Marco Scotti
Dopo l'affare Telecom/Telefonica

Supermarket Italia

Parmalat, Bulgari, Pomellato, Loro Piana, Telecom e Inter sono già andati, Finmeccanica e Alitalia stanno partendo. Quali sono i prossimi gioielli da mettere sul mercato? Per esempio: Poste, Ferrovie, Eni, Enel... Ecco chi potrebbe comprarle. E perché.

Parmalat, Bulgari, Pomellato, Loro Piana, Telecom, Alitalia, FC Internazionale, Finmeccanica. Sembra un elenco della spesa? Lo è: sono gli ingredienti del progressivo depauperamento del tessuto industriale nostrano ad opera di investitori (lungimiranti) stranieri che hanno deciso di puntare sulle eccellenze italiane, visto che noi non sapevamo che cosa farcene. L’ultima in ordine di tempo è Telecom, ma sarà quasi sicuramente seguita a ruota da Alitalia che finirà in mano ai francesi dopo che cinque anni fa erano stati trattati come degli appestati. Solo che stavolta Air France sborserà poco o niente. Un vero affarone. Seguirà Finmeccanica, che è alla caccia di investitori pronti ad aiutarla in un momento di crisi senza fine. Il progetto del governo Letta di mettere in vetrina tutti gli asset italiani sta procedendo a gonfie vele. Se l’obiettivo, naturalmente, era farsi prendere per la gola, portare a casa due lire e perdere molti dei nostri fiori all’occhiello. E poi a chi toccherà? Proviamo a fare un elenco, tra il serio e il faceto.

Poste Italiane

Le poste hanno avuto un momento turbolento alla fine degli anni ’90, quando si registrò un rosso per circa 890 miliardi di lire. Oggi Poste Italiane è in pareggio, dopo aver diversificato molto la propria offerta. Potrebbe essere un bocconcino davvero appetitoso, se il governo Letta decidesse di mettere il cartello “vendesi” su qualsiasi azienda partecipata. Chi potrebbe acquistarle? Visti i servizi finanziari offerti e la solidità del patrimonio, si può immaginare un testa a testa tra un fondo americano e gli imprescindibili francesi.

Ferrovie dello Stato

Qui il discorso è più complesso. Da un lato c’è l’alta velocità, che funziona bene e rende altrettanto; dall’altro c’è invece la rete tradizionale, con i suoi treni vetusti e perennemente in ritardo. E chi potrebbe volerla? Nessuno, appunto. A meno che non si faccia come con Alitalia: una bad company (la vecchia rete) che rimane sulle spalle italiane, e una “polpa” ceduta al miglior offerente. Non va dimenticato che Ferrovie possiede anche la rete su cui si muovono tutti i treni, compresi quelli di Italo. Anche questo è un asset interessante che potrebbe essere messo nel novero delle cose buone. In questo caso, l’auspicio sarebbe che ad acquistare fossero i tedeschi. Almeno i treni arriverebbero in orario.

Eni ed Enel

In questo caso le compagnie funzionano benone. Eni ha appena scoperto un nuovo giacimento (anche se l’amministratore delegato Paolo Scaroni l’ha definito “piccolo piccolo”), mentre Enel, grazie anche alle energie rinnovabili, sta risalendo la china. Se dovesse essere venduta la partecipazione in mano allo Stato (circa il 30% di entrambe) si potrebbe pensare che facciano gola sia ai tedeschi, sia soprattutto agli asiatici, che sono sempre alla ricerca di nuova energia visto che il loro fabbisogno è in continua crescita.

Cassa Depositi e Prestiti

Questo sarebbe il vero colpo da maestro di qualsiasi Stato che decidesse di fare spesa in Italia. La Cassa Depositi e Prestiti, di cui il Tesoro detiene l’80% è forse l’ultimo soggetto in Italia che abbia ancora liquidità. Può contare su partecipazioni significative, su una liquidità notevole e, soprattutto, sulla primazia quando si tratta di dismettere qualsiasi società. Dici poco… Se a qualcuno venisse in mente di comprarla, per l’Italia sarebbe la fine di ogni speranza di restare uno Stato autonomo. Forse un fondo di qualche emiro potrebbe avere la liquidità necessaria per far passare ogni paura.

Coni

Il Coni non è esattamente in ottima salute. Dopo l’avvicendamento al potere e l’inaspettata vittoria di Malagò, si sta cercando faticosamente di reperire le risorse che lo Stato non può più garantire. Ma ogni volta è una grandissima fatica. Certo però che se l’Italia dovesse riuscire ad aggiudicarsi le Olimpiadi il discorso sarebbe diverso. In mano a manager capaci, potrebbe essere un’occasione di rilancio non indifferente. Se dovessi scommettere un euro direi che potrebbe entrare nelle mire di qualche gigantesco gruppo imprenditoriale americano, di quelli che possiedono già squadre di football e di basket.

Rai

Ecco la Rai, così com’è, è difficile pensare che possa interessare a qualcuno. Tra i conti sempre più in rosso, il palinsesto delirante e la politica che blocca ogni passaggio, è davvero un’azienda che non può far gola a nessuno. Solo un tipo alla Murdoch, voglioso di vincere l’ultima sfida, potrebbe tentare un’impresa quasi disperata.

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