Roberto Mussapi
Every beat of my life

Affiora Epifania

Lucido, sulle orme di Montale. Metafisico sulle tracce di Luzi. Nell’aura di Dylan Thomas. Poeta forte e intenso, «poeta di immagini e cose che prendono forma». L’incontro con la voce di Antonio di Mauro è un evento necessario che «doveva farsi luce»

Una vera apparizione, Epifania. Epifania è la manifestazione travolgente del vero, è ciò che appare perché esisteva e doveva farsi luce. Non mi stupisce che lo scettico, pessimista e nichilista poeta Eugenio Montale, senatore a vita, notoriamente laico, facesse interpellanza contro la proposta di legge che intendeva abolire la festa della Befana. Che significava, per il sapiente Eugenio, cancellazione della speranza di ciò che appare: il titolo del suo secondo capolavoro, Le occasioni.Ciò che accade appare e non può essere perso nel suo apparire.
Epifania, questa di Antonio Di Mauro, poeta forte e intenso della mia generazione, la quale non scherza. Di Mauro, lucido come un montaliano, infocato come un luziano, metafisico e quindi concretissimo, poeta di immagini e cose che prendono forma. Travolgente l’inizio che inscena e svela un’angoscia soffocante, poi solenne e controllato il crescendo verso lo sprofondare «nel precipizio scavato dal digiuno dei sensi/ nel vuoto insignificante…».
E poi, con potenza vitale e luziana, nell’aura di Dylan Thomas, il magnifico irrompere della voce, miracolo naturale: «…misericordia/ insperata che sei tu creatura di luce…».
Mi fermo qui, la visione procede, fino alla fine del mondo: «mia apparizione ovunque mi condurrai…».

 

Apparizione

Rimasto nello spazio effimero di libertà

chiuso nella dimora ormai dissestata

la casa corpo di sopravvivenza disanimata

senza una via d’uscita una qualche verità

sta rannicchiato in un angolo di pareti scrostate

a nutrirsi ostinato dell’ossessione che alla fine

giungerà a sopraffarlo il caos generato

dal divenire di travestimenti e inconsistenze

rassegnato a consumare l’evento dell’esserci

per sottrazione nel transito di astrazioni

ed evanescenze nella dispersione dei pensieri

assordato da voci inesistenti di silenzio

pronto già a sprofondare prima o poi

nel precipizio scavato dal digiuno dei sensi

nel vuoto insignificante…

“… misericordia

insperata che sei tu creatura di luce

da dove sorgi bagliore di carità dell’essere

da quale misterioso fondale affiori epifania

e ti riveli nel riverbero che dà consistenza

ai corpi alle cose fino a farti visione

che scioglie ora il mio torpore per coglierti

immagine e sembianza…”

sono ovunque

e in ogni tempo risalita dalla profonda

oscurità dei tuoi occhi a offrirti il mio sguardo

bifronte e onnivoro per condurti nel grembo

della luce e dissipare l’ombra dell’inesistenza

a rigenerarti forma vivente nell’unico ardore

possibilenon temere non c’è principio

né partenza ma solo il viaggio nel flusso

perenne che ti salva dal vuoto dell’apparenza

dal rischio del precipitare

“… a te mi affido

al tuo passo che è movenza e ritmo di danza

rituale per la salvezza a te mi abbandono

mia apparizione ovunque mi condurrai… ”.

Antonio Di Mauro
(© foto Bellarte)

 

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