Paolo Petroni
Al Teatro La Comunità di Roma

Le passioni di Bazin

Giancarlo Sepe festeggia i cinquant'anni del suo mitico teatro, nel cuore di Trastevere, con uno spettacolo dedicato ad André Bazin protagonista del cinema francese degli anni Cinquanta. Una messinscena bella e visionaria, che - come sempre - mescola linguaggi e suggestioni

Alla prima di Bazin, il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe che apre le celebrazioni per i 50 anni del suo Teatro la Comunità, si è avvertita la presenza in spirito di personaggi che andavano da Eduardo De Filippo a Federico Fellini, Mario Monicelli, Alberto Moravia, Vittorio Gassman, Alberto Lionello, Maurice Bejart, Giulietta Masina, Romolo Valli, […]

continua »
Luca Fortis
Al Teatro Vascello di Roma

Niobe e la felicità

Stefano Napoli presenta il terzo capitolo della sua trilogia dedicata alle dark queen. Dopo Elena e Cleopatra, è la volta di Niobe: «Nella vita umana il dolore è inevitabile e improvviso e l’uomo può solo sopportarlo senza lasciarsene abbattere»

Il 27, 28 e 29 maggio andrà in scena al teatro Vascello Vanity Dark Queen: Niobe regina di Tebe. Dopo i lavori su Cleopatra ed Elena di Troia, ecco la terza “dark queen” della serie inventata da Stefano Napoli. Niobe, l’antica regina di vanità, che volle farsi anche felice per il numero dei suoi figli, […]

continua »
Nicola Fano
Il senso di una crisi

Putin e Čechov

La Russia europea e la Russia asiatica, il primato della tradizione e quello del mercato: rileggere Čechov in tempi di guerra può essere utile a capire se in Putin prevalga l’«anima Ljuba» (l'attaccamento al passato) o l’anima «Lopachin» (il ghigno che accompagna le bombe)

«Spetta a chi ha legato il sonaglio al collo della tigre il compito di toglierlo»: quando ho letto, nei resoconti della videoconferenza tra Xi Jinping e Joe Biden in margine all’invasione russa dell’Ucraina, questa limpida metafora usata dal presidente cinese, ho pensato a Čechov. In un suo racconto abbastanza celebre, Tre anni, Čechov immagina – […]

continua »
Paolo Petroni
Al Teatro dell'Opera di Roma

Video Turandot

Finalmente va in scena l'attesa “Turandot” di Puccini nella versione dell'artista cinese Ai Weiwei che ne ha curato regia, scene e costumi. Uno spettacolo dai risultati contraddittori: tutta la vicenda è annegata in un tappeto costante di immagini di vita contemporanea

È finita senza grande entusiasmo la prima della attesa e spettacolare Turandot all’Opera di Roma con scene, costumi e regia dell’acclamato artista cinese Ai Weiwei che ha costruito uno spettacolo sconcertante. Sconcertare è quasi insito nella natura di un vero artista, ma bisogna poi andare a vedere la sostanza e le ragioni di questo esito, […]

continua »
Sergio Buttiglieri
Al teatro Metastasio di Prato

Giorni infelici

Il regista Massimiliano Civica riporta in scena (con Monica Demuru) "Giorni Felici" di Samuel Beckett. E, immancabilmente, ne fa un epilogo sulla morte e sulla caducità delle nostre esistenze

In questi giorni poco felici, al teatro Metastasio di Prato, una coppia innestata in un iconico cretto che tanto ricorda quelli di Burri, tenta un vano insignificante dialogo. Lei, sempre issata alla sommità del cretto, immersa sino alla vita e lui nascosto alla base che emette rumori primordiali. Un dialogo fra i due che tanto ci fa […]

continua »
Raoul Precht
Periscopio (globale)

Dire Pasolini

Il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini è l'occasione giusta per tornare a riflettere sul suo “teatro di parola”. Da "Affabulazione” a "Calderon", una drammaturgia contro il vuoto teatro borghese e l'avanguardia "del gesto e dell'urlo"

Certe volte si fa fatica a credere che siano già passati cent’anni dalla nascita di un autore che ci sembra, se non pienamente contemporaneo, almeno ancora molto vicino alla nostra sensibilità e alle nostre lacerazioni. È il caso di Pier Paolo Pasolini, di cui davvero sorprende che ricorra già, il 5 marzo, il centenario della […]

continua »
Beppe Navello
In margine alla prima del Regio di Torino

Teatro all’opera

Il teatro, negli ultimi decenni, ha perso una sua certa "sacralità" in nome di una pretesa svolta popolare. Ma è stato proprio così? Al contrario, l'Opera ha mantenuto quei formalismi che però le garantiscono un'identità e una funzione universalmente riconosciuta

La sera del 12 febbraio scorso a Torino, andando all’inaugurazione della stagione del Regio, mi sono confrontato con una riflessione che mi si affaccia alla mente quasi tutte le volte che vado all’opera: un pensiero che non riguardava il bell’allestimento al quale ho assistito (Bohème di Puccini, direttore d’orchestra Piergiorgio Morandi, registi Paolo Gavazzeni e […]

continua »
Sergio Buttiglieri
All'Arena del Sole di Bologna

Sarraute e il nulla

Pier Luigi Pizzi mette in scena “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute con Umberto Orsini e Franco Branciaroli in scena: un capolavoro sul vuoto ricamato sul talento di una scrittrice particolarissima e due attori formidabili

Pier Luigi Pizzi a Bologna, al Teatro Arena del Sole, (e ora in tournée a Milano al Teatro Grassi e poi in varie parti d’Italia) ha appena felicemente messo in scena Pour un oui ou pour un non, un interessante testo della scrittrice francese Nathalie Sarraute, grande ammiratrice di Dostoevskij, che non a caso già nel […]

continua »
Luca Zipoli
In scena a Roma

Abba all’italiana

Per la riapertura dopo i due anni di fermo per il covid, il Teatro Sistina di Roma ha scelto il suo musical di maggior successo degli ultimi anni: quel "Mamma mia” che Massimo Romeo Piparo ha tratto dall'opera che ha riportato alla celebrità gli Abba. E stavolta anche le canzoni sono in italiano

Quest’anno il 7 dicembre non sarà ricordato soltanto per la Prima alla Scala di Milano, andata in scena, come ogni anno, nel giorno di Sant’Ambrogio. Nella stessa data, infatti, si è tenuta un’altra serata inaugurale molto attesa, quella del Teatro Sistina di Roma, che ha festeggiato la ripresa delle sue attività dopo quasi due anni […]

continua »
Erminia Pellecchia
Al Teatro Off Off di Roma

I sogni di Jennifer

Antonello De Rosa riporta in scena la sua versione de "Le cinque rose di Jennifer", il monologo che rivelò il grande talento di Annibale Ruccello. Uno spettacolo dolce e spietato al tempo stesso, per riflettere sulla solitudine che segna - sempre - le diversità

La penombra della stanza è rotta dal bianco del copritavolo habillè su cui campeggiano, tra ninnoli vari, pacchetti di sigarette, profumi e ciprie, un vaso con cinque rose, un portaritratti senza foto, una sveglia e un telefono in bachelite modello anni Cinquanta. Accanto, c’è una sedia-poltrona, di quelle dal design omologato che acquisti a pochi […]

continua »