Alessandro Boschi
In memoria di un grande caratterista

Il fascino del brutto

La formazione realistica dell'Actor's Studio non gli aveva impedito di sembrare bello anche quando non lo era: elogio di Eli Wallach, icona del cinema di Sergio Leone

Aveva 98 anni il “brutto” di Sergio Leone. Un Oscar alla carriera consegnato da Clint Eastwood nel 2010 senza mai avere ricevuto una nomination dall’Academy, Eli Wallach per noi italiani è stato soprattutto Tuco, il personaggio de Il buono, il brutto, il cattivo cucitogli addosso da Luciano Vincenzoni e dalla premiata ditta Age & Scarpelli. Nel film memorabile, oltre alle numerose battute oramai leggenda, il confronto con il fratello frate Pablo, impersonato da Luigi Pistilli. Che proprio da Tuco, colui che si è sempre sporcato le mani per sopravvivere e per far sopravvivere la famiglia, riceverà un sonoro ceffone che gli schiarirà le idee a tal punto da fargli chiedere scusa al fratello balordo.

Gli insegnamenti ricevuti all’Actor’s Studio improntati al cosiddetto realismo psicologico non gli avevano evidentemente sottratto quella forza animale che trasmetteva a personaggi muscolari non solo come Tuco ma anche come quelli di tanti altri film girati in Italia, da I quattro dell’Ave Maria di Giuseppe Colizzi a Viva la muerte… tua! di Duccio Tessari. Dopo l’esordio a Broadway nel 1945 occorsero più di dieci anni per il suo approdo sul grande schermo grazie alla regia di Elia Kazan che lo diresse in Baby doll – La bambola viva. Specializzato in ruoli da cattivo, Eli Wallach in realtà dimostrava una particolare versatilità che gli consentiva di interpretare i ruoli più disparati.

L’aspetto non particolarmente avvenente non gli impedì di essere l’amante di Marylin Monroe ne Gli spostati di John Huston, una delle pellicole con il cast più sfortunato della storia del cinema,Wallach a parte. Un piccolo ruolo gli fu riservato da Nancy Meyers nella commedia L’amore non va in vacanza, dove interpreta un vecchio sceneggiatore di film d’autore. Chissà se gli sarà tornata in mente quella battuta proprio de Il buono, il brutto, il cattivo: «Dalle nostre parti se uno non vuole morire di fame o fa il prete o fa il bandito». Avrebbe potuto aggiornarla: da queste parti se non puoi più fare l’attore puoi solo fare finta di essere uno sceneggiatore.

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