Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Ubriachi d’universo

È una poesia di Resistenza quella di Alceo che Roberto Mussapi propone oggi. Un resistente dello spirito il poeta greco che invita ad accettare in pieno la realtà, anche attraverso l’ebbrezza dionisiaca che il vino può suscitare. Una lezione imparata da Ungaretti, Li Po, Campana…

Take it easy, mi suonava nell’anima (che è mente, ascolto e cuore in certi frangenti) il song degli Eagles, una delle band che massimamente ha creato un rock salvifico, psicopompo, insufflatore d’anima. E mentre ripensavo alla frase di Wim Wenders, «il rock salva la vita», sentivo il greco battente nei versi dei lirici che stavo traducendo. Non solo Saffo, inarrivabile quanto la Luna, se non dagli uomini capaci di sogno, Leopardi, Billy, John Kennedy, Glenn, Gagarin, e come la Luna numinosa, reale, presente… Non solo Erinna (tra i lirici greci la voce delle donne è strepitosa), non solo il mio amato Simonide di Ceo, con i suoi versi sulle Termopili, e sugli eroi che vi caddero, per difendere la libertà e la vita, come i Partigiani alla cui memoria inchiniamoci domani, 25 Aprile…
Di questi fondatori della poesia lirica, che sarà quella di Catullo, di Petrarca, di Cavalcanti, e poi di Dylan Thomas e tanti altri eroi folgorati dal fuoco della lira, Alceo è uno dei più potentemente consapevoli dei limiti della vita umana, naturali, da sempre, ma esasperati nella polis greca da una visione triste dell’Oltretomba, senza luce e speranza… un resistente dello spirito, cioè un poeta agonista.
Non c’è rassegnazione, ma accettazione della realtà e invito a godere la vita nel suo durare e nell’attimo. Questa è una poesia di Resistenza. Non è, la sua, un’esortazione a fuggire dalla realtà ubriacandosi, ma ad accettarla in pieno, euforicamente, con l’ebbrezza che il vino, se usato ragionevolmente, può suscitare. Mai ubriacarsi come gli Sciti, leggiamo in un’altra lirica greca, mai perdere senno. Ma uscire lievemente dal territorio della logica: lo insegna lo stesso Socrate, inventore del logos, che in un dialogo celebre si scusa di essere del tutto sobrio e quindi privo del soffio d’estasi dionisiaca. Estasi dionisiaca, non ubriachezza, e mentre sento gli Eagles, reiteratamente il loro capolavoro, The last resort, comprendo che l’ubriachezza di Alceo, come quella dionisiaca, o di Socrate, non ha bisogno di molto vino (peraltro gradito), penso al poeta ubriaco d’universo che parla in Ungaretti. in Li Po, in Campana… 
Take it easy, soul brother”: “fratello”, come dicono i neri.

Bevi con me, ubriacati

Bevi con me, Melanippo, ubriacati,
poi verrà il buio vorticoso del nero Acheronte,
e là, oltre il fiume infinito tu credi
che rivedrai la luce del sole?
Rinuncia al sogno, resta.
E pensa a Sisifo, figlio di Eolo,
un saggio che sognava scampo a quel buio,
ma non gli bastò la saggezza:
un’altra volta il fato lo trasse
quando aveva passato i gorghi d’Acheronte,
e sotto la terra nera Zeus figlio del Tempo
lo punisce con un supplizio terribile.
Take it easy, lascia perdere, non pensare
al mondo infero, siamo ancora giovani.
Qualunque sia la sorte che ci attende,
bevi, soul brother.

Alceo

Traduzione di Roberto Mussapi, in Lirici greci tradotti da Roberto Mussapi, Introduzione di Giulio Guidorizzi, Ponte alle Grazie, 2021

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