Alessandra Pratesi
Visto al Teatro Quirino di Roma

L’assurdo secondo Pirandello

Diretto da Liliana Cavani, Geppy Gleijeses riporta in scena "Il piacere dell'onestà“, un classicissimo Pirandello che sfida le regole della logica fino a sfociare nell'assurdo. Con qualche decennio d'anticipo

Lui, lei, l’altro. Dalla commedia nuova alla commedia dell’arte, dai palcoscenici dei teatri lirici alla drammaturgia borghese, il cuore del plot a teatro non è variato. L’amore, la famiglia, i figli, gli obblighi sociali. Luigi Pirandello non è da meno: esattamente cento anni fa componeva Il piacere dell’onestà. A poco più di un secolo dalla […]

continua »
Giuliano Capecelatro
Nostra scatologia quotidiana

Debord nella Rete

La società dello spettacolo è diventata la società del fondamentalismo (non solo verbale) a misura di social network. Qual è stato il passo finale di questo imbarbarimento dello stile e delle idee?

C’è di mezzo Guy Debord, che mezzo secolo fa snidò lo strepitante carro di Tespi accovacciato nelle pieghe del quotidiano: il mondo è un accumulo di spettacoli, sentenziò; il mondo fece spallucce, comunque stampò e mise in vendita La società dello spettacolo, e continuò imperturbato per la sua strada. C’è di mezzo la Commedia dell’Arte, […]

continua »
Vito Catalano
A proposito del "Giorno degli orchi”

La strategia dell’orco

Adolescenza e vita quotidiana nei dintorni di Firenze: una ragazzina bella e furba scopre un modo per guadagnare soldi e brivido, finché... Il nuovo libro di Divier Nelli è un concentrato di normali paure

Vita di ogni giorno, studenti sedicenni, Firenze e la campagna dei dintorni. Uno scenario familiare, situazioni quotidiane. Ragazzi che studiano, scherzano, si prendono in giro, sparlano di conoscenti e parenti. La giovane Aurora vive in una casa nel Chianti, il padre è un tirchio ed entrambi i genitori sono piuttosto distratti, pensano alle cose loro […]

continua »
Pasquale Di Palmo
La voce del poeta: Ivan Crico

La lingua estinta

Per la sua ultima raccolta, “De Arzènt zù”, ha usato il teregestino che si parlava a Trieste fino ai primi dell'Ottocento. Convinto com’è che «è la scrittura a conferire dignità a un linguaggio e a traghettarlo nel tempo». Una scelta premiata anche con un prestigioso riconoscimento…

Nato a Gorizia, Ivan Crico è un autore che si è espresso sia in lingua sia in dialetto, pubblicando le raccolte Piture (1997), Maitàni (Segnali di mare) (2003) e Segni della Metamorfosi (2007). L’ultima silloge, edita nel 2008 per l’Istituto Giuliano di Storia e Documentazione di Trieste, si intitola De Arzènt zù (D’argento scomparso, 60 […]

continua »
Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Per ricordare Bellezza

È triste e scandaloso che un poeta come Dario Bellezza, morto da pochi anni, sia stato così dimenticato. È una delle voci più forti, intense e strazianti della poesia italiana del secondo Novecento

Dario Bellezza. Roma, la sua città, il Mondo. Nequitosa, invalida, il traffico è ossidato in cellule soltanto negative, che non risorgono. Il retro della città, come porta all’Ade, passaggio infero, il fiume, il mitico fiume di Roma qui stagno d’Averno, dove la città sprofonda nel regno dei morti. Il disfacimento della città caput mundi, il […]

continua »
Alessandra Pratesi
Visto al Teatro Argentina di Roma

Dostoevskij kitsch

Il regista russo Konstantin Bogomolov, arruolato dall'Ert, confeziona un "Delitto e castigo" in stile Grande fratello tv. Un Dostoevskij attualizzato per capire se una redenzione è ancora possibile

È un’umanità borderline quella tratteggiata in Delitto e castigo. La miseria, materiale e morale, è la vera protagonista, causa ed effetto delle azioni di Raskol’nikov e dei tipi umani che incontra lungo la sua personalissima via crucis dalla disperazione al crimine, dal pentimento alla redenzione. Studente a Pietroburgo, sola speranza di ascesa sociale per la […]

continua »
Sabino Caronia
Un libro di Jan Brokken

A spasso con Anna

Non solo l'Achmatova, ma Esenin e Solzenicyn, Nabokov e Rachmaninov, e poi Dostoevskij, Turgenev, Ciajkovskij e Gogol. In “Bagliori a San Pietroburgo” l’autore olandese, abbagliato dalla cultura russa e dai suoi esponenti, compie un pellegrinaggio nella città dove vissero. Sulle loro tracce…

I libri di Jan Brokken sembrano tutti un grande unico racconto. L’autore spesso si cita, e qui in particolare ovviamente fa più volte riferimento al Giardino dei cosacchi, di cui questo libro è stato in parte preparatorio. Questo accade perché non sono dei romanzi tout cour ma sono piuttosto dei racconti in prima persona. L’autore […]

continua »
Antonio Celano
Storie di normali ossessioni

Lager H2O

«Ci siamo ritirati di fronte alla luce del sole. Abbiamo abitato per mesi le fogne, contendendo i liquami ai ratti, le macchie d’umido alle alghe. Di cosa dovevamo pentirci?»

Le quattro del mattino, il momento più fresco della giornata. Lentamente metto i piedi sul pavimento e per minuti me ne sto lì, a capo chino, a guardarne gli alluci ossuti. Altre volte mi sniffo le braccia appiccicose. Una volta erano ferrose, ora sanno di forte, di pelo bagnato di cane. Bene così – mi […]

continua »
Lidia Lombardi
Itinerari per un giorno di festa

Le scampagnate di Alessandro Farnese

Riaprono al pubblico gli Horti Farnesiani, il “giardino segreto” del Palatino. Un percorso che stordisce per la bellezza, come già accadde a Goethe e a Turner. La storia di questo luogo simbolo della Roma rinascimentale e barocca in una mostra

«La sera, dopo aver osservato con tutto agio quelle belle cose, andammo nei giardini del Palatino, ameni spazi verdeggianti che riempiono gl’intervalli tra le rovine dei Palazzi dei Cesari. Là, su una grande terrazza aperta al pubblico, cinta di stupendi alberi sotto cui erano disseminati frammenti di capitelli scolpiti, di colonne lisce e scanalate, di […]

continua »
Gloria Piccioni
All’Auditorium Parco della musica di Roma

Il Dylan infinito

Senza chitarra (al pianoforte), un po' crooner un po' rocker, Bob Dylan ammalia ancora una volta in concerto con sonorità tutte nuove. Insomma, letteratura sì o no, un Nobel lo meritava comunque

Quando, a luci spente, la scena si è movimentata e i musicisti sono entrati, l’attesa si è trasformata in brivido. Quando poi quella figura minuta, in giacca di pelle e stivaletti chiari simil-texani, riconoscibile anche al buio, a passi lenti, con breve intercedere si è sistemata al pianoforte per dare inizio all’epifania, a quel punto […]

continua »