Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Alla fine del cammino

Tagore ci incoraggia ad andare fino in fondo. A oltrepassare la meta, a correre il rischio di perderci. Ci invita a favorire la dissoluzione delle cose trattenute, a svuotarci di tutto. Una rinascita ci attende …

Non essere prudente, viaggiatore, allunga la tua strada, vai fino in fondo. Non fermarti alla meta prefissata, ma prosegui fino a dove rischierai di perderti. Fa’ che il tuo arrivo sia simile a un risveglio in cui ti trovi, di giorno, ancora prigioniero della notte nebbiosa.
Il poeta indiano Tagore non sta invitando il viaggiatore, l’uomo che si muove nel mondo, a perdersi, ma a non fermarsi. Inutile sostare e pensare agli anni che passano e a quelli trascorsi. Prosegui oltre, verso l’ignoto, che si rivelerà un tappeto di fiori rossi, abbandonati, che attendono nuovi passi. Liberati di tutto, svuotati. Per rinascere.

 

 

Per una volta, viaggiatore, sii imprudente,

allunga la tua strada.

Al risveglio, sii come il giorno prigioniero

di una notte di nebbia.

 

Non evitare il giardino dei cuori persi,

va’ in fondo, al termine del cattivo cammino,

dove l’erba è un tappeto di fiori rossi in abbandono,

dove malinconiche le acque si dirigono verso il mare ondoso.

 

A lungo, senza riposo, hai vegliato

sul peso di anni inutili.

Che sia infine tutto dissolto!

Ti resta la gioia disperata d’aver perso tutto.

Rabindranath Tagore

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