Elisa Campana
Lettera dalla Cornovaglia

Nuovo Cinema Ritz

A Penzance c'è una sala storica che ha segnato profondamente la vita della comunità e che doveva essere abbattuta. Ma per fortuna è ancora lì, pronto a una seconda vita, grazie a una piccola rivoluzione

Vi racconto una storia. Negli anni ‘60 a Penzance, cittadina dispersa tra le brughiere di erica e ginestra selvatica della Cornovaglia, quando si voleva far colpo su una ragazza, la si portava al cinema. E a Penzance, di cinema, ce n’erano due: il Savoy, piccola e scialba sala cinematografica che però si accaparrava i film migliori e il Ritz, molto più gradevole e curato, dagli originali interni in Art déco. Fonti sicure affermano che se si era interessati alla pellicola si andava al Savoy, se invece le mire erano ben più carnali si protendeva indubitabilmente per il Ritz.

Il Ritz aveva aperto i battenti un lontano 27 luglio del 1936 ed era una costruzione imponente per l’epoca, con solidi blocchi di cemento sorretti da robusti pilastri in acciaio. Poteva vantare più di seicento posti a sedere e ben sessantaquattro in piedi, tutti ricoperti in elegante velluto rosso. E quella grande balconata che sovrastava la platea, faceva decisamente la sua figura. Era uno dei più grandi cinema della regione e galoppò l’epoca d’oro dei talkies, i primi cortometraggi che segnarono l’addio alla stagione del cinema muto. Sono ancora molti coloro che, da queste parti, ricordano vividamente quei grigi sabati mattina degli anni ‘50, quando da bambini aspettavano trepidanti, in fila, l’evento agognato per una lunga settimana, gli ABC Minors, il primo cinema club che la catena britannica ABC aveva consacrato ai più piccoli.

Con gli anni, l’astro del cinema Ritz si offuscò precocemente e lo schermo cinematografico che aveva fatto sognare tanti si spense definitivamente nel 1965. Riaprì come una sala Bingo, e rimase per molti anni ancora uno dei principali poli di svago ed intrattenimento per la gente di questa zona. Nuovi tavoli, piccoli schermi, luci accecanti e una serie di aggeggi elettronici furono installati per accrescere l’aurea fascinante di uno dei passatempi più in voga di quegli anni. Fino al 2009, quando, contrito dall’avvento del gioco online e il crescente disinteresse per numeri capricciosi, chiuse definitivamente.

Cosa farne? Il Comune, sempre alla ricerca di denaro ed entrate fiscali (d’altronde tutto il mondo è paese) aveva già trovato la soluzione: un nuovo piano edilizio con la demolizione del vecchio edificio fuorimoda, al cui posto sarebbero sorti invece novi villini di più elegante stile architettonico. Tuttavia, nello stesso anno, Mike Sagar-Fenton, allora direttore del Golowan Festival, festa per il solstizio d’estate e la celebrazione di St John, patrono di Penzance, era alla ricerca di un nuovo locale alternativo per alcuni spettacoli live che avrebbero animato quello che è uno tra i più popolari eventi inglesi dell’anno, manifestazione lampante del fiero spirito cornico. Si è così imbattuto nel Ritz, con i suoi polverosi interni in rosa pacchiano e in sontuoso velluto rosso. Innamoratosi delle rifiniture in Art déco, decise di affittare l’edificio, ristrutturarlo e adattarlo alle performance musicali del Golowan Festival. Fu un vero e proprio successo.

Negli anni, insieme a un gruppo di instancabili volontari, intraprese un’ardua avventura, organizzando eventi, feste, rappresentazioni teatrali e concerti, tutto al solo scopo di racimolare fondi e salvare uno dei più significativi edifici di Penzance dal dimenticatoio e dalla forza demolitrice delle ruspe. Nel dicembre 2012, di soldi non ce n’era neanche l’ombra, e il proprietario decise di mettere quelle quattro mura all’asta. Sembra la triste fine della nostra storia, non poi così diversa da quella di tanti altri teatri e cinema in giro per il mondo, la cultura sembra proprio non pagare. Invece non è così, perché in fondo è giusto che ogni storia abbia il suo lieto fine.

Mike S-F inscrisse così il Ritz  alla “Theatre and Cinema Association” che si interessa a vecchi cinema e teatri in crisi, e li invitò a dare un’occhiata al Ritz. Con loro, c’era anche il proprietario della catena dei Merlin Cinemas, che possiede la maggior parte delle sale cinematografiche in Cornovaglia. Venuto a sapere del prezzo ridicolo al quale il vecchio Ritz era in vendita, iniziò le trattative con il proprietario per poi chiudere l’affare poche ore prima che le ruspe venissero accese. Il Ritz era salvo ancora una volta.

Il vecchio cinema si presenta oggi sciatto e decadente, ma una volta varcato il grande portone d’ingresso, sprangato e incatenato, si sprigiona lo splendore e l’originalità del gusto bizzarro dell’Art déco, con pavimento in scacchiera, voluttuose rifiniture in oro, una platea magnificente e una grande balconata. Riaprirà come Art cinema e continuerà a fare ciò per il quale era nato: divertire e diffondere la cultura in questa remota regione del Regno Unito.

The End.

In tempi di crisi e conti in rosso, ci piace credere che la storia del cinema Ritz non sia solo un miracolo, perché si dovrebbe arricchire l’animo della gente piuttosto che le buste nel nuovo centro commerciale.

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