Gloria Piccioni
Vent'anni dopo, Roma ricorda il grande storico dell'arte

Ricordando Giuliano Briganti

Dal Manierismo alla Metafisica: l'arte non aveva segreti né steccati per il celebre critico. Oggi allievi, amici e artisti racconteranno i suoi segreti. Che sono quelli della cultura italiana

Chi aveva la fortuna di conoscere e di andare a trovare Giuliano Briganti nella sua casa di Via della Mercede 12a a Roma, se entrava nella sala riservata alla sua biblioteca aveva davvero l’impressione di essere ammesso in un tempio, fatto di fitte scaffalature che s’innalzavano fino al culmine delle pareti, dando un senso di infinito, e con al centro un tavolo-altare, dove i tomi venivano posati come un’offerta. (Ora quella biblioteca con la Fototeca sono proprietà del Comune di Siena, conservate a Palazzo Squarcialupi). A vent’anni dalla sua scomparsa, Giuliano Briganti sarà ricordato oggi a Roma, con una giornata di studio organizzata dall’Università di Roma Tre, un tempo il Magistero dove dal 1983 ha ricoperto per un decennio la cattedra di storia dell’arte moderna, dopo aver insegnato la stessa disciplina all’Università di Siena.

Nato nel 1918, già la sua tesi di laurea dedicata al cinquecentesco pittore bolognese Pellegrinio Tibaldi (poi diventata un saggio monografico pubblicato nel ’45), indica quell’interesse per il Manierismo ulteriormente indagato negli anni successivi, fino al memorabile saggio La maniera italiana del 1961. Dunque il Cinquecento, ma anche i seicenteschi Bamboccianti, Pietro da Cortona e la pittura barocca, Gaspar van Wittel e l’origine della veduta settecentesca, il Palazzo del Quirinale, il Neoclassicismo, i pittori dell’Immaginario sono stati oggetto dei suoi studi e dei suoi interessi. Che si sono estesi, essendo l’arte di per sé svincolata da limiti temporali, alla Metafisica, all’opera pittorica di De Pisis (di cui ha curato il catalogo generale), ai contemporanei a cui ha sempre riservato attenzione (e che ha osservato a distanza ravvicinata nell’importante Galleria dell’Oca, diretta fino al 1997 da sua moglie Luisa Laureati).

Allievo di Roberto Longhi (e anche di Adolfo Venturi e Carlo Ludovico Ragghianti), come il maestro era un grande conoscitore, e proprio questa capacità, o per meglio dire talento «di stabilire con chiarezza quale sia un’autentica opera d’arte e quale non lo sia» era un suo tratto peculiare e universalmente riconosciuto. Conoscitore, indipendente nel giudizio, aveva poca fiducia nei critici e nei tecnici: «Non amava le polemiche di fondo né il battibecco di superficie ma in realtà non andava d’accordo con nessuno preferendo seguire il filo rosso di un’Arianna invisibile agli altri. Era appunto questa vicinanza remota a trarre in inganno, non era il cuore ma l’intelligenza il vero motore di quel corpo piccolo e grazioso, come se nelle sue vene circolasse mercurio anziché sangue». Così Alvar Gonzáles-Palacios nella prefazione di un delizioso e imperdibile libro postumo di Briganti, Affinità (Archinto, 2007, a cura di Laura Laureati), una galleria di ritratti, incontri, cronistorie legate a persone che hanno lasciato un segno nella sua vita.

Non andava d’accordo con nessuno, racconta Gonzáles-Palacios che nello stesso scritto si sofferma sul rapporto di Briganti con Federcio Zeri, altro rappresentante della scuola italiana dei conoscitori. Per anni i due non si considerarono se non con antipatia (da quel di Mentana, Zeri definiva Briganti «lo svertebrato di via della Mercede»). Poi, sul finire delle loro esistenze, si sono riavvicinati stringendo un’amicizia «nutrita di una stima reciproca» benché per temperamento i due non potevano essere più lontani l’uno dall’altro; tanto che si continuava, a proposito dei loro rapporti, a indovinare «sotto sotto… un’antica diffidenza».

E nel Salone di Pietro da Cortona di Palazzo Barberini (Via delle Quattro Fontane 13, a partire dalle 10,30 di oggi) ci sarà anche Alvar Gonzáles-Palacios a ricordare l’amico Giuliano e la sua lezione. Insieme a Anna Lo Bianco, Evelina Borea, Ludovica Trezzani, Matteo Lanfranconi, Bruno Toscano, Laura Laureati, Valentina Russo, Barbara Cinelli, Ester Coen, Luigi Ontani e Nunzio.

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