29
aprile
2024

racconti

Manuela Guarnieri
Una storia napoletana

La foresta di penna nera

«“Ma quale primavera, Munaciè, questa sta così da quella notte”, continuò Nunzia abbassando il tono della voce, fino a bisbigliare, sul finire della frase. Munaciello si poggiò la matita ormai ridotta a mozzicone sull’orecchio peloso e continuò a battere le sue dita tozze e grassocce sulla calcolatrice»

“Oggi ti prendi nu’schiaffone”. Nunzia non si fidava più di guardarla, sua figlia, mentre occhi scuri e sguardo perso nel vuoto girava e rigirava il cucchiaino mezzo arrugginito nel caffellatte. Una lenza di sole entrava pigra dalla finestra e illuminava di taglio lo zigomo di Tania. “Non ti capisco più figlia mia, pare sempre che […]

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Attilio Del Giudice
Una storia inedita (di camorra)

La signora Sisina

«E questa è la vita – ha detto la signora Sisina – uno magari sta felice, passa bei momenti, belle giornate serene, poi, all’improvviso, quando meno te lo aspetti, il destino ci gira le spalle e chi s’è visto, s’è visto»

Mi chiamo Tonino Mallardo, a scuola ci sono andato fino alla seconda media. Io e mio fratello siamo di Casavatore, comune di Napoli e siamo venuti a Roma quando morì nostra madre che diceva sempre che la fortuna si trova più facile nella capitale perché a Casavatore ci stanno solo l’invidia e le malelingue. Noi […]

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Leopoldo Carlesimo
L'ultima parte del "Primo invaso”

Crisi alla diga

«Nei giorni successivi le perdite non fecero che aumentare. L’acqua saliva, a monte, e le falle aumentavano, sia in numero che come portata complessiva. Ormai erano sopra i settecento litri al secondo»

Riassunto della prima parte. A Roghùn, Tajikistan, dove è in corso di costruzione la diga più alta del mondo, Linaldo, capocantiere della diga, è alle prese con tre problemi. Sul lavoro, le perdite d’acqua che appaiono sul paramento di valle della diga, durante il primo riempimento del lago; situazione complicata dalla rivalità con Furio, direttore […]

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Leopoldo Carlesimo
La prima parte di una storia di cantiere

Il primo invaso

«S’alzò dalla scrivania, andò al fornelletto piazzato su uno scaffale dell’archivio e mise su la moca. Linaldo si lasciò cadere sul divano davanti al tavolino basso. Pareva stanco. Pareva scoraggiato. Fu lui a rompere il silenzio»

Quando Linaldo vide la piccola sorgente d’acqua ai piedi del rilevato, capì d’essere nei guai. Fermò il pick-up sulla piattaforma e fissò la polla. Più in là di così il fuoristrada proprio non poteva andare, l’ultimo tratto di pista era già un pantano, gli pneumatici slittavano nel fango. Scese e avanzò a piedi, tastando il […]

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Pier Mario Fasanotti
La seconda parte di una storia inedita

La donna di Bertot

«Rimase lì un quarto d’ora, poi rientrò in camera e il silenzio lo avvertì che il corpo di sua moglie non c’era più. Del resto lei era solo un corpo, non una mente: doveva pur ammetterlo una volta per tutte»

Riassunto della prima parte: Teresio Bertot, meticoloso corniciaio lavora in una bottega della città e ascolta spesso la radio. Il suo lavoro gli piace molto, soprattutto per il fatto che i sottili legni che manovrava, tagliandoli e assemblandoli in figure geometriche esatte, delimitano il mondo che guarda. La precisione è il cardine della sua serenità. […]

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Pier Mario Fasanotti
La prima parte di una storia inedita

Dentro una cornice

«Senza rendersene conto Bertot aveva per un attimo sfiorato uno dei tanti capricci della comicità. Spenta la radio, era poi rimasto per più di un’ora con testa poggiata sui palmi delle mani. A riflettere. Grande errore...»

Teresio Bertot era un uomo pallido e gracile. E talvolta così assorto, o così smarrito, da parere uno di quegli uccelli che si stacca dallo stormo per fatica oppure solo per voglia di solitudine, in mezzo a folate di vento cattivo. Faceva il corniciaio e godeva di gioie equilibrate. Non mancava di ironia, ma per […]

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Leopoldo Carlesimo
Un'avventura in Tajikistan

Una storia a Roghùn

«Roghùn rappresenta una delle più ambite opportunità di lavoro per un giovane del Tajikistan. È l’opera più grande e longeva del Paese: quando sarà finita, sarà la diga più alta che mai gli uomini abbiano eretto in qualsivoglia angolo del pianeta»

Asliddin aveva ventun anni, ma dimostrava meno della sua età. Era alto di statura, magro, d’aspetto fragile e delicato. Portava i capelli folti un po’ troppo lunghi e pettinati senza criterio, quasi a casaccio, occhi scuri, colorito pallido, naso sottile e arcuato da una leggera gobba; zigomi alti, sopracciglia fini e lunghe tagliate quasi in […]

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Attilio Del Giudice
Un racconto in forma di dialogo

Dialoghi degenerati

«Non piango, ma non posso condividere le tue idee. Questo materialismo fatto di luoghi comuni, di banalità, di sostanziale volgarità, senza un’ombra di spiritualità, di poesia, di tenerezza, non mi piace, mi rattrista»

– Non far vedere che guardi! – Perché, che c’è di male? – Non tutti vogliono essere osservati  e analizzati. Lo sai che quella da giovane era bellissima e ha partecipato a una finale di Miss Italia? Mia nonna mi ha detto  che era molto invidiata. Ora è vecchia, ma mi sembra più vispa di […]

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Giacomo Battiato
Un racconto inedito

Il capodanno di Nora Baumann

«"Prima il violoncello, poi la figlia”», le aveva rinfacciato molti anni dopo Nora, senza risentimento, quasi divertita. Riagganciato il ricevitore del telefono, Sybille si era buttata sul letto. Si sentiva soffocare»

Oggi, 21 dicembre 1969, la bambina Nora Baumann, 6 anni e mezzo, residente nello Spezialkinderheim Frohe Zukunft è stata ricoverata. Era stata portata al Pronto Soccorso dall’infermiera dell’Istituto, signorina Editha Wachter. La madre è all’estero per motivi di lavoro, il padre ha abbandonato la famiglia sei mesi fa. La bambina, con la quale è impossibile […]

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Giuliana Vitali
Una storia inedita

Un pranzo di Natale

«Appena Franco seppe, un tremore nervoso gli prese le mani, i lati della bocca. La scoperta di una verità così velenosa, che fu capace di rovinargli il resto della vita sua. Un miserabile! Il padre questo era e se lo ripeteva sempre»

Indossava sempre il vestito buono, quello blu scuro con la camicia stirata addosso, togliendo le ultime pieguzze col getto d’aria calda del phon, quando ogni venerdì sera, Franco, andava a cenare al ristorante sotto i porticati di Via Toledo. Era la Vigilia e sulla strada l’andirivieni formicolante della gente copriva le luci dei faretti a […]

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