Delia Morea
A proposito di “Dottor Neanderthal”

Attenti al gorilla!

Lo scrittore e sceneggiatore Francesco Costa affronta il genere thriller con una storia inquieta e surreale, dove l'apparizione di un gorilla è il primo segno di un mondo in preda alle proprie angosce

Lo scrittore Francesco Costa occupa di certo un posto di rilievo nel panorama letterario italiano, la sua storia artistica è connotata dall’eclettismo: attore teatrale e cinematografico (diretto anche da Roberto Rossellini), sceneggiatore di fotoromanzi, telefilm, radiodrammi, fumetti, film (tra cui L’altra donna di Peter Del Monte, Menzione Speciale della giuria al Festival di Venezia, Così fan tutte di Tinto Brass), critico cinematografico. Approda alla letteratura come autore di racconti e romanzi: La Volpe a tre zampe (Baldini & Castoldi) grande successo di critica e pubblico e da cui è stato tratto il film omonimo per la regia di Sandro Dionisio, L’imbroglio nel lenzuolo (Baldini & Castoldi) da cui è tratto l’omonimo film, regia di Alfonso Arau, illuminato da Vittorio Storaro, con Maria Grazia Cucinotta e Geraldine Chaplin, Orrore Vesuviano (Bompiani) semifinalista al Premio Scerbanenco, Non vedrò mai Calcutta (Mondadori), Presto ti sveglierai (Salani) e altri romanzi. Autore di numerosi libri per ragazzi, ha vinto il Premio selezione Bancarella con La scuola dei veleni, i suoi libri sono tradotti in Germania, Spagna, Grecia, Giappone.

È di recentissima pubblicazione il suo nuovo romanzo Dottor Neanderthal. Il colore morto della mezzanotte (Cento Autori, collana L’Arcobaleno diretta da Carmine Treanni), nel quale si cimenta con un noir appassionante e dal ritmo travolgente, da leggere tutto d’un fiato.

Leonardo Corona è scrittore di libri per ragazzi, in particolare della serie a fumetti “Dottor Neanderthal” che riscuote gradimento tra i giovanissimi. Viene invitato a Lecce dalla libraria Bettina e dal suo fidanzato Adriano, per tenere un ciclo d’incontri nelle scuole, sul suo famoso personaggio. Invitato a cena dai due in un ristorante, accade un fatto orripilante: l’improvvisa irruzione di un gorilla che aggredisce un cameriere. Da questo momento la vita di Corona, e quella dei suoi cari, la moglie Irene che lo ha lasciato perché si è innamorata della traduttrice tedesca dei suoi romanzi, la mamma che gli ha dimostrato sempre poco amore filiale, sarà in pericolo. Leonardo a causa della sua invenzione, del suo dottor Neanderthal, sarà perseguitato da una specie di setta e assisterà impotente ad alcuni terribili delitti.

Un ritmo serrato e pieno di colpi di scena, che si sposa con una scrittura affascinante, densa che, da un verso è scattante e, insieme, speculativa, riprendendo la tradizione di autori di romanzi cosiddetti “gialli” (Raymond Chandler, Agatha Christie), unendola ad una ironia sofisticata che ricorda la migliore tradizione inglese, dall’altro si attesta in maniera avvolgente nelle descrizioni dei luoghi (una Lecce staffilata dalla pioggia, presaga di accadimenti funesti; Pozzuoli, luogo di nascita di Corona, bella e sognante, la Napoli sotterranea dei misteri) dei sentimenti, mentre su tutto governa un raffinato e distaccato senso della satira, anche feroce. In una parola, una scrittura brillante ed elegante che connota un romanzo inquietante e nello stesso tempo ironico e divertito.

Altra grande peculiarità sono i personaggi che lo affollano, dai protagonisti, ai comprimari, alle “comparse” (tra questi anche gli animali come i gorilla), una affascinante pletora umana descritta in maniera assolutamente reale e magistrale da Francesco Costa.

Così Leonardo Corona attraverso delitti, colpi di scena, fughe rocambolesche e improvvisi successi letterari, scopre che il personaggio inventato dalla sua fantasia, quel dottor Neanderthal appartenente ad una razza che nella realtà dovrebbe essere scomparsa milioni di anni fa, ha invece dei risvolti reali perché, travestiti da persone ordinarie, i Neanderthal sono ancora tra noi – forse autori di commistioni di razze – e pur di proteggere i propri simili, probabilmente milioni di anni fa vittime di genocidio da parte dell’homo sapiens, sono disposti a tutto. Con un colpo di scena finale, con le rivelazioni di sua madre, Leonardo capirà molto di se stesso, della sua origine e probabilmente del suo DNA.

Come recita la quarta di copertina: «Un romanzo sulla paura di scoprire se ciò che vediamo è davvero quello che sembra o qualcosa di totalmente ignoto». Aggiungiamo, un romanzo che affonda nella nostra odierna realtà, dove siamo immersi tutti i giorni in notizie che riguardano violenze, attentati, genocidi, dove la solitudine è un fatto quotidiano e l’affannosa ricerca di se stessi diventa sempre più nebulosa.

Inoltre con l’ironia e l’arguzia che lo contraddistinguono Francesco Costa ci ricorda anche come sia difficile oggi la vita di uno scrittore, il suo peregrinare per sopravvivere nel panorama letterario odierno, ed evitare, ad esempio, di cadere nelle maglie di una scrittura sensazionalistica di poco conto, oppure di essere fagocitato da un sistema editoriale talvolta perverso: «Lei scrive libri troppo superficiali su argomenti troppo seri perché vuole diventare famoso, arricchirsi, far sapere al mondo che esiste», o della difficoltà di essere letto: «Ma quanto vale uno scrittore in un paese in cui la maggioranza della popolazione preferisce darsi una martellata su un alluce piuttosto che tuffarsi nella lettura di un libro?».

Un romanzo moderno, originale e avvincente che pur avendo gli stilemi di un noir e il surrealismo tipica dei migliori thriller americani, ha un respiro ancora più ampio, ritrovando la tradizione europea del narrare, che Francesco Costa, scrittore di razza, infonde con tutta la sua sapiente perizia. Un romanzo che si legge in maniera “visibile”, perché la scrittura di Francesco Costa ha nel suo intimo uno sfolgorante coté cinematografico e comunica attraverso immagini precise e immaginifiche al contempo.

Il romanzo sarà il primo di una serie, come annunciato dallo scrittore, a cui auspichiamo tanta letteraria e meritata fortuna.

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