Elisa Campana
Lettera da Londra

Riscrivere Jane

Joanna Trollope, Val McDermid e Curtis Sittenfeld hanno inaugurato un progetto rischioso: "Sense & Sensibility“, la riscrittura dei romanzi della grande Jane Austen. E nessuno ha gridato al sacrilegio

Cosa c’entra Jane Austen, genio indiscusso del panorama narrativo mondiale, con autori come Joanna Trollope, Val McDermid o Curtis Sittenfeld? Niente, se consideriamo che la prima ha visto gli albori del XIX secolo e i secondi sono affermati autori del XXI. E invece le somiglianze sono molto più di quelle che sembrano: non solo per la nazionalità anglofona, la fama internazionale che li contraddistingue, ma anche e soprattutto perché i secondi sono stati chiamati a riscrivere l’amata Jane. The Austen Project accomuna infatti sei autori contemporanei, le cui penne rimaneggiano e modernizzano sei capolavori dell’eroina dalle trame immortali: Ragione e sentimento, L’Abbazia di Northanger, Orgoglio e Pregiudizio, Emma, Persuasione e Mansfield Park.

pack_senseandsensibility-201x307Non si tratta di riscrittura, precisa Joanna Trollope, autrice di Sense & Sensibility uscito in ottobre e ai vertici delle classifiche per i libri più letti. Quello che questi autori stanno facendo è una trasposizione moderna, una reimmaginazione dell’opera, in cui ritroviamo però personaggi e situazioni tanto cari ai fans di Jane. Tutto è fedele, con la sola differenza che a tessere le maglie narrative sono degli alter ego dei personaggi originali, cloni usciti dalle pagine della società del nuovo millennio. Ecco allora che in Sense & Sensibility, le due amate sorelle Elinor e Marianne sono due ragazze dei nostri tempi, riservata studentessa di architettura la prima, asmatica e impulsiva musicista la seconda. La famiglia Dashwood è sempre costretta ad abbandonare l’amata casa di Norland, in questo caso perché Dashwood padre, non essendo convolato a seconde nozze con la madre di Elinor, Marianne e Margaret, le ha lasciate figlie illegittime. L’umiliazione di Marianne nell’essere rifiutata da Will-Willoughby viene filmata e postata su Youtube, così come Nancy Steel  sembra un’ochetta da reality show, con tanto di extension e silicone. Alla fine, il libro è scorrevole, lo stile leggero e piacevole, le situazioni spesso paradossali ma divertenti.

Il Project continua con la pubblicazione de L’Abbazia di Northanger, attesa per il prossimo mese, ad opera di Val McDermid, autore scozzese di gialli dalla fama internazionale. La sua penna noir rimaneggerà così uno dei primi e sicuramente meno letti romanzi di Jane, dall’inusuale spirito gotico. In autunno sarà poi la volta di Orgoglio e pregiudizio ad opera di un’altra autrice best-seller, Curtis Sittenfeld.

Lo scopo sembra quello di aggiornare Jane Austen ai nostri tempi, accalappiare quindi nuovi lettori ed appassionati. Ma perché proprio Jane, colei che è comunque una delle autrici più lette e conosciuti del panorama letterario mondiale? A dirla tutta, The Austen Project non è niente di nuovo sotto il sole. Nei secoli sono infinite le riletture e gli ammodernamenti delle opere che hanno reso immortale la giovane ragazza dell’Hampshire, che in vita rifiutò coraggiosamente di sposarsi. Donna in fondo moderna già nell’animo, non si volle adattare ai costumi dell’epoca, ma preferì rivendicare la propria identità e, soprattutto, volontà. Visse così dei suoi libri, i suoi unici figli, e della sua scrittura, ritrovando nel piccolo mondo circostante un universo infinito di possibilità e snodi narrativi, da raccontare sì, ma anche ridicolizzare e criticare. Jane Austen sembra avere così grande successo perché il mondo dell’Hampshire rurale che ci racconta non è poi così distante dal nostro. Non è “superata” perché racconta di avventure e situazioni che, difficile a crederlo, ancora ci appartengono, ieri come oggi: amore, soldi e famiglia. Ci ritroviamo nella descrizione dei sentimenti, nelle vicissitudini amorose e nello struggersi per l’uomo tanto amato. Sono cambiate le dinamiche sociali, ma il cuore umano è rimasto infondo alquanto inalterato.

jane austen poundNon c’è niente di così originale neanche nel riscrivere un grande classico, per quanto faccia accapponare la pelle a molti. E’ un esempio il detective di Baker Street, le cui due recenti serie televisive “Sherlock” e “Elementary” sono seguitissime. Nella seconda, di produzione americana, e non poteva essere altrimenti, Watson riveste addirittura gli affascinanti panni di una donna. P.D. James, scrittrice e politica britannica, membro permanente della camera dei Lords, ha scritto un paio di anni fa un sequel dalla sfumature gialle di Orgoglio e pregiudizio. Bridget Jones stessa è un’ispirazione ironica e pasticciona del romanzo più celebre di Jane.

Insomma, riscrivere, ammodernare, cambiare, per fare conoscere i classici. Ma siamo poi così sicuri che tra le copie vendute non ci siano sempre e solo i grandi appassionati, che hanno letto l’originale e ora la “copia”? E anche ammesso che ci sia qualche nuovo lettore, che senso ha che conosca la versione “aggiornata”, se non ha letto l’originale. Correrà mica il rischio di credere che il Decamerone l’ha scritto Busi invece di Boccaccio! Va’ a spiegare all’americano medio che la storia di Pinocchio non è il lampo di genio di Walt Disney, ma di un certo Carlo Collodi, nato a Firenze nel 1826. “Collodi chi, che?”

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