Pasquale Di Palmo
La voce del poeta: Milo De Angelis

L’abisso a fianco

«L’esperienza poetica è qualcosa che scende a picco nel cuore dell’uomo e s’inabissa nella sua necessità profonda e nella sua quotidiana salvezza». Questa è la cifra del poeta milanese, una certezza che trasmette da anni come insegnante nel carcere di Opera e che i suoi versi ci raccontano…

«Non andartene, abisso, dal mio fianco» è un verso che potrebbe benissimo rappresentare l’excursus poetico di Milo De Angelis, considerato uno dei più importanti – se non il più importante – poeta italiano contemporaneo. De Angelis ha pubblicato le raccolte Somiglianze (1976), Millimetri (1983), Terra del viso (1985), Distante un padre (1989), Biografia sommaria (1999), […]

continua »
Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Mito America

Ancora una volta il paese di Whitman, Hemingway, Fitzgerald e tanti altri giganti genera una costola di cultura. Ora è il turno di Patrizia Villani che nei suoi versi ritorna, più consapevolmente, allo spirito di fondazione di quella terra

Luccichio di cristallo, aria asciutta, il rosso intenso della sera che si fa notte, il gioco dei rumori e dei suoni rilanciati: il cosmo dell’America nei suoi momenti paesaggistici, in questa poesia che presenta una natura assoluta, asciutta, deserto e canyon: un volto dell’America, quasi il contenitore di uomini e anime accorrenti, un paese minerale […]

continua »
Angela Di Maso
Al San Ferdinando di Napoli

Vaudeville Liolà

Arturo Cirillo con Massimiliano Gallo mette in scena “Liolà” di Pirandello: roba, fertilità e sterilità segnano uno spettacolo verista perfettamente riuscito

È affidata ad Arturo Cirillo l’apertura ufficiale, al San Ferdinando, della stagione teatrale dello Stabile di Napoli, regista ed interprete di Liolà di Luigi Pirandello. Protagonista Massimiliano Gallo. In scena, con Cirillo e Gallo, un ricco cast: Milvia Marigliano, Giovanna Di Rauso, Giorgia Coco, Sabrina Scuccimarra, Antonella Romano, e poi Viviana Cangiano, Valentina Curatoli, Giuseppina […]

continua »
Danilo Maestosi
Al Palaexo di Roma

Quadriennale senza miti

Ritorna la Quadriennale, ma è solo un miscuglio di suggestioni e provocazioni. Nel nome di Pasolini (ma senza la sua rabbia e la sua poesia): la testimonianza di una grande, danaroso fallimento

Altri miti, altri riti. Si presenta con questo titolo la sedicesima edizione della Quadriennale che torna in scena al Palaexpo dopo 8 anni di letargo, rinvigorita dalla ricca dote di finanziamenti pubblici, 1 milione di euro, sponsorizzazioni private, un altro milione di euro, ed entrature che il nuovo presidente Franco Bernabè, con la sua gestione […]

continua »
Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Il teatro delle parole

«La scena è il luogo della parola, e la parola si attua in tutte le sue dimensioni solo nella scena. Non sono antitetiche, sono complementari». Scrivere secondo Fabrizio Sinisi

Nome e cognome: Fabrizio Sinisi. Professione: Drammaturgo. Età: Ventotto. Quando nasce la tua passione per la drammaturgia e quando hai deciso di farne un mestiere? Ho iniziato a scrivere poesie e racconti quando avevo otto anni; il tentativo di scrivere per il teatro è nato molto più avanti. Quando ho iniziato a collaborare con la Compagnia […]

continua »
Nicola Fano
Viaggio in un teatro (apparentemente) lontano

Scene dalla Lucania

Il consorzio Teatri Uniti di Basilicata ha organizzato negli spazi della Regione una rassegna di nuove produzioni lucane: un'occasione importante per capire pregi e limiti della creatività del Mezzogiorno

La forza del teatro si vede da lontano. Come la sua magia. Mi è capitato di sentirle, per esempio, assistendo ad uno spettacolo dedicato a Shakespeare (uno Shakespeare preso a pretesto per una sorta di rappresentazione popolare di strada…) in un Auditorium singolare: quello di Avigliano, in Lucania. Eravamo in un luogo teatralmente inospitale (una […]

continua »
Arturo Belluardo
Un bozzetto inedito

Melina e la pipetta

«E ridevo a vedere i tuoi brufoli colorirsi, contrarsi quasi a schizzare. E finalmente entravi in acqua, Melina ti spruzzava e tu rimanevi ammammaloccuto a spiarci i capezzoli duri. I capezzoli che io li sapevo. Tu, no»

E attia Melina ti faceva sangue, vero? E lo vedevo come i suoi capelli rosso Tiziano che si sparpagliavano sulla sabbia di Fontane Bianche ti scuotevano la carne: il tuo sguardo sembrava scivolare sulle volute dei suoi ricci, quasi fossero un toboga, per poi atterrare sulle ciglia lunghe, sulle labbra affusolate. E le tue narici […]

continua »
Nando Vitali
A proposito di “Orfanzia”

Pinocchio all’inferno

Athos Zontini racconta una storia di infanzia negata, di conflitto insanabile tra la libertà di un bambino e le regole del mondo dei grandi. Ma, dietro la favola, c'è un apologo sulla fantasia negata

La cronaca, principalmente televisiva, di tutti i giorni, propone spesso casi di sparizione di bambini. Un fenomento purtroppo che tocca corde talmente sensibili sul punto di spezzarsi. Nel suo romanzo di esordio (Orfanzia, Bompiani editore, pp. 222, Euro 17,00), Athos Zontini, affronta questo tema da un punto di vista specialissimo, dove chi desidera scomparire per […]

continua »
Pierluigi Pietricola
Dopo l'elezione di Trump

Politici senza parole

Non si argomenta più, le frasi sono ridotte al minimo, si procede per slogan che attecchiscano nell’immediato colpendo e discreditando l’avversario: un saggio di Mark Thompson spiega il nuovo populismo. Non solo negli Usa

Si vive in un‘epoca fortemente dominata dall’immagine. Non solo la TV ne veicola quantità inverosimili, ma perfino le ultime frontiere della tecnologia digitale privilegiano l’aspetto visivo piuttosto che quello scritto o orale. Per di più, questo modo di comunicare di forte, quasi violento, impatto sulle persone, costringe ad una ricezione delle informazioni o estremamente dinamica […]

continua »
Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

I capelli di Trump

Alec Baldwin, nella celebre trasmissione satirica “Saturday Night Live” fa il verso a Trump. E il magnate insorge: «queste elezioni sono truccate! c'è una congiura contro di me». Sì, i tiranni non amano la satira...

La satira, si sa, non piace ai tiranni che nei secoli hanno sempre cercato di zittirla, proprio perché non solo ha il grande potere di incrinare l’immagine levigata e perfetta che il dittatore vuol dare di se stesso, ma anche perché, ciò facendo, distrugge, con l’atto irriverente dell’impertinenza, il disegno di dominare il sentire libero […]

continua »