Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

Illusione olimpica?

Non si può giudicare un Paese attraverso uno stadio. Non solo. Ma, insomma, ci vorrà tempo, ci vorranno anni per rendere ordinario tutto quello a cui abbiamo assistito in questi giorni

I Giochi di Tokyo sono in archivio. La vittoria è già un ricordo. Le Olimpiadi più difficili e che non si dovevano fare hanno contenuto il morbo e sono andate avanti come accadeva nella Grecia antica: tutto si doveva sospendere, anche la guerra, ma non i Giochi. Figuriamoci con sponsor e contratti televisivi che premono e pretendono. Bisognerà fare un […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

Dal calcio a Tortu

Lo sport è fatto di sangue (non quello dell’Epo), sudore e lacrime. Quante volte abbiamo sentito in questi giorni la parola sacrificio? Evidentemente, lo sport italiano sta meglio dell’Italia, dove si muore sul lavoro e dove la saggezza conta così poco...

Ora che all’improvviso siamo i più veloci al mondo, pare che Draghi abbia corretto il suo appello del 6 agosto agli italiani: vaccinatevi, seguite le regole e fate sport. Almeno lì si vince e chissà che una corsetta o una marcetta non servano come una sorta di green pass per abbattere questo tempo di allarmi […]

continua »
Paolo Vanacore
In margine agli ori di Tokyo

I campioni soli

L'Italia che vince alle Olimpiadi è decisamente migliore di quella raccontata da certa politica razzista e dalle serie tv. Atleti che sanno soffrire e sanno parlare dei propri problemi e della propria identità con naturalezza. Anche quando è scomoda. Forse, dovremmo imparare da loro...

Non è un caso che in queste olimpiadi i risultati migliori stiano arrivando da discipline individuali, quelle in cui l’atleta è perennemente solo. Che la solitudine sia determinante per il benessere mentale, che le persone abituate a trascorrere del tempo da sole siano risultate essere in media più soddisfatte di sé e della propria vita […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

L’Italia in 10 minuti

Elogio di Jacobs e Tamberi e dei ragazzi semplici e anonimi degli sport meno in vetrina. Gente comune, della porta accanto: uomini e donne che faticano, 6 o 7 ore al giorno di allenamento, spesso in orari che non intralcino il lavoro o lo studio. Laureati, impiegati, studenti, disoccupati: gente che incontri per strada

Jacobs e Tamberi che si avvinghiano sotto il tricolore come fosse una capannella ricordano Mancini e Vialli che si abbracciavano e piangevano dopo la vittoria di Wembley. Non sono Fiona May, ma anche io mi sono messo ad urlare ad ogni salto di Gimbo, quel «seeee…» gridato che fa sobbalzare il mio carissimo cane ogni […]

continua »
Paolo Vanacore
Elogio di una campionessa

Lettera a Federica

Dopo cinque Olimpiadi, Federica Pellegrini ha vinto la medaglia del tempo, la più importante e prestigiosa. Perché quando sali sul podio da ragazzina, è difficile diventare grandi senza perdere la misura di sé. E invece, lei...

Quando a 16 anni ti ritrovi sul podio dei giochi olimpici il cuore batte all’impazzata dentro e fuori la vasca, e continua a battere ancora più forte nei giorni, nelle settimane, nei mesi e anche negli anni successivi e a restare perennemente accelerato e sempre, sempre, sempre infuocato come nella migliore ricetta gastronomica della tua […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Olimpiadi fantasma

Si aprono a Tokyo i Giochi che i giapponesi non volevano. Villaggio olimpico blindato, atleti controllatissimi, nessuno spettatore: solo il Cio difende a spada tratta gli affari delle Olimpiadi fantasma. L'unica speranza è che gli atleti, almeno loro, riescano a misurarsi con se stessi

Chissà se questi Giochi olimpici arriveranno alla fine. I padroni dello sport, cioè il Comitato olimpico internazionale (Cio), hanno detto che niente potrà fermare il programma, nonostante il Covid stia investendo massicciamente il Giappone e già ha assalito molti atleti. Le autorità giapponesi temono invece che lo stop possa arrivare se la situazione diverrà insostenibile: […]

continua »
Nicola Fano
Dietro i riflettori dello sport

The Greek Freak

Storia (altamente simbolica) di Giannis Antetokounmpo, il campione greco figlio di emigranti nigeriani che sta rivoluzionando l'Nba vincendo il titolo con i Milwaukee Bucks. Una storia di sogni e dolore che sembra una favola ma è lo specchio di questo tempo razzista

Chi segue il basket, specie quello americano, sa già tutto. E invece questa storia è dedicata a chi non pratica la pallacanestro, neanche in tv o sui giornali. È la storia di The Greek Freak, alias Giannis Antetokounmpo, star dei Milwaukee Bucks, la squadra che ha appena vinto il titolo nelle finali di Nba 2020/2021 […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

La Coppa Covid

Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, disse Pasolini nel 1970. Oggi, forse, direbbe che è sacrilega. Perché di peccati il calcio continua a commetterne. Quasi quanto la politica. In Italia e nel mondo. Malgrado la vittoria scacciapensieri di Mancini & Co.

Da un anno e mezzo si aspettava qualcosa del genere, una ubriacatura collettiva che scacciasse via l’incubo che avvolge il mondo intero, una pestilenza che non ci lascia più ed ha sconvolto le nostre vite. Essere campioni di Europa infonde un po’ di speranza e quindi va detto subito grazie agli azzurri del pallone, un […]

continua »
Pier Mario Fasanotti
A proposito di “Sport letteratura e dintorni”

Lo sport a parole

Un numero monografico della rivista "Trame" curata da Ilaria Magnani e Nicola Bottiglieri analizza i rapporti tra lo sport e la scrittura. Da Leopardi a Pasolini, da Brecht a Buzzati: la storia di un “evento” che merita di essere raccontato

Una raccolta di saggi molto originale prende in considerazione le manifestazioni sportive in relazione, non solo ai vari periodi storici, ma all’arte, alla poesia, alla letteratura, alla saggistica, a brani d’autore e perfino ai libri – non così tanti – scritti dagli atleti. Stiamo parlando del numero monografico della rivista Trame dedicata a Sport, Letteratura […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Superlega svanita

Sono bastate quarantotto ore a far sgonfiare il progetto di un calcio dei ricchi alle spalle di quello dei poveri. Un trucco (non solo contabile) per sanare i bilanci in rosso cronico dei club più potenti d'Europa. Ma ci riproveranno, questo è sicuro

Era già scritto. E da un pezzo. Che il calcio avido dei club più ricchi e indebitati non fosse sazio e volesse molto ma molto di più: la Superlega, un club superesclusivo. Meno previsto era che la cosa si sgonfiasse miseramente nel giro di 48 ore. Svanita, evaporata, scusate, ci siamo sbagliati. Si sono defilate […]

continua »