteso a molti altri paesi islamici. Tale rinascimento islamico giunse, soprattutto per l’Occidente, del tutto inaspettato, in un momento in cui si credeva piuttosto di notare tendenze di liberalizzazione e ammorbidimento dell’Islam. Tuttavia, alcuni precursori della nuova “reislamizzazione” si erano già distinti negli anni Trenta all’interno delle neonate fratellanze musulmane.

È necessario, quindi, per meglio comprendere il fondamentalismo, analizzare con attenzione il primo movimento islamico del XX secolo fondato da Hasan al-Banna (1906-1949).

fratelli musulmani5Egli nacque nel 1906 e divenne un insegnante egiziano. Apprese da suo padre, sufi e laureato all’Università di al-Azhar i principi panislamici anticipati da Jamal Eddin al-Afghani. Da adolescente, si ispirò alla conquista del trono saudita di Abdul Aziz Ibn Saud e andò avanti fino a diventare un insegnante di scuola primaria nel 1927. Nel marzo 1928, fondò la Fratellanza Islamica, «un’organizzazione religiosa dedicata a fare il bene e estirpare il male», che in dieci anni arrivò a contare mezzo milione di aderenti.

Al-Banna organizzò i Fratelli Musulmani in modo rigidamente gerarchico, costituendo un Comitato consultivo da cui si diramava in modo piramidale una complessa struttura di livelli intermedi e di cellule di base. La Fratellanza, organizzata secondo linee generali come una confraternita religiosa, richiese che i suoi membri obbedissero incondizionatamente alla guida (murshid).  La missione dell’associazione era quella di riformare i costumi di una società ritenuta corrotta e, come ultima prospettiva, di instaurare lo Stato islamico. Divenne  presto un movimento politico genuino e strutturato che faceva proseliti ai livelli più bassi. Questo gli diede un potere considerevole, dal momento che controllava un numero di organizzazioni sociali, così come gruppi caritatevoli, moschee, centri di salute e organizzazioni studentesche. La Fratellanza esortava una riforma sociale comprensiva mirata a causare giustizia sociale, non attraverso atti individuali di carità ma sostegno legale del governo, così da assicurarsi l’eguale distribuzione di fondi. Si opponeva a ogni forma di ideologia nazionalista- considerato un concetto occidentale- e chiamava alla rivitalizzazione della ummah. Il suo messaggio ai credenti non era ambiguo, come è chiaro dal testo di un suo messaggio degli anni ’30: «Voi non siete né un’organizzazione caritatevole, né un partito locale con interessi limitati. No, voi siete una nuova anima nel cuore della nazione, nella quale voi soffierete una nuova vita attraverso il Corano. Quando vi chiedono che cosa offrite, ditegli l’Islam… che abbraccia il governo e che crede che assicurarsi la libertà sia un obbligo. Se vi dicono che siete coinvolti nella politica, dovete rispondere che non c’è molta differenza con l’Islam. Se si oppongono a voi o si intromettono sulla strada del nostro messaggio, allora noi abbiamo il permesso di Dio di difendere noi stessi contro la loro ingiustizia».

Per raggiungere i loro obiettivi, i Fratelli Musulmani ritenevano fossero necessari la propaganda, l’educazione e l’inquadramento dei giovani credenti in falangi impegnate nel sociale e nelle attività sportive. Questo enorme successo dell’associazione fu dovuto all’intensa attività di reclutamento e alla costante opera a favore dei poveri e degli emarginati. I Fratelli Musulmani fondarono scuole e ospedali sostituendosi ad uno Stato molto spesso assente. Questa debolezza dell’amministrazione statale divenne la forza dell’associazione stessa.

Negli anni ’30 e ’40 in Egitto, i Fratelli Musulmani assunsero posizioni anticolonialiste e lottarono strenuamente contro l’occupazione britannica. Al-Banna, un eccellente oratore, sapeva come esacerbare il risentimento dei suoi connazionali nei confronti della presenza inglese e nei suoi discorsi si dispiegavano tutti i problemi della comunità islamica all’avvicinarsi della dominazione occidentale.

fratelli musulmani3 Nonostante l’atteggiamento antioccidentale, però, durante la Seconda Guerra Mondiale, al-Banna scelse di giungere a un compromesso con il re e gli inglesi e partecipò alle elezioni del 1942. L’ala più estremista dell’associazione si oppose alla condiscendenza del suo fondatore e, proprio durante la guerra, si costituì in apparato segreto, la cui leadership era affidata ad un amico stretto di al-Banna, Salah Ashmawi. Operando sotto la forma di un’associazione di ricerca islamica- così da non attrarre l’attenzione delle autorità britanniche- crebbe rapidamente in un ‘entità armata completamente sviluppata. I suoi membri combatterono a fianco dei sostenitori del Gran Mufti di Gerusalemme durante la rivolta palestinese del 1936, poi a fianco delle forze arabe durante la guerra del 1948. Fu durante quel conflitto che la Fratellanza Islamica acquistò esperienza di combattimento. Come risultato, le autorità egiziane, preoccupate dalla capacità rivoluzionaria delle milizie islamiche, ordinarono il disarmo. Al- Banna accettò quella mossa, anche se controvoglia, o forse non era ancora in grado, immediatamente di intraprendere atti di confronto diretto. Per minimizzare il livello di soppressione del suo movimento, affermò che era un gruppo separatista, marginalizzato dal fallimento della battagli anti-ebraica in Palestina, che, contrariamente ai suoi ordini, si era impegnato nella guerriglia contro le forze britanniche stazionanti nel canale di Suez. Comunque, nonostante tali smentite,  era evidente la prova della responsabilità di Al-Banna per la violenza politica contro il regime di Re Farouk.

Al termine del conflitto mondiale, l’apparato segreto effettuò alcuni attentati terroristici ed arrivò persino ad uccidere il Primo Ministro egiziano Mahmud Fahmi Nokrashi nel dicembre del 1948.Al-Banna fu assassinato il 12 febbraio 1949, subito dopo che la sua organizzazione fu smantellata e circa 4.000 dei suoi membri arrestati. I suoi seguaci affermarono che le autorità egiziane avevano tramato per ucciderlo ed erano responsabili della sua morte.

Al-Hudaybi, successore del fondatore dell’associazione, fu altrettanto moderato e disponibile al compromesso e, per questa ragione, molti Fratelli Musulmani lo ostacolarono duramente. L’organizzazione, che giunse a un milione di iscritti, estese la sua azione anche oltre il territorio egiziano.

Nel 1952, però, l’Egitto subì un forte cambiamento. Dieci anni prima, nel 1942, il militare egiziano Gamal Abdel Nasser fondò l’organizzazione segreta dei Liberi Ufficiali, che aveva l’obiettivo di liberare il paese dal controllo inglese e dal governo corrotto ed inefficiente di re Farouk I. Nel 1948 l’Egitto combatté e perse la prima guerra arabo-israeliana alla quale parteciparono anche molti Fratelli Musulmani. Nasser si convinse, allora, che la sconfitta fosse dovuta all’arretratezza del suo Paese e cominciò a progettare un colpo di stato. Il 23 luglio 1952 egli rovesciò la monarchia e assunse il governo dello stato. L’anno seguente la monarchia venne abolita e la Gran Bretagna ritirò le sue truppe dal territorio egiziano.

Tutti gli storici sono concordi nel ritenere che il contributo dei Fratelli Musulmani fu essenziale per il trionfo della rivoluzione degli Ufficiali Liberi e del suo leader. Del resto, in un primo momento, i Fratelli Musulmani esultarono alla presa del potere da parte dei figli del popolo così simili a molti di loro e allo scioglimento dei partiti politici, che frammentavano la ummah dei credenti. Essi videro nell’Egitto di Nasser l’opportunità di costruire finalmente uno Stato Islamico. Nasser, tuttavia, considerò l’associazione pericolosa, perché i suoi fautori pretendevano di dettare le linee politiche del nuovo regime. Il progetto nazionalista del rais, inoltre, entrò rapidamente in contrasto con l’islamismo dei Fratelli, poiché entrambi si disputavano la stessa base, la piccola borghesia urbana, cercando di coinvolgere l’intera società. Il conflitto tra queste due visioni parallele finì nel sangue con l’attentato contro Nasser nell’autunno 1954, di cui i Fratelli furono ritenuti responsabili. Da questo momento l’associazione dei fratelli musulmani fu perseguitata duramente. Molti capi dell’organizzazione, come ‘Abd al-Qadir ‘Awdah e Sayyid Qutb, vennero giustiziati. Le persecuzioni nasseriane certamente contribuirono a radicalizzare ulteriormente la posizione di alcuni Fratelli Musulmani che per tutta la presidenza di Nasser, cioè fino al 1970, rimasero in clandestinità. Il movimento nel 1954 cominciò in Egitto una traversata del deserto che durò due decenni, ma che gli fornì l’occasione per diffondersi in altri paesi e ritrovare le sue radici, a partire da una riflessione sulla sconfitta da parte del nasserismo. Questa riflessione e le prospettive contrastanti che ne derivarono definiscono, tuttora, la maggior parte delle tendenze presenti oggi nel mondo islamico, dalle più radicali alle più moderate.

fratelli musulmani1Nel 1971 il nuovo presidente egiziano Sadat permise ai Fratelli Musulmani di riprendere l’attività pubblica, sperando che l’organizzazione appoggiasse la sua politica contro la sinistra e gli ex nasseriani. L’associazione, però, si oppose spesso a molte direttive presidenziali, per esempio in occasione della pace separata con Israele nel 1979. Durante la Presidenza di Hosni Mubarak a partire dal 1984 i Fratelli Musulmani parteciparono alle elezioni, per quanto non direttamente ma in alleanza con i partiti laici di opposizione e tornarono ad espandersi nella società, in particolare tra i professionisti urbani. Da questo momento il gruppo, presente in Parlamento, iniziò a trovarsi in una posizione intermedia tra il regime, che manteneva un controllo autoritario sulla società, e i gruppi islamisti dediti alla lotta armata, che invece i Fratelli Musulmani rifiutano nella sua veste di jihad, e la cui presenza rappresentava, comunque, la principale motivazione con cui Mubārak giustificava le periodiche limitazioni alla piena libertà di movimento dei gruppi di opposizione. La loro strategia mirava a svolgere un ruolo più sociale che politico, concentrandosi nella “chiamata” all’Islam dei fedeli che se ne fossero in qualche modo allontanati e nella promozione del ruolo delle donne, dei poveri e dei giovani offrendo assistenza sociale, istruzione e formazione religiosa a persone di ogni ceto e condizione sociale.

Dopo trent’anni di presidenza e diciotto giorni di proteste, accompagnate dall’uccisione di ottocento egiziani, l’11 Febbraio 2011 Mubarak si dimette. Il potere viene preso dall’esercito che traghetta il paese alle elezioni del 2012 in cui vince Mohamed Morsi, candidato dei Fratelli Musulmani. Morsi inizia il processo di islamizzazione del paese cercando di instaurare la legge coranica. Sulla scia delle proteste del movimento del Tamarrud in opposizione a Morsi, un colpo di Stato militare guidato dal comandante in capo delle Forze armate egiziane, gen. ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī, destituisce Morsi, sospende la costituzione e porta lo stato verso nuove elezioni, vinte dallo stesso generale il 28 maggio 2014. La presenza dei Fratelli Musulmani in Egitto, nonostante la destituzione di Morsi è forte e il loro lavoro nei territori più poveri li porta ad avere un grande seguito. La persecuzione e le torture che stanno subendo per mano del nuovo governo gli rendono l’aura di martiri per l’Islam. Benché il movimento sia stato dichiarato fuorilegge , in quanto organizzazione terroristica, da Bahrain, Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan, in Egitto la politica estremista islamista sta avendo un grande seguito soprattutto nella vita quotidiana. In sostanza, dal 1928 ad oggi la Fratellanza Islamica ha vissuto momenti di alterna rilevanza nella società egiziana, ma, nonostante sia stato il primo movimento islamico, resiste ai mutamenti del tempo.

8. Continua

Clicca qui per leggere la prima parte: «Gli islam del mondo»

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Clicca qui per leggere la terza parte: «La catena dell’islam»

Clicca qui per leggere la quarta parte: «Islam, pene e delitti»

Clicca qui per leggere la quinta parte: «La casa dell’islam»

Clicca qui per leggere la sesta parte: «Jihad, le guerre sante»

Clicca qui per leggere la settima parte: «Educazione mujahidin»

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