Rosario Lisma
Bar Sport

Mohammed Conte Alì

Finite le feste, tutti si mettono a dieta. Continua a mangiare solo la Juventus che prima sfianca i giallorossi e poi li colpisce. Proprio come faceva Cassius Clay

E mentre il fidato Gino mi serve il mio solito latte e caffè del giusto colore e con la solita gradevole temperatura, questo 2014 oggi comincia anche al bar che, esattamente come l’anno precedente, pullula dei soliti chiacchieroni. Neanche gli argomenti cambiano. Unica novità del dopo festività: la dieta. Tutti convinti assertori del dimagrimento che è d’uopo. Dopo. Prima ci si sfonda. Prima. Poi solo verdurine cotte e lunghe passeggiate. E via così fino alla prossima cena di sfondamento. Il prossimo weekend.

E sarà stata la sbornia di cibo o chissachè, ma quasi tutte le squadre in trasferta troppo appesantite sono rimaste a dieta di punti. Unica eccezione l’agile Verona che i pandori li vende ma non li mangia, che è andata a vincere con un’Udinese triste come la Befana. Tanto che Di Natale (ok basta coi riferimenti alle festività) ha detto che smette. Speriamo di no. O almeno che lo faccia con gioia e non perché non segna più e si sente vecchio. Perché col nuovissimo anno per esempio hanno segnato i loro gol dei simpatici attempati come Amauri, Toni, Gilardino, Vucinic e Kakà. A un certo punto a Torino è entrato in campo pure Trezeguet. Pareva il campionato di otto anni fa (solo Totti non ha segnato. Ci arriveremo).

Kakà ha raggiunto quota 101 gol in rossonero. Il mio amico Andrea del bar è contento. Dice che col ritorno commovente di Ricardino, l’arrivo di Honda e soprattutto con la decadenza di Allegri il Milan potrà presto uscire dal tunnel. Allegri ha detto che il suo successore dovrà essere alla sua altezza. Se lo prendono in parola anche Peppa Pig può andar bene. Anzi meglio. Invece arriva Seedorf. E sarà il primo allenatore nero della Serie A. Dài, che stiamo crescendo! Come sistema. A proposito di sistema. Il povero De Sanctis, appena trafitto da tre pugnalate bianconere, nel suo italiano insicuro ha attribuito al “sistema” la forza sconcertante della Juventus. E ha rivendicato appresso il proprio diritto a esternare questa sua perla di genio: «Sennò parlerebbero solo i vincitori,  non sono discorsi da bar». No, ha ragione il rosicone De Sanctis. Al bar facciamo discorsi un pelo più lucidi. Anche quando beviamo forte. Ora non per infierire ma, dico io, benedetto calciatore romanista, sia tu De Sanctis o Pupone Totti (che ci fai o ci sei non l’ho mai capito ma mi stai simpatico lo stesso), hai perso tre a zero? Stacci, come si dice alla Garbatella. Sono stati più forti loro. Stacci. Lo so, ti auguravi di poter sventolare un torto arbitrale, un rigore ingiusto, una movioletta, ma non c’è stato nulla. Stacci. Mortacci! E invece no. Bisogna saper perdere cantavano i Rokes. Imparare da monsieur Garcia che è un vero signore. Altro che “aiutini”, sor Totti… Alibini. Ha ragione Buffon.

La partita non c’è stata (nel secondo tempo) perché la Juve ha stritolato l’avversario dopo averlo fatto giocare e stancare inutilmente. Antonio Conte è sembrato Mohammed Alì. Li ha aspettati, gli ha ballato intorno e gli ha chiuso tutti gli spazi. Quando i Joe Frazier giallorossi si sono distratti gli ha menato dei cazzotti memorabili. Su un guantone dei suoi c’è scritto a caratteri cubitali Carlitos Tevez. Un mastino con la grazia di una farfalla. Prolifico marcatore (11 gol solo fino a qui) e ottimo assist man che si sacrifica per tutti. Si è visto anche domenica. Conte ha preparato il match con grande acume e saggezza, disinnescando loro e valorizzando i propri. Questo deve fare un buon allenatore. Così si vince e si battono i record.

Ma la Roma rilancia. I dirigenti alla fine del ko hanno convocato i giocatori. Non per una strigliata ma per discutere i premi scudetto. E adesso hanno preso anche Nainggolan. Meno male! Daje Roma. Credici, sennò sai che palle. Sennò c’è sempre il secondo posto. Sempre che il Napoli permetta. La squadra di Don Rafèle Benitez infatti va a “sciosciare” sul collo dei romani e risale verso la capitale grazie a un grande Mertens ma anche a un sempre scintillante Higuain. Che piacere vederlo giocare.

Che piacere anche il gol di Klose all’Inter. Forse il più bello della giornata. Da scuola calcio. Mentre il solito Mazzarri recrimina, accusa, rosica. Anche a Mazzarri consiglierei la canzone dei Rokes. Spiace invece per Pepito Rossi, falciato senza pietà da Rinaudo che si schermisce e giustifica più goffamente di come gioca. Non chiede scusa e se lo fa, forse, ci pensa il giorno dopo. Pare Grillo con gli auguri a Bersani di pronta guarigione. Mi si nota di più se se faccio il gentile o il cafone? Un giorno intero per pensarci.

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