Alessandro Boschi
La scomparsa del grande attore

Robin, il trasformista

Omaggio a uno dei protagonisti più generosi di Hollywood. Un uomo che ha saputo trasformarsi in maschera. Senza nascondere mai il suo "male di vivere”

Uno dei siti italiani tra i più cliccati ha aperto un referendum su quale sia il film più bello di Robin Williams, invitando i lettori ad indicare le proprie preferenze. Altrove si raccolgono le testimonianze di cordoglio di amici e colleghi, perfino del presidente Obama, amico, che si unisce al dolore per la perdita del grande attore. E poi le solite biografie, con gli inizi, con l’imitazione della nonna che fece impazzire la mamma, l’ammissione alla Juilliard Academy, le lezioni di John Houseman, la televisione, Mork e Mindy e poi il grande schermo.

robin williamsLe prime agenzie, ma sembra che non ci siano più dubbi, parlano di suicidio, forse per impiccagione. Di certo l’attore premio Oscar per Will Hunting – Genio ribelle soffriva di depressione, ed era stato spesso risucchiato dall’alcolismo, sbocco senza sbocco delle esistenze disperate. Curiosamente uno dei suoi ultimi one-man show si intitolava Weapons  of self-distruction, armi di autodistruzione. Dopo la scomparsa causa overdose di Philip Seymour Hoffman avvenuta a febbraio una nuova tragedia legata al male di vivere. Forse sarebbe il caso che proprio sulla depressione e sui disturbi ad essa legati che si dovrebbe dirigere l’attenzione, più che sulla grandezza del personaggio e sul suo film migliore. Il fatto è che se abbiamo un’ulcera, se soffriamo di reumatismi, di coliche, lo possiamo raccontare tranquillamente in pubblico, magari scherzandoci anche con gli amici, mangiando una pizza. Se invece dobbiamo parlare di depressione tabù. Non che l’argomento venga ignorato, ma di certo manca il giusto atteggiamento verso chi ne soffre. Perché tante (lodevolissime) iniziative a favore dei malati di cancro e quasi nulla per i depressi cronici e per i disturbi mentali in genere? Di solito si dice: be’ ma i depressi possono scegliere, i malati di cancro no. Questa è una idiozia, una colossale idiozia perpetrata dalla stragrande maggioranza delle persone. Non si sceglie di essere depressi come non si sceglie di ammalarsi di cancro. L’arretratezza dimostrata di fronte a questi argomenti contribuisce ad acuire il disagio di chi ne soffre, a farlo sentire un emarginato, in colpa per il suo malessere. Che nei casi più acuti porta al suicidio.

Robin Williams era un genio, un grandissimo attore, e per quel poco che lo abbiamo conosciuto, un grandissimo uomo. Con un buco nero nell’anima, un buco nero che non è mai riuscito a dissolvere.  Per questo siamo certi che si unirebbe a noi in questo appello. Aiutiamo le persone che soffrono di questo male terribile, facciamo capire loro che in fondo a quel tunnel c’è qualcuno che li aspetta. Parliamo di questa terribile malattia, e non vergogniamoci di soffrirne.

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