29
aprile
2024

racconti

Leopoldo Carlesimo
Un racconto inedito

Gita a Tashkent

«A Tashkent! Che diavolo ci vanno a fare, pensò. Non la capiva più, Linaldo, quella smania che hanno i giovani di fare i vagabondi in cerca d’avventure, di misurarsi esplorando luoghi strani. E sì che anche lui, quand’era giovane, nei suoi primi cantieri, aveva fatto più o meno lo stesso»

Quando il bulldozer passò sull’altra sponda del fiume, le oltre duemila persone stipate sul terrapieno applaudirono. E gli altri diecimila, che sul terrapieno non avevano trovato posto ed erano schierati sul crinale della montagna, fecero eco battendo mani e piedi. Il drone con la telecamera riprese in primissimo piano la scena, da un’angolazione che nessuna […]

continua »
Manuela Guarnieri
Un racconto di amore e dolore

Punto e virgola

«Lo chiamavano Gabibbo perché non indossava altro colore che il rosso. Al suo balcone penzolavano solo enormi e slabbrate mutande e deformi calzini, fantasmini e calze di spugna di ogni tonalità vermiglia, in gran parte bucati sull’alluce»

“Verso la quinta settimana di gravidanza, a formarsi per primo è il cuore. E lo fa molto prima di occhi, braccia, gambe e cervello. Lo sapevi, Mia?”. Gabibbo era così: grosso come un bue, con una cicatrice che gli apriva un solco rosa in mezzo a una testa bianca coperta da radi, lunghi e unti […]

continua »
Leopoldo Carlesimo
Un racconto inedito

Caucaso

«Le videocamere di sorveglianza ripresero in dettaglio la scena. Nei filmati si vede un grosso fuoristrada col paraurti rinforzato da una pesante gabbia d’acciaio comparire all’improvviso sulla pista d’accesso»

Lungo il torrente l’acqua scorreva limpida tra ciottoli bianchi, tagliando in due l’abetaia. Il bosco risaliva i fianchi della valle per un centinaio di metri, poi diradava scoprendo ghiaioni e speroni di roccia. Più in alto la montagna era nuda, portava appena qualche sterpo abbarbicato contro le pareti. Sull’orlo dei crepacci resistevano mucchi di neve […]

continua »
Attilio Del Giudice
L'ultima parte di “Arcane procedure"

La favola di Vito

«Certo, le cose del mondo (e dell’altro mondo) seguono percorsi strani, talvolta bizzarri ed ironici. Questo ragazzo doveva fare con Vito Aiello la stessa cosa richiesta dal vecchio: raccontare la sua vita»

Riassunto della prima parte: Vito Aiello si ammazzò a Torino in un albergo e si trovò  in un Aldilà, di cui non aveva alcuna cognizione. Fu scambiato per uno scrittore, lui non chiarì la sua condizione di non scrittore, pensando che l’equivoco potesse giovargli in qualche modo. Così fu costretto a seguire le procedure previste per […]

continua »
Attilio Del Giudice
La prima parte di un racconto inedito

Arcane procedure

«Vito Aiello si ammazzò il 22 maggio, alle sei del mattino. Alle sei e dodici minuti, per l’esattezza. Un’operazione condotta con semplicità e precisione: un solo colpo di rivoltella alla tempia destra»

Il fatto che si fosse ucciso a Torino e, per di più, in un albergo, generò un equivoco e lo mise in una situazione imbarazzante. Per una serie di motivi, che, per il momento, non abbiamo intenzione di raccontare (una brutta faccenda di gioco, debiti, strozzinaggio e casinò), Vito Aiello si ammazzò il 22 maggio, […]

continua »
Leopoldo Carlesimo
Una “disavventura” namibiana

La diga di Santo

«Santo Lagreca era piemontese di nascita, ma di origini calabro-lucane. Uno dei figli dell’immigrazione Fiat anni Cinquanta. La moglie, Kathy, era una delle donne più in vista di Windhoek. Era ricca, la famiglia di Kathy era molto ricca. Santo, figlio di operai, non aveva un soldo»

Il canyon correva parallelo alla linea dell’orizzonte, tagliato nella parete di roccia chiara. Sotto, una larga striscia di sabbia gialla dava solo una lontana idea di quel che avrebbe dovuto essere il letto di un fiume. Angelo si avvicinò al ciglio della scarpata. Pochi passi sul duro sentiero di ciottoli. “Non c’è neanche un filo […]

continua »
Daniela Matronola
La seconda e ultima parte di un inedito

Amerigo e Gagarin

«Il 12 aprile 1961, tuo centoduesimo giorno sulla Terra, Jurji Gagarin viene lanciato nello spazio a bordo del Vostok 1, la prima navicella di fabbricazione umana, realizzata dagli scienziati russi...»

Riassunto della precedente puntata: una famiglia ramificata guarda lo sbarco sulla Luna: l’Uomo ha conquistato il cosmo, è arrivato a piantare la sua bandierina sul Mare della Tranquillità, ma la Luna resta lontana e misteriosa, come Amerigo, ragazzino isolazionista, spiato avidamente da te che lo racconti. —– Tu, automaticamente, spiavi le chiostre degli altri. Ricordi […]

continua »
Daniela Matronola
La prima parte di un racconto inedito

Amerigo

«Tu guardi nel quadrato dello schermo grigio tre uomini in scafandro saltellare per i buchi di una crosta glabra appesa al buio. I tre spaesati tra i crateri inerti sono Neil Armstrong, Edwin Buzz Aldrin, e Michael Collins in ferreo ordine di discesa»

That’s one small step for man, one giant leap for mankind [Questo piccolo passo per un sol uomo è un salto gigantesco per l’umanità] NEIL ARMSTRONG (che mette piede sul suolo lunare il 21 luglio 1969 alle 4h56 ora italiana) Sisìna sta per Teresa, come nessuno l’ha chiamata mai: neppure sua madre, Liberina. Da ragazza, […]

continua »
Filippo Bozzi
Una vicenda (vera) di dolore e disagio

Storia di Rocco

«Rocco veniva a scuola con me, abbiamo fatto insieme la seconda, la terza e la quarta elementare. Era un bambino strano, con una faccia buffa, la bocca larga e le orecchie a sventola. Era esile, ma muscoloso, non tanto alto»

In un condominio popolare a Pescara vivono Rocco, che ha trentun anni, la madre, il padre e il nonno. La sorella minore è sposata, vive altrove con la nuova famiglia. Rocco ha fatto l’elettricista, ma da sei anni un lavoro non lo ha più; per avere uno spazio suo ha arrangiato un appartamentino nella soffitta. […]

continua »
Daniela Toncelli
Narrazioni del carcere/3

L’andata e il ritorno

Con tre frammenti narrativi prosegue la rassegna di scritti nati nell'ambito del corso tenuto da Andrea Carraro nella casa di reclusione di Velletri. Un punto di vista insolito sulla realtà, con l'obbligo della concretezza

Com’è azzurro oggi il cielo! Non lo ricordavo così alto e intenso, fino a ieri solo nebbia, tutto fuori era grigio, pesante, sfuocato… come se le nuvole, stanche di volare, si fossero poggiate sulla terra a riposare un po’. Un muro di infinitamente piccole gocce d’acqua chiudeva ogni spazio e lo sguardo non riusciva a […]

continua »