Erminia Pellecchia
Un'installazione tra comics e virtual reality

Arte da vigneto

In margine a Vinitaly parte un singolare esperimento: la realizzazione di opere di urban art direttamente nei campi. E l'onere del debutto spetta a Laurina Paperina, street artist dissacrante e ironica

Il pensiero eretico irrompe a Vinitaly, lo storico salone internazionale del vino che fino al 25 marzo accoglierà le eccellenze italiane – e non solo – del nettare di Bacco con ben quattromila espositori e un flusso di visitatori calcolato in 155mila presenze, di cui circa cinquantaseimila provenienti da Paesi esteri. Tra degustazioni, rassegne e workshop, una bella vetrina dedicata al vino green in netta crescita anche nel Belpaese, ecco l’incursione prorompente e irriverente di Laurina Paperina, la writer trentina che ricordiamo per quel Benedetto XVI dalla testa d’uovo con tanto di corna e ali da demonietto, la scritta «No sex before the wedding» a fargli da aureola.

La giovane artista di Mari, probabilmente la più ironica e dissacrante del momento, un «incrocio tra una donna e una papera» come si autodefinisce, dal suo regno immaginario di Duckland – la cameretta studio dove «gioca con l’arte» – è approdata nel tempio del gusto per raccontare il vino in modo sarcastico e graffiante e «per scardinare – spiega Nicolas Bellario – la concezione classica di cantina». Lui, giovane critico, collaboratore di Oliviero Toscani, conduttore di Rairadio1 e Radio radicale, curatore del settore arte di Rolling Stone Italia, alle spalle collaborazioni importanti dalla Biennale di Venezia al Festival di Spoleto e alla recente, rinnovata Art Fiera di Bologna, ha impresso il marchio della street art alla Factory creativa di Campo alla Sughera, la tenuta vitivinicola della famiglia Knauf che dall’edilizia sostenibile sta invadendo oggi con energia i mercati internazionali con i suoi grandi vini rossi – Campo alla Sughera, Arnione e Adeo – e i bianchi di qualità Achenio e Arioso. I venti ettari a vigne nel paesaggio emozionante di Bolgheri ospiteranno, quindi, la sfida, la prima al mondo, di un Museo di writing tra i filari. Lo ha annunciato, emozionato, Felice Tirabasso, direttore dell’azienda toscana, alla presentazione dell’installazione tra comics e virtual reality della simpatica “Pape”, che ha dato il cin cin alla mega kermesse di Verona: un animaletto metà topo, metà papero, felicemente ebbro sulla strada di Bolgheri, a cui fa da compagno una rossa volpe che urla a sole e luna un entusiasta “Yeah”.

ViadeiCipressi«Con Laurina Paperina – dice Tirabasso – lanciano un nuovo progetto all’insegna dell’urban art. Dopo di lei chiameremo altri street artist internazionali ad esprimersi su cosa rappresenta per loro il vino, partecipando a una esposizione permanente di pareti di vigna. Insomma, non i muri, ma i vigneti; non quadri, ma intere pareti autoportanti, messe a disposizione di grandi talenti, saranno trasformate in opere d’arte nel corso di più tappe. E la giovanissima, pluripremiata “Pape”, mostre nelle migliori gallerie di Italia, Francia, Spagna, Svezia, America e Giappone – anche se ammette di essere divano, pizza e computer dipendente e di allontanarsi malvolentieri dalla sua stanza pensatoio-laboratorio – ha tutte le carte in regola per far da madrina a questo esperimento tra arte e comunicazione che si prospetta intrigante, ma da seguire e valutare nel tempo. Classe 1980, Laura Scottini si è creata da sola il suo brand con la “leggenda” di un incidente d’auto subito da bambina che le avrebbe «paperarizzato i piedi». Accademia di Belle Arti come formazione, predilige il tratto infantile, segni semplici, immediati, senza tabù come la divertente sequenza dei Sexual drowing con Mr Pisello e la Bella Topona che fanno più ridere che scandalizzare. Alle grandi dimensioni preferisce il formato mignon, piroetta tra video animazione, installazioni a muro, spesso composte da post-it, e disegni sgargianti dove finzione e apparenza giocano simulando la realtà.

«Il mio lavoro – ripete nelle interviste che interpunta di Quack – è un’elaborazione ironica della contemporaneità e sulle identità che la compongono. Elaborazione che nasce sintetizzando un linguaggio dove le diversità si compenetrano e dove l’influenza della cultura di internet e della tv, dei fumetti e dei video games, della fantascienza e dei cartoons, generano un complesso insieme di elementi che si trasformano in un apparente caos, ma lasciano intravedere forme riconoscibili come frammenti di un puzzle. Il mio è un lavoro spontaneo, non voglio imporre una chiave di lettura mia, cerco di lasciare sempre un pizzico di mistero». Il suo bersaglio preferito sono le icone moderne di cui sottolinea vizi e virtù, «i supereroi di oggi, quelli che hanno soldi, fama e potere e possono fare tutto» e che lei sbeffeggia con vignette in cui rivela ciò che veramente passa loro «nella materia grigia». E, ai classici Superman, Batman e Capitan America, tutto muscoli e onore, Pape contrappone i suoi supereroi trivial come Caccolaman, che uccide con le caccole, o Bubo Malefix, personaggio nero e cattivo che timbra le persone trasmettendo malattie.

Laurina ha amato molto Basquiat, la Street Art, il graffitismo americano, Keith Haring e il Matt Groening dei Simpson, al pari di tanti artisti della sua generazione under 40. Ma viene da fare una considerazione su questi street artist 2.0, che da “apocalittici” sono diventati “integralisti”. Lo stimolo è un profondo, recente articolo di Vincenzo Trione, direttore della prossima Biennale di Venezia dove, tra gli eventi collaterali, figura la mostra “The Bridges of Graffiti” in cui esporranno Futura, Delta, Mode2, Zero-T. «Si sono fatti assorbire dal sistema – scrive – Tradendo l’atteggiamento da black bloc, entrano nel mainstream da vere star e, con le loro opere, raggiungono quotazioni stellari». Non denunciano più la società consumistica, anzi ne diventano parte. «In questa nouvelle vague – osserva il critico – si avverte mestiere e fiuto da abili pubblicitari». È vero la Street Art è diventata un fenomeno di moda, pronta ad occupare e percorrere, con successo, anche le strade del vino.

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