Erminia Pellecchia
Una mostra al museo Duca di Martina

Sogni di ceramica

Napoli scopre la vocazione scultore di un grande artista e scenografo: Lino Fiorito. Con lui la semplice "decorazione" si trasforma in un modo per rigenerare lo spazio

Tra l’Irno e il Fuorni che nascono dal Monte Stella e dalle Colline salernitane per poi sfociare a Salerno, c’è una valle operosa fin dai tempi degli etruschi, quelli di frontiera, che qui avevano insediato, sfruttando quel “pavimento di creta”, le loro officine ceramiche. Per secoli gli abitanti-artigiani l’hanno battezzata Valle delle Rane, perché le […]

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Filippo La Porta
L'Italia di Berlinguer/1

La polvere di B.

Non è più tempo di santini: il leader del Pci ha segnato il proprio tempo per i suoi passi in avanti sempre troppo lenti e per quel senso diffuso di polveroso, di inadeguato ai tempi, di angusto...

Non ho mai amato Berlinguer, la mia generazione non l’ha mai amato (o almeno: quella più attiva negli anni ’70, caoticamente disseminata nei gruppi della allora nuova sinistra). Bisognerà pur dirlo alle nuove generazioni.È vero, ai suoi funerali ci fu una partecipazione popolare straordinaria. In lui percepivano una nobiltà, una moralità della politica che stava per tramontare. Quei […]

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Andrea Carraro
L'Italia di Berlinguer/2

L’isola comunista

Gli anni Settanta sono stati così pieni di contraddizioni e di illusioni che la stessa realtà sfuggiva alla nostra comprensione. Come la "rivoluzione" tentata dal leader del Pci

Non sono un politologo, eviterò quindi di osservare la figura di Berlinguer da questo punto di vista. Cercherò invece di raccontare a voi e a me stesso che cosa ha significato, soprattutto a livello simbolico, Berlinguer nella mia vita. La prima volta che sentii pronunciare la parola Berlinguer potevo avere 11 o 12 anni, ed […]

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Lidia Lombardi
L'Italia di Berlinguer/3

Il sogno è finito

Dov'erano, negli anni Ottanta quando la corruzione iniziava a dilagare, tutti quelli che oggi santificano il vecchio leader del Pci? Proprio queste celebrazioni kolossal ci dicono che il Paese contraddittorio ma onesto di Berlinguer non c'è più

Per me, Enrico Berlinguer – superstar ora che sono passati trent’anni dalla morte – è un sentimento. Rimanda a un mondo che pure era zeppo di violenze, di segreti di Stato, di marciume, di dittature. Ma un mondo nel quale la speranza era comunque ospitata. O almeno l’idea che un progresso, sociale, culturale, etico fosse […]

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Danilo Maestosi
In giro per mostre, a Roma

Quadri da abitare

Clerici alla Gnam, Franco Ferrari e Mario Moretti da Carla Mazzoni, Lina Passalacqua allo Studio S: piccolo manuale per entrare nelle opere d'arte. Non solo per guardarle

Non limitatevi a guardare un dipinto. Anche quello che avete comprato o ereditato e poi esibite in salotto come un ospite di riguardo. Lo sguardo, col tempo, smette di guardare. Un buon quadro chiede di più. Vuole essere abitato, attraversato, usato, interrogato come una casa sconosciuta che per magia diventa vostra: dov’è la cucina, la […]

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Claudio Conti
Un'emergenza ambientale dimenticata

La terra perduta

Il consumo del suolo, nel nostro Paese, è diventato un problema scottante: dal 1982 al 2010 ogni giorno sono andati perduti 520 ettari di superficie agricola. È tempo di correre ai ripari

Con l’espressione “consumo di suolo” si debbono intendere due fenomeni distinti e non necessariamente complementari: la perdita di terreno agricolo e l’aumento delle superfici “artificiali”. Inizio dal primo aspetto che, secondo la Direttiva 232 – 2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio, riveste una importanza strategica in quanto il suolo libero – tra l’altro – […]

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Laura Novelli
In scena al Valle di Roma

Il burraco truccato

Chi bara con le carte bara in realtà con la vita: è il senso di uno spettacolo duro e ironico, "Peli" di Carlotta Corradi. La terribile sfida a carte di due donne false

Due uomini travestiti da donne di mezza età. Un massacro antiborghese che capovolge perbenismi e bugie intime. Un linguaggio sottile, allusivo, ironico, poi feroce, violento, impudico, che lievita in un crescendo di imprevedibile animalità. E – soprattutto – una costruzione drammaturgica estremamente originale dove si scorticano con raffinata arguzia i meccanismi più subdoli e dolorosi […]

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Nicola Fano e Filippo Spaini
Una città di gru e di polvere

L’Aquila, 8.6.2014

Un giorno a L’Aquila, dove solo adesso, dopo cinque anni, si è capito che il progetto di costruire una new town era scellerato. E sono iniziati davvero i lavori per recuperare il vecchio centro

L’Aquila, sabato otto giugno 2014. Un giorno come un altro, cinque anni dopo. Il fallimento italiano si può vedere chiaro, da qui. Il cuore storico dell’Aquila è un cantiere: l’odore più intenso è quello della polvere di calce e cemento. Quell’odore di intonaco fresco grattato che avete sentito tutti, entrando in una casa appena ristrutturata. […]

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Pier Mario Fasanotti
La corruzione da Babilonia al Mose

Piccoli e grandi travèt della tangente

Giulio Cesare era un ladro, Demostene si sporcò le mani con un'Olimpiade e anche se Croce sosteneva che i corrotti non sono materia da storici, una frase di Rabelais rende quelli del passato quanto mai attuali: «Il vizio lo chiamano virtù, la cattiveria bontà, il tradimento lealtà, il ladrocinio liberalità; rapina è il loro motto: e tutto questo lo fanno con sovrana e irrefutabile autorità»...

Prima Milano (Expo), poi Venezia (Mose). La corruzione dilaga e si trasforma in una grande sberla sulle guance di milioni di italiani perbene. Crea nausea e imbarazzo. Ricordo (scusate il riferimento biografico) che qualche anno fa mi trovavo a Lisbona, che considero una delle più affascinanti città europee (dopo Roma, ovviamente). Ebbene, nella piazza di […]

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Paolo Petroni
Lettera da Budapest

Se Ibsen fa paura

Zsàmbéki Gabor, storico animatore del teatro Katona, sempre più osteggiato dalla destra al potere in Ungheria, ha messo in scena un Ibsen di denuncia. E alla fine ha deciso di dimettersi

Un regista di fama internazionale mette in scena un Ibsen dimenticato, Un nemico del popolo ed è facile per i suoi spettatori, qui a Budapest, identificarlo col protagonista, il dottor Tomas Stockmann, perseguitato perché fedele a se stesso e a un’idea di verità e moralità, di responsabilità e libertà quale membro attivo di una società. […]

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