Luca Fortis
La musica emergente nella Capitale

Centocelle mon amour

Può un quartiere di periferia, Centocelle, di una metropoli scomposta come Roma, ispirare una poetica musicale? H.e.r, musicista, performer e scenografa risponde di sì. E in questa conversazione ci spiega perché

Centocelle è uno dei quartieri periferici romani dalla storia più intensa, è uno di quelli che negli ultimi anni ha vissuto una certa gentrification. L’anima delle sue vie dalle case basse ricorda molto le atmosfere dei film del neorealismo italiano e per questo negli anni è diventata casa di molti artisti. Una di esse è H.e.r, che non solo qui vive, ma vi ha anche ambientato il video del suo ultimo pezzo, “Of all things”. Erma Pia Castriota, in arte H.E.r, nasce a S. Giovanni Rotondo (Fg). Si diploma in violino al conservatorio di Benevento e in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Foggia, debutta nel 1993 firmando le musiche per La bottega del caffè con Mastelloni e i Dialoghi mancati con Herlitzka. Nel 1995 collabora con Giovanni Albanese alle scenografie del film Silenzio si nasce di Veronesi con Sergio Castellitto e Paolo Rossi. Nel 1997 entra nei Nidi D’Arac, gruppo dedito alla rivisitazione in chiave moderna della musica etnica salentina. Ha collaborato con gli Agricantus (Ethnosphere), Lucilla Galeazzi (Lunario), Eugenio Bennato (Taranta Power) e il gruppo romano Radici nel Cemento. Da segnalare anche la collaborazione con il trombettista Roy Paci in un percorso sperimentale a metà tra la musica elettronica e acustica. Dal 2005 è stabilmente nel gruppo di Teresa De Sio partecipando sia nel disco che nel tour A Sud! A Sud!. Nel 2008 esordisce come autrice per Sony Bmg con la canzone Primadonna cantata da Donatella Rettore.

Da quando vivi a Centocelle?

Vivo a Centocelle dal 2006, ero arrivata a Roma dal Gargano nel 1993. È un quartiere che ti regala sensazioni molto forti perché è un ex borgata romana. Mi piace tantissimo farmi raccontare gli aneddoti dai vecchi della zona, è stato un quartiere di grande resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono circondata da tante storie e tanto passato. Ma c’è anche molto futuro, visto l’arrivo della metro e i tanti progetti di riqualificazione. Oggi, se uno vuole bere qualcosa la sera non ha più bisogno di andare in centro.  Quando arrivai a Centocelle, prima dell’arrivo dei locali alla moda, il nostro punto di incontro era il negozio, chiuso tre anni fa, di Luigi Paolo Patano, in arte la Poppea, una delle regine della notte romana. È stata una delle figure fondamentali dei club della capitale. Ci conoscemmo all’Alien negli anni 90.

È un quartiere che ti sorprende ancora?
Sì, basta passeggiare per il quartiere per scoprire sempre cose nuove, ultimamente ho trovato pure un teatro tenda sequestrato e in un primo momento avevo pensato perfino di ambientare lì il video di “Of All Things”.

C’è molto del quartiere nel ultimo singolo?

C’è sicuramente molto. “Of all things” che significa di tutte le cose, è una sorta di consapevolezza di quello che siamo, del puzzle di tante cose, della moltitudine dei ruoli che abbiamo nella società a livello quantistico, il micro e macro che sono in noi. Il territorio di Centocelle ha a che fare con il micro, il macro è la proiezione tra un ideale lotta tra l’artista e il potere che vuole vederti distrutto. Spesso c’è di mezzo il voyeurismo, il potere vuole vedere il sangue per poterci speculare sopra. Il video è una denuncia del cinismo del sistema, che cerca sangue, storie sensazionalistiche piuttosto che contenuti.

Hai ambientato il video di “Of all things” nella Pugilistica Centocelle…

La Pugilistica Centocelle è una delle realtà più importanti del quartiere, è lì che ho colto quella disciplina che solamente lo sport ti può dare.  Avendo fatto studi classici io ho trovato dei punti in comune con questa disciplina, anche se si tratta di due impostazioni diverse. Questo però mi ha incuriosito. Ho avuto la fortuna di avere come driver per la preparazione dell’eroe che nel video lotta, Oronzo Oggiano, che è un vero trainer di pugilistica.

“Violins and wires” ha avuto oltre 174mila streams su Spotify in soli quattro mesi.

È un disco sorprendente per me perché, nonostante sia stato realizzato con pochissimi mezzi, è riuscito ad avere un grandissimo consenso sia di download che di condivisioni. Sono contenta perché è tutto spontaneo, senza una grande promozione.

Stai portando avanti altri progetti?

Il 6, 7, 8 di settembre abbiamo portato a Casamarciano, a pochi chilometri da Napoli, Dignità Autonome di Prostituzione. Vi sono poi altri progetti di cui ancora non parlo. Però posso dire che sto lavorando a un ultimo disco di canzoni, non ne facevo da dieci anni. Siamo a metà del lavoro.

Cosa è per te la trasgressione?

Non so cosa si intenda per trasgressione, per me che ho attraversato i confini di molte cose. Si tratta di un termine molto relativo, potrebbe essere tornare a casa da mio padre e avere un piatto caldo.

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Il disco di H.e.r su spotify: https://open.spotify.com/album/1iPYaXPPNRet8ZslVdKG0a.

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