Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Ballata controtempo

La bellezza che svanisce è un emblema della condizione umana. Così François Villon, nominando le belle donne del tempo andato, si contrappone al nulla della morte

La famosa ballata delle donne del tempo andato, o della bellezza femminile, la più bella, che svanisce. Pochi poeti hanno saputo farci tremare con la potenza dei nomi: le donne del bel tempo andato, i signori, i grandi personaggi storici che aleggiano sulla bolgia di Villon (Parigi 1431-1463) come aure della bellezza passata, sono palpitanti emblemi della condizione umana nel suo essere nome, volto nominato a tenerlo in vita. E Villon nomina, chiama tanti nomi, di gente passata e lontana, per adunarli accanto a sé e ai suoi compagni di taverna e di bolgia, per averli accanto e salvarli dalla distruzione del tempo, per cantare i loro nomi nella nostra memoria, per collegare nel ricordo i vivi ai morti, per contrapporre al nulla della morte la pronuncia del nome, l’agonistica e infine vincitrice compassione della poesia. Che è la forza resistente al divenire del tempo, che tutti porta via. Il più grande poeta di lingua francese, il sommo Villon, lc donne che svanirono, e, per la forza della poesia, vivono ancora.  

 

03f/21/prst/15458/04

Ballata delle donne del tempo passato

Ditemi dove, in quale paese

è Flora, la bella romana,

Alcibiade e Taide,

sua cugina germana,

Eco parlante quando scorre una voce

sul velo di un fiume o di uno stagno,

Eco, bellezza molto più che umana?

Ma dove, le nevi dell’anno passato?

 

Dov’è la sapiente Eloisa

per cui Abelardo fu castrato

e chiuso in convento a San Dionigi?

Per amore subì tale destino.

Ditemi ancora, dov’è la regina

che ordinò che Buridano fosse gettato

nella Senna in un sacco e affogato?

Ma dove, le nevi dell’anno passato?

 

E lei come il giglio, Bianca la regina,

che cantava con voce di sirena,

Berta dal grande piede, Alice, Beatrice,

Erembourg signora del Maine,

la buona Giovanna di Lorena,

che gli inglesi bruciarono a Rouan,

dove sono, dove, Vergine suprema?

Ma dove, le nevi dell’anno passato?

 

Principe, è inutile cercare con affanno

dove sono ora, nel corso dell’anno,

se non vuoi che riprenda il motivo andato,

dove, le nevi dell’anno passato?

François Villon

(Traduzione di Roberto Mussapi)

Facebooktwitterlinkedin