Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Il segreto di Whitman

Una situazione primordiale, all'alba, in cammino... Il canto di un uccello motteggiatore, la folgorazione del grande poeta americano. Che così l'ha condivisa con noi...

Una situazione albare, elementare e primordiale quella che appare subito in questi versi del grande poeta americano Walt Whitman (West Hill, Long Island, 1819 – Camden, 1892), cantore della natura e della sua anima, della voce del mare e dei fiumi, ma soprattutto del misterioso e esaltante legame che unisce queste voci agli uomini. Whitman celebra la realtà cosmologica dell’anima dell’uomo e quella pensante della natura, degli elementi. Ci introduce a un altro pensiero, completo e complesso, da cui non possono essere esclusi i canti degli uccelli, i flussi della marea. Qui, l’incontro con un uccello, femmina, che cova la sua prole. E il maschio di lei, accanto: due esemplari di un uccello noto per la voce, detto uccello-mimo, o uccello motteggiatore. E nella situazione primordiale e albare, al mattino, in cammino, la scoperta, la folgorazione del poeta: quell’uccello non sta cantando solo per la sua compagna o per sé, ma sta lanciando un segnale, occulto, ma evidente come la musica, e a me, prosegue l’autore-ascoltatore, di colpo chiaro, in quanto poeta: il segreto dell’unione universale, di un risveglio che l’uccello sta annunciando in quell’istante al mattino di tutto il mondo.

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Dopo avervi salutato con una mia poesia natalizia, ora, 2015 inizia con regolarità Every beat of my heart. Ripeto brevemente l’assunto espresso nella puntata d’esordio: ogni settimana una poesia, da me scelta, di qualunque epoca o lingua, di autori classici o esordienti. La scelta, quasi mai commento. Con qualche eccezione: qui stiamo iniziando l’anno con Walt Whitman. Un autore della mia formazione, di cui tra pochi mesi uscirà una mia traduzione per Garzanti. Coincidenza piacevole, ammesso che le coincidenze esistano: l’opera che illustra questa mia nuova rubrica, Notturno, è un olio della serie “The bathers” di Teresa Maresca, ispirata esplicitamente a Whitman, e specificamente alla poesia Twenty eight naked men… La scelta di illustrare la rubrica, e illustrarla con un dipinto, e quel dipinto, è stata esclusivamente dei due responsabili di Succedeoggi, e naturalmente da me gradita. Mi ha fatto piacere, dopo avere letto il mio Whitman in occasione della presentazione del ciclo pittorico, a Milano, scoprire, di fronte allo schermo televisivo, la sera successiva, che Roberto Benigni portava al culmine il suo recital sui Dieci Comandamenti proprio con i versi di Whitman. Che notoriamente non era né un teologo né un sacerdote, ma un poeta impregnato del senso sacro della vita, della natura, dalla potenza dell’Anima.

 

Walt_Whitman

 

 

 

 

 

 

Al mattino, in Alabama, camminando

ho visto l’uccello motteggiatore femmina seduto

sul nido tra i rovi a covare la sua prole.

 

E ho visto il maschio, mi sono

fermato accanto ad ascoltarlo mentre gonfiava

la gola e cantava pieno di gioia.

 

E in quella pausa all’improvviso ho capito

che non era tutto in quel luogo

il fine e l’obiettivo del suo canto,

che non cantava solo per lei o per se stesso,

e che non tutto era ripercosso dagli echi,

ma clandestino, sottile, eternamente oltre

un avviso lanciasse e un dono occulto

a tutti quelli che nascevano allora.

 

Walt Whitman

(Da Foglie d’erba, traduzione di Roberto Mussapi)

 

 

 

 

 

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