Andrés Neumann
Accoglienza e diffidenza

Io, un clandestino

Andrés Neumann, uno dei maggiori organizzatori di teatro internazionale, racconta la sua esperienza di clandestino nel mondo: «Che cosa ho imparato? Che non serve alcun titolo, né il consenso di nessuno, per fare nella vita quello che il tuo Demone ti ispira a fare»

Ho fatto una vita intera da imbucato e da clandestino. Non ho mai avuto titoli per fare quello che ho fatto. Ho cominciato presto, arrivando il primo giorno di scuola senza parlare una parola della lingua del posto (lo spagnolo, mentre era il tedesco la mia lingua madre). Poi, studiando ingegneria (per seguire le tracce di mio padre), quando invece l’unica cosa che mi interessava era la filosofia e l’arte. Il mondo del “Teatro Independiente” di Montevideo mi ha accolto a venti anni con le braccia aperte, ma ero appunto un volontario, indipendente, un amateur: senza titoli e senza stipendio. Come andare a fare volontariato alla Caritas, per intendersi.

Per dieci anni ho collaborato con l’Alliançe Française di Montevideo senza che mi sia mai stato riconosciuto titolo alcuno dall’istituzione. Entravo, uscivo, avevo le chiavi di ogni porta, utilizzavo liberamente le automobili di servizio, davo ordini ai dipendenti. Credo che la mia passione per gli archivi sia nata proprio dall’essere stato sempre invisibile alle burocrazie.

Avevo quasi raggiunto i trenta anni quando mi fu proposta una borsa di studio in Francia. Finalmente venivo inquadrato: borsista dello Stato Francese! Pura illusione: con il pretesto di essere un “boursier” ho lavorato più o meno gratis e clandestinamente per il Festival Mondial du Théatre de Nancy per due anni.

Arrivato in Italia, a Firenze, il Teatro Regionale Toscano mi propose un vago contratto di “consulenza” che accettai di corsa, era il mio primo lavoro in Italia! Per tre anni ho fatto invece il Direttore Artistico e Organizzativo del Teatro Rondò di Bacco a Palazzo Pitti, curando tre stagioni di teatro di avanguardia.

Ma anche quando ho aperto l’Agenzia Teatrale che ho diretto per 30 anni, entravo e uscivo dai teatri di tutto il mondo non facendo parte né delle compagnie né dei teatroi, e dovendo sempre giustificare, in modo più o meno goffo, perché mi trovavo dove mi trovavo.

Per non parlare della decennale collaborazione con Renato Nicolini, l’indimenticabile e geniale Assessore alla Cultura del Comune di Roma. Quando ero a Roma mi recavo ogni mattina all’assessorato in piazza Campitelli come fossi un qualunque dipendente. Ero diventato il suo “Ministro degli Esteri” ombra, organizzavo trasferte, incontri ed eventi. Non ultimo la presenza di Danielle Mitterand e Jack Lang alla proiezione del Napoleon di Abel Gance al Colosseo. E tutto questo senza averne titolo alcuno.

Quando mi sono poi ritirato a vivere in una tenuta della campagna Toscana mi sono imbucato e fatto “adottare” amichevolmente da una famiglia di nobili, i Baldeschi-Prinetti, con i quali ho condiviso regolarmente, e per molti anni, ricorrenze, onomastici e feste comandate nelle loro splendide e suntuose ville, pur non facendo parte della loro nobile famiglia. Sono ancora oggi grato di questo privilegio senza pari!

Anche adesso, a quasi 80 anni mi sono trovato imbucato per quattro anni nella vita di una giovane donna, “fidanzato clandestino”, inconfessabile presenza, rigorosamente occulta alla sua numerosa famiglia di origine in un altro continente, nonché ai suoi coetanei amici locali.

Che cosa ho imparato? Che non serve alcun titolo, né il consenso di nessuno, per fare nella vita quello che il tuo Demone ti ispira a fare.


L’autore di questa testimonianza, Andrés Neumann (nella foto accanto al titolo), è uno dei più grandi organizzatori di teatro internazionale del secondo Novecento. Di origini austriache ma di lingua spagnola e nascita latinoamericana, ha diffuso nel mondo, per quarant’anni, il meglio del teatro: da Peter Brook a Pina Bausch, sono molti gli artisti che gli devono qualcosa. In Italia, poi, le maraviglie della scena internazionale, dagli anni Settanta in poi, sono arrivate grazie alla sua conoscenza e alla sua intermediazione.

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