Loretto Rafanelli
Il Festival internazionale di Lima

Perù: Pil e Poesia

L'economia del paese è in forte crescita e anche la cultura ne risente beneficamente. Lo conferma la seconda edizione di uno degli appuntamenti poetici più importanti dell'America latina, in programma dal 4 al 7 luglio, dedicato quest'anno al Brasile. Tra le numerose presenze, anche quella del cinese in odore di Nobel Bei Dao, oggi in esilio per la sua opposizione al regime

È opinione condivisa che il Perù sia il più affascinante dei paesi dell’America Latina, con i suoi mutevoli paesaggi (gli altopiani, le alte vette innevate, l’Amazzonia settentrionale, i deserti, ecc.), le sue fulgide perle conosciute da tutti come Machu Picchu e il lago Titicaca, i colori sgargianti di certo artigianato che riprende le magnifiche fattezze dell’arte inca, le sue belle città spagnolesche, come Cusco, fondata dal leggendario primo inca Manco Capac nel 1200, la più antica città del sud America, rimodellata dai conquistadores che nel 1533 la violarono, e dopo ne fecero per secoli il centro più importante del continente, quindi il mare, anzi, l’Oceano Pacifico con i suoi intensi magnetici riflessi, che bagna per migliaia di chilometri la sua costa. Un paese in forte crescita (aumento del Pil nel 2012 del 6,3%; disoccupazione al 5,6%; debito pubblico quasi inesistente, l’8% del Pil; sfruttamento delle immense riserve minerarie), che vive questa fase di transizione economica con grande slancio e ormai collocato dalle agenzie internazionali (da cui ha avuto recentemente la valutazione BBB) tra i centri nevralgici dello sviluppo economico di quell’area del mondo, ma non solo.

Allora, si può dire che “il mendicante seduto su un trono d’oro”, come era chiamato il Perù, ha messo lo smoking. Per Mariano Paz Soldàn, presidente del Centro nazionale di pianificazione strategica, il Perù da qui al 2050 risulterà una delle 25 economie al mondo con maggiore crescita e per il 2013 si prevede che l’economia peruviana avrà il rialzo più forte di tutto il Sud America. In un articolo del marzo scorso, il Corriere della Sera, titolava significativamente: “Perù, dalla povertà al boom”, avvertendo comunque che certamente i problemi sociali non sono tutti risolti. Ma sentire queste statistiche e sapere del loro entusiasmo nei confronti di noi europei, in questo delicato momento, è certamente qualcosa di incredibile (come segno dei tempi, si può raccontare che Mariano Rajoy, il presidente spagnolo, in visita nel Perù, ringraziava quel paese per avere accolto con affetto negli ultimi mesi, le migliaia di spagnoli in fuga dal loro paese e là rifugiatisi per lavorare).

logo limaDel Perù Lima ne è la capitale, una città di 8 milioni di abitanti, di antica civilizzazione spagnola, fondata da Francisco Pizarro il 5 gennaio 1535, e chiamata inizialmente La Ciudad de Los Reyes. Qui, nella grande metropoli che concentra un quarto della popolazione e dove tangibili sono i segni dello sviluppo, dal 4 al 7 di luglio si tiene un grande Festival internacional de poesia, con più di cento poeti provenienti da tutto il mondo. Quindi non solo affari e nuevo sol, la moneta locale, non solo una nuova generazione chiamata “lavoro e piacere”, anima del miracolo economico, ma anche cultura. D’altronde la tradizione dei festival di poesia nell’America Latina è nota: dal Nicaragua al Messico, dalla Colombia al Venezuela, dall’Ecquador all’Argentina, queste grandi manifestazioni di poesia sono eventi straordinari, che vedono la partecipazione di migliaia di persone, lo scambio di esperienze culturali, la sensibilizzazione artistica della cittadinanza, la conoscenza di voci poetiche uniche nel panorama internazionale, e pure il coinvolgimento di grandi musicisti e di famosi cantanti, vere star della tradizione canora latina. Quello di Lima è giunto alla seconda edizione, ma è già da considerare uno dei festival più importanti. Nasce per l’impegno di un eccellente poeta di quella terra, con padre ligure, Renato Sandoval Bacigalupo.

Quest’anno il festival dedica al Brasile il ruolo di invitato speciale che nell’edizione scorsa era l’Argentina, sarà perciò particolarmente significativa la presenza di poeti brasiliani (Affonso Romano de Sant’Anna, Alcides Buss, Fabricio Marques, Alexandre Marino e Iacyr Anderson) e verranno riservati eventi speciali alla poesia e alla cultura di quel paese (ci sarà anche Maria Creuza, grande interprete della musica popolare latino americana). Ma accanto alla presenza brasiliana ci sono poeti rilevanti del panorama letterario internazionale, come il cinese in odore di Nobel Bei Dao, oggi in esilio per la sua opposizione al regime, lo spagnolo Juan Carlos Mestre, Premio Nacional de Poesia 2009, il lussumburghese Jean Portante, il marocchino Mezouar El Idrissi, la palestinese Nathalie Handal, il messicano Eduardo Lizalde, lo svedese Lasse Söderberg, l’italiano Emilio Coco e nutrito ovviamente è il gruppo dei sud americani, con le colombiane Piedad Bonnet e Ángela Garcia, gli argentini Diana Bellessi ed Esteban Moore, i cileni Sergio Badilla e Eduardo Llanos, la boliviana Paura Rodriguez, la ecquadoriana Julia Erazo e i peruviani Marcela Robles, Arturo Corcuera, Leoncio Bueno, Mario Montalbetti, Reynaldo Naranjo, Alberto Benavides, Roxana Crisólogo, Dalmacia Ruiz Rosas, Mario Pera y Giovanna Pollarolo.

Il festival coinvolgerà tutta la città con incontri presso l’Università intitolata a César Vallejo, il grande poeta peruviano, la biblioteca Nazionale, la Casa della Letteratura, poi i luoghi Miraflores , il Parque Zonal Capac Yupanqui, ecc. Sarà, toccando i vari punti della metropoli, come ripercorrere anche la Lima del Nobel Mario Vargas Llosa, la sua mappa misteriosa e affascinante, come sicuramente sarà affascinante questa edizione del festival, nella speranza che prima o poi anche l’Italia possa avere il ruolo di invitato speciale: in fondo i legami dell’Italia con il Perù e con l’America latina sono talmente profondi che non è neppure il caso di ribadirli: basta pensare al nome del fondatore del festival.

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