Marco Fiorletta
Riletture postume

Riscatto western

Con Joe R. Lansdale la letteratura di genere recupera l'epopea americana per eccellenza. Nella violenza e negli spazi aperti del passato si ritrovano i segni del presente

Ha ancora senso scrivere un libro western ai giorni nostri? Dopo aver letto La foresta di Joe R. Lansdale (Einaudi diversi formati e prezzi), non si può far altro che dire di sì. Ambientato agli inizi del Novecento, quando ormai si pensa che l’epopea western sia finita, l’autore ci porta nelle ultime propaggini del mito americano della conquista del West, quando ai cavalli si iniziano a sostituire le automobili. Quando ancora molti fiumi si attraversavano con le zattere e ancora c’era chi andava in giro con cinturone e pistole. Dite che succede ancora? Ma guarda, non me ne ero accorto.

Un’epidemia di vaiolo priva dei genitori due ragazzi, il sedicenne Jack e la quattordicenne Lula Parker, a cui rimane solo il nonno, vecchio predicatore di cui scopriremo le “malefatte”. Il vecchio Caleb abbandona la cittadina dopo aver venduto le sue proprietà e inizia un viaggio verso una nuova vita con i due nipoti. Perlomeno queste sarebbero le intenzioni, ma ciò che resta della famiglia Parker non ha fatto i conti con il fato che li porterà ad incontrare dei loschi figuri che cambieranno i loro progetti. Da questo incontro si sviluppa tutto il racconto di Lansdale che avvince con il suo misto di avventura e dramma condito da abbondante ironia. D’altronde, non potrebbe essere diversamente se per ritrovare Lula, Jack deve allearsi con un nero a metà, Eustace Cox, omone che vive facendo il becchino e cade spesso vittima dell’alcool; il nano Shorty, colto e saccente, con un passato da clown in un circo e con una mira straordinaria; lo sceriffo Winton che porta sul corpo e sul viso i segni di qualcosa di tragico a cui si uniranno una giovane prostituta, Jimmie Sue, e un altro nero, Spot, dal comportamento ai limiti dell’infingardaggine. Aggiungete a questa eterogenea compagnia anche il maiale Hog, fedele compagno di Eustace Cox, e capirete che l’autore è dotato di buona fantasia per raccordarli tutti. D’altronde Joe R. Lansdale ha al suo attivo molti romanzi che lo hanno ormai consacrato nel panorama della narrativa mondiale.

lansdaleNon manca nulla dei classici racconti western, dalle sparatorie ai pestaggi, all’improbabile reso fattibile dalla penna di Lansdale, dalla dannazione alla redenzione, dalla violenza all’amore e, se vogliamo, ad un certo lieto fine non convenzionale. Il tutto con una lunga cavalcata nella foresta del titolo in cui si è nascosto il bandito che ha rapito Lula.

Tutto raccontato molto bene, con una bella scrittura, e va dato merito al traduttore di aver reso in italiano certe particolarità della narrazione. Al di là del libro western La foresta non è altro che una metafora della vita dove le persone che si incontrano non sono solo belle e patinate ma reali, con i loro difetti, i loro guasti dovuti alla vita di ogni giorno e con la possibilità e la voglia di “riscatto” che è propria dell’essere umano. Vita che, considerando dove è ambientato e l’epoca, faceva incontrare la violenza verso i diversi, nella fattispecie donne, nani, neri. Mi dite che non è cambiato nulla? Sì forse è vero. Vedendo quello che accade intorno a noi non si può far altro che dire che, alla fine, Lansdale non si è inventato nulla. Però quel nulla lo ha raccontato più che bene.

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