Pier Mario Fasanotti
Un eBook firmato da Lidia Lombardi

Vip dietro le quinte (della letteratura)

Una serie di interviste ai volti noti dello spettacolo rivelano aspetti “privati” che la tv non lascia supporre, tutti legati alla lettura. Così scopriamo che Pippo Baudo fu folgorato da “1984” di George Orwell, che la Buonamici adora Karen Blixen, Giletti Queneau e Buzzanca Shakespeare

Per preconcetto o per ignoranza tendiamo a pensare che uomini e donne dello spettacolo, presentatori tv o registi o “mezzibusti”, siano a distanza stratosferica dai libri. Nulla di più sbagliato, ovviamente con le dovute eccezioni (che poi non sono poche). Lidia Lombardi, nell’eBook Vip e Letteratura (collegato al sito della giornalista Marida Caterini che lo edita, www.maridacaterini.it) ha indagato sul rapporto spettacolo-lettura, fornendoci buone sorprese. Vale la pena citare quel che scrive sulla lettura in generale il professor Mario Morcellini nella prefazione: «…quella pila atomica di stimolazione che è il libro»; «lettura come un virus autocorrettivo dello strapotere accreditato delle personalità dei media», «lettura come vitamina sociale che rende più forte il contatto con il pubblico». Parole sante, come si diceva una volta.

Procediamo come rabdomanti tra le righe di Lidia Lombardi. È stata presenza lunga sul piccolo schermo Pippo Baudo. Qualcuno sa che è laureato, ma questo non è sufficiente per immaginarlo chino su un libro. Ex allievo di don Sturzo, il catanese Baudo è riconoscente al padre che gli leggeva brani dell’Enciclopedia Treccani. E così fu abituato alla parola scritta. Baudo prese in mano, da ragazzo, il Mastro don Gesualdo del conterraneo Giovanni Verga, per poi passare ai Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. Il libro che lo folgorò fu 1984 di George Orwell, «il comunista che scrisse da anticomunista», come tiene a commentare il presentatore-animatore televisivo. Partendo forse dal ricordo che il grande Jorge Louis Borges prese il volo come scrittore “accanendosi” sulle enciclopedie, Lombardi gli chiede: «Lei ha mai voluto scrivere?». Risposta: «Mi hanno sollecitato a farlo, ma quando vedo in libreria le pile di volumi spesso inutili, insignificanti, mi prende la delusione». Non è il solo, direbbero in molti che si sorprendono di vedere in cima alle classifiche alcuni come Fabio Volo (maliziosa domanda: ma è veramente lui a scrivere tutto?).

cop-lombardiUn altro volto storico delle tv è Cesara Buonamici, elegantissima mezzobusto, la quale tiene sul comodino le avventure del commissario Salvo Montalbano, creatura poliziesca di Andrea Camilleri. Adora La mia Africa di Karen Blixen. E l’apparentemente attor leggero e svagato come Lando Buzzanca? Confessa: «Luigi Pirandello è nel mio Olimpo. Leggo e rileggo William Shakespeare che, a mio avviso non era inglese ma italiano». Da ragazzo i suoi occhi furono attratti da Emilio Salgari e dal Cuore di Edmondo De Amicis. Da buon siciliano si “bevve” tutti i libri di Vitaliano Brancati, suo conterraneo. Poi venne la “cotta” per Kerouac. Buzzanca interpretò come attore Giacomo Uzeda, personaggio dei Vicerè di Federico De Roberto. Inevitabile fu l’attentissima lettura di quell’autore, così spesso dimenticato dagli italiani, compresi i cosiddetti “lettori forti”. E ora che sta leggendo? «Una biografia di Marcel Proust».

Ve la ricordate Roberta Capua? Fu miss Italia nel 1986, e da allora ha iniziato la sua carriera in tv come conduttrice di “Uno mattina”, “Buona domenica”, “I fatti vostri, “Sei un mito”. Confessa di leggere di notte e quando viaggia, e predilige i romanzi storici. Oltre i buoni libri, come Oscar e la dama in rosso di Eric-Emmanuel Schmitt e La cena di Hermann Koch, non disdegna sfogliare pagine mediocri: «Ti lasciano sempre qualcosa». Rita Dalla Chiesa fu per anni la conduttrice di “Forum” su una rete Mediaset. Rivela di adorare le poesie «che parlino di mare». Il poeta preferito? Il turco Hikmet. Anni fa si è appassionata ai noir del marsigliese Jean-Claude Izzo e del suo investigatore con nome italiano (Fabio Montale). Passò a Maria Venturi, Dacia Maraini e Sveva Casati Modignani. Diffidente verso i libri di storia: «Non ho mai aperto Il nome della rosa di Umberto Eco». Lidia Lombardi le chiede se abbia la tentazione di scrivere. E lei: «Me l’hanno proposto, ma ho sempre rifiutato. Non ci si improvvisa scrittori». E aggiunge: «Ho conversato a lungo, tante volte su una panchina, con Alberto Bevilacqua di storie e personaggi emiliani».

Altro presentatore televisivo che può indurre molti a pensarlo sveglio, arguto, ma forse non appassionato di libri. Forse perché impersona il bell’uomo di successo? Errore. Afferma che la scelta delle sue letture dipende «dai periodi, dall’umore e dalle storie in cui mi trovo». Giletti, liceo classico e laureato cum laude in Giurisprudenza, ama anche lui il poeta Hikmet. E, per la prosa predilige Troppo buoni con le donne che Raymond Queneau scrisse con pseudonimo. Altri libri amati: biografie storiche, Il deserto dei tartari di Dino Buzzati («Ha segnato la mia gioventù»), l’Iliade e l’Odissea. Un’altra miss Italia è Anna Kanakis (vinse il premio nel 1977 e partecipò a miss Universo), siciliana di padre greco. Era avvocato prima di fare l’attrice. Lettrice precoce, divoratrice dei libri di Oriana Fallaci (ma prende le distanze quando la giornalista fiorentina lancia strali contro gli arabi). Recenti letture: Troppi paradisi di Walter Siti e Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Kanakis è anche autrice: di Sei così mia quando dormi e L’amante di Goebbels. La giornalista della Rai “che non ride” è Franca Leosini, abilissima nel ricostruire le tappe di alcuni processi. E in questo sopperisce alla mancanza, sui quotidiani, di descrizioni di alta qualità dei fenomeni giudiziari, che una volta venivano affidati a penne eccelse, primo tra tutti Dino Buzzati. Leosini ama molto Pirandello, Lolita di Vladimir Nabokov, i romanzi di Camilleri, di Raffaele La Capria ( del quale è amica di famiglia) e di Walter Siti.

Luigi Lambertini è stato per trent’anni davanti ai microfoni della Rai ed è stato finalista allo Strega con Gola di Pietra. Sul tavolo tiene alcune opere per lui indimenticabili: L’isola misteriosa di Jules Verne, Il piccolo principe, Gli ultimi filibustieri di Salgari e Candide di Voltaire. Tra i poeti predilige Ungaretti, Repaci e Valéry. E l’estroversa cantante Iva Zanicchi? Sono una forte lettrice, dice. Da giovane s’appassionò alle gesta dei crociati della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, lesse e rilesse Liala, Via col vento di Margaret Mitchell. Più avanti ha scoperto D’Annunzio, infastidita dall’etichetta fascista che gli affibiarono, Pirandello, Eco («ma non ho mai finito Il pendolo di Foucault), Steinbeck. «Oggi mi intrigano» Camilleri, Ken Follet e Giorgio Faletti.

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