Alessandro Marongiu
Incontro con una modella sui generis

La bellezza tonda

Perché una ragazza sceglie di diventare modella? E, una volta deciso, perché punta tutto sul corpo rotondo e senza ossa in vista? Ce lo spiega la diva del curvy italiano: Alice Pasti

Sfogliando un’edizione del Calendario Pirelli potrebbe capitare, in un futuro più o meno prossimo, di imbattersi non più nelle dodici smilze modelle a cui siamo stati abituati di anno in anno, ma in una dozzina di donne formose, di quelle che da qualche tempo riviste patinate e passerelle hanno accolto con il nome di “curvy”, a indicare appunto forme tondeggianti e ben poche ossa in vista. Utopia? Probabilmente sì, ma intanto nell’esclusivo (in tutti i sensi) mondo della moda qualcosa di a suo modo rivoluzionario sta già per accadere: nel 2015 il calendario più elitario, conosciuto e ricercato, il Pirelli appunto, avrà tra le sue protagoniste Candice Huffine, ventinovenne statunitense che “misura” 96-83-108, per 1 metro e 80 d’altezza e 90 chili di peso.

E in Italia? Per tradizione, nel nostro Paese la novità potrebbe fare meno sensazione se solo si andasse con la mente alle grandi (anche qui, in tutti i sensi) attrici del Secondo dopoguerra, ma intanto il fenomeno delle curvy sta iniziando ad affermarsi anche da noi, specie grazie al crescente successo di una modella in particolare: è lombarda, ha 26 anni e un passato da commercialista. Si chiama Alice Pasti e ha un obiettivo: diventare l’icona curvy italiana (il suo sito è: a-curvymodel.tumblr.com).

Il fenomeno curvy è iniziato qualche anno fa, ma la presenza della Huffine sul Calendario Pirelli potrebbe segnare una vera e propria svolta per una definitiva accettazione delle modelle formose: è d’accordo?

Definirla svolta definitiva mi sembra esagerato, anche se sarebbe splendido; credo però che ci sia un piccolo “movimento” di apertura verso le modelle curvy, questo senz’altro. D’altronde parliamo del Calendario Pirelli, assolutamente non può non avere influenza questa scelta! Una bellissima scelta, oserei dire.

Molte aspiranti modelle curvy italiane vedono in lei un esempio e le scrivono chiedendole dritte e consigli: cosa vogliono sapere, soprattutto?

Sì, ho un profilo Instagram (ALICEPASTY), dove sono seguita da quasi 20.000 persone, e ogni giorno ricevo mail in cui alcune ragazze si complimentano e mi ringraziano, dicendomi che da quando mi hanno conosciuta si sentono meglio con il loro corpo e riescono ad accettarsi più di prima. Io in realtà non faccio niente di particolare, ma credo che avere un’icona di bellezza alternativa faccia bene a molte donne che, avendo avuto come stereotipo di riferimento la classica modella taglia 40, sono state portate a non accettarsi mai. In genere mi chiedono come fare a sentirsi belle; io rispondo che prima di tutto c’è la fase dell’accettazione, dopodiché c’è la fase dell’amor proprio, e poi quella del volersi migliorare per raggiungere i propri obiettivi.

alice pastiSi potrebbe essere portati a pensare che una modella della sua tipologia non si ponga particolari problemi di linea e che conviva perfettamente con il proprio corpo: è così?

Beh, non sempre. Anche io a volte non mi piaccio, non mi “vedo”… In linea di massima però devo dire che mi piaccio molto; sono molto sicura di me, ma non per questo smetto di volermi migliorare. Ho degli obiettivi prefissati e cerco di arrivarci!

Mi curo molto, mangio sano e cerco di fare sport: quello che dovremmo fare tutte, non dimenticando di nascondere i difettucci ed esaltare i pregi.

È diventata una modella relativamente tardi, a 23 anni: cosa l’ha convinta a intraprendere questa carriera? Ha fatto qualche scuola? Come gestisce il lavoro quotidiano, con contatti diretti con fotografi e riviste o tramite il filtro di un’agenzia?

Ho iniziato per caso, davvero, e piano piano ho cercato di farmi conoscere, lavorando con numerosi fotografi di ogni livello. Prima dividevo il mio tempo tra il lavoro nello studio commercialista e le foto, ora ho deciso di dedicarmi solo al mio sogno, ovvero quello di diventare una vera icona di bellezza alternativa italiana, e passo quindi le mie giornate tra scatti con fotografi vari, casting, interviste, collaborazioni. Ho un’agenzia ma lavoro come freelance, quindi mi gestisco da sola.

I tempi sono quelli che sono: chi ha un lavoro stabile tende a tenerselo stretto, e lei invece ha lasciato il suo impiego di commercialista e ha deciso (non senza coraggio e spericolatezza, aggiungiamo noi) per un potenziale salto nel vuoto. È sempre convinta della sua scelta?

Convintissima, ho tirato fuori le unghie e cerco di non mollare il colpo, spero di poter andare avanti con questa carriera per più tempo possibile. Ovviamente però lascio aperta ogni porta, la vita può cambiare direzione da un momento all’altro!

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