Enrica Rosso
Sandro Lombardi alle "Vie dei Festival"

Le donne di Lombardi

Tre ritratti di donne che piangono la vita e i figli: è "Tre lai" di Giovanni Testori, che il grande attore ha interpretato a Roma. Un'occasione unica per entrare nella lingua addolorata del drammaturgo milanese

Nell’ambito della XX edizione de Le Vie dei Festival tutt’ora in corso, abbiamo assistito ad una pregevolissima serata. Il 2 novembre, giorno in cui si onorano i morti – ma sarebbe impensabile non trovare altre date per replicare – Sandro Lombardi ci ha consolati con i Tre Lai di Giovanni Testori al teatro Vascello di Roma. Un bell’esempio di aderenza alla realtà e di come il teatro svolge la sua funzione in un epoca buia. Solo poche sere prima, rovistando nel suo inesauribile baule di bellezze questo straordinario interprete  aveva composto e interpretato una creazione originale  trasmessa in diretta dalla sala A di via Asiago con cui Radio3 ha inaugurato il mese dedicato al teatro a titolo Il controdolore, Vite che sono la mia (per avere più dettagli sul programma sempre su Succedeoggi vedi la presentazione di  Andrea Porcheddu Teatro alla Radio).

Tre Lai dicevamo: tre lamentazioni pubblicate nel 1994, dunque postume, in cui 3 figure eccezionali si confrontano con la perdita dell’amato. Cleopatràs , Erodiàs e  Mater Strangosciàs – ovvero la Vergine Maria – già eseguiti nel contenitore festival, ma in due successive tappe esattamente nel 1996 al Teatro Valle il primo e nel 1998 al Teatro Quirino i secondi due . Tre sovrane assolute, tre donne trafitte d’amore. E se le due maliarde regine terrene, mai sazie di una passione che le ha derubate della gioia, nella perdita si piegano al dolore, la regina celeste colma il  vuoto dell’assenza con tale amorevole foga da restituirci idealmente il figlio morto .

Sandro Lombardi nella sua urgenza compassionevole – tutto il suo percorso artistico è marcato in questa direzione – è totalmente aderente alla scrittura: s’ incorona regina delle regine diseredata, delira trafitto dalla gelosia in presenza della Joannes testa, rabbrividendo infine nel toccante ultimo monologo dedicato a Maria per quel suo figlio-giglio tradito dai suoi mentre pregava nell’oliviero garden. Lombardi è interprete empatico dotato di un’intelligenza sensibile in grado di mobilitarsi ad ogni respiro del personaggio: mette in ginocchio la platea con un gesto, la riabilita con un sospiro. E padrone assoluto del grammelot di Testori, della sua mirabile invenzione linguistica, tanto da permettersi d’improvvisare e schernire noi convenuti al teatrale bastiment o vascellum teatro che dir si voglia senza mai perdere ritmo o intensità.

Se Mimmo Borrelli, sullo stesso palcoscenico, aveva condotto una furente cavalcata dei suoi versi, Lombardi al contrario vi si adagia, si titilla, li conduce lui per mano, li impasta e li motiva. A fronte di tanto sfrontato talento necessaria l’assoluta sobrietà del nulla scenico che si colma di vibrante palpabile, condivisa emozione. Tutta l’esecuzione gode di un commento musicale umorale, gustosissimo, forbito e ironico, fortemente variato che se ne frega  delle strategie. Perfettamente in linea con la scrittura che non rinuncia mai a sbilanciarsi verso una pungente, irrispettosa goliardia (in particolare nel caso del terzo soliloquio, ma il terso percorso religioso di Testori lo affranca da qualsivoglia rischio di blasfemia). Un’egregia storpiatura dell’Opera da tre soldi introduce Cleopatràs; Erodiàs dedica “Quando sei qui con me” al Battista e lo tenta fino all’ultimo con un improbabile danza esotica d’ ispirazione Bakeriana, mentre la Vergine Maria  incede nella sua virtuale via crucis sostenuta dalle note di una più sobria composizione classica.

Sempre al Teatro Vascello Domenica 10 novembre alle 21 un’altra punta di diamante de Le vie dei Festival : in scena  Enzo Moscato in Toledo-Suite, recital tra musica e teatro. Da non perdere.

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