Laurea honoris causa in Psicologia dei processi sociali
Fresu, il jazz in cattedra
La scelta dell'Università Milano-Bicocca è presto spiegata: il talento del musicista nel rendere “l'impossibile possibile”. Specialmente nel cuore della sua Sardegna...
In una recente intervista Paolo Fresu, che ha ricevuto all’Università di Milano-Bicocca, primo e unico musicista italiano di jazz, la laurea magistrale honoris causa in Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici, ha dichiarato: «Sto per prendere un aereo per Francoforte e poi per New York. La mattina accompagno il piccolo Andrea a scuola ma poco prima di uscire mi chiede di indicargli quale sarà il mio viaggio. Lo faccio sul suo mappamondo illuminato, navigando idealmente con il dito tra la costa tirrenica dello Stivale e quella americana. “Certo, quello di oggi non sarà un viaggio infinito come quello della settimana scorsa tra Parigi e Santiago del Cile ma è comunque e pur sempre un viaggio” gli dico».
Questo è Paolo Fresu, continuamente in viaggio in ogni parte del mondo dove è apprezzato e ammirato da musicisti, critici e da un pubblico sempre più vasto. Ma non solo. Paolo è anche una persona che non dimentica i suoi inizi. L’estate scorsa a una conferenza, che ho avuto il piacere di condividere con lui all’Alcazar di Marsiglia, durante il festival dei Cinque Continenti, dove suonò in duo con il pianista cubano Omar Sosa, non esitò a dichiarare la sua riconoscenza quando, giovanissimo, ebbe il “Premio Radiouno per il jazz” quale miglior talento e quanto questo premio gli sia stato utile per iniziare una carriera che oggi lo vede ai vertici del jazz mondiale.
Due anni fa, per festeggiare i suoi cinquant’anni, fu in grado di organizzare, lui musicista, cinquanta concerti in cinquanta giorni in altrettante località della sua amata Sardegna. Sembra che quasi un milione di persone, più della metà degli abitanti dell’isola, abbia seguito quei concerti raccontati in seguito dallo stesso Fresu in un libro di grande interesse. Forse è stato quel tour de force che lo ha definitivamente consacrato non solo musicista di valore, ma straordinario organizzatore, perché quei cinquanta concerti sono stati tenuti da cinquanta gruppi differenti, con musiche diverse, ma sempre diretti da Paolo Fresu. E non a caso la Lectio Magistralis che ha tenuto all’Aula Magna dell’Università Bicocca di Milano, seguita da un mini concerto con Paolo impegnato a suonare tromba e flicorno, aveva per titolo L’impossibile possibile, dove il cuore era la Sardegna e la cultura mediterranea che sono sempre stati al centro della sua musica.
Ma oltre alla musica per comprendere meglio questo nostro musicista vorrei consigliare di leggere i suoi libri. Dove, tra le altre cose, dice: «Vivere la musica non come un atto di volontà, che spezza il normale fluire del quotidiano, ma come una parte naturale della totalità della mia vita. La musica e il jazz hanno modificato il percorso della mia esistenza, ma mi piace pensare che abbiano semplicemente aperto valvole che aspettavano di essere sollecitate e dalle quali oggi fuoriescono energie che, se non avessi scelto di fare il musicista, sarebbero state destinate altrimenti e altrove».