Arturo Belluardo
Parole e ombre/10

Le figurine della Madonna

«Non mi pesa stare accovacciato qui, le ali piegate a sfiorare il battiscopa. Riesco a rarefare i pensieri, a riandare con la memoria lieta a quando mi chiamavo Giovanni e facevo collezione di figurine»

Immagine di Yasmine Elgamal Io sono Angelo e sono nel buio. Rannicchiato nel cono d’ombra della camera da letto, lontano dai lampi intermittenti dei fari attraverso le liste della serranda. Aspetto che il respiro si faccia fondo e regolare, che la smetta di avvoltolarsi nelle lenzuola troppo grandi, due piazze e mezza, perché? Per chi? Vaga […]

continua »
Anna Voltaggio
Parole e ombre/9

Intimità

«Eravamo a metà del nostro metro e mezzo di separazione, le mani non si erano sfiorate ma c’era mancato poco, nessuno dei due indossava i guanti. Rimasi con il braccio a mezz’aria qualche secondo»

Immagine di Romina Mosticone I faretti al neon del soffitto erano disposti su due file, costruivano rette parallele di cui non si vedeva la fine. Le persone erano ordinatamente una dietro l’altra a un metro e mezzo di distanza. Non volava una mosca. Per lo più si guardava lo schermo del cellulare o dritto davanti […]

continua »
Laura Lanza
Parole e ombre/8

Principe di Tempesta

«Don Giovanni, due sono le cose: o siete italiano e allora ho ragione io e vi chiamate don Giovanni Velasco o siete forasteri e vi chiamate Juan Velasquez nel qual caso invece avete ragione voi»

Immagine di Zhanna Stankovych Come ogni santa domenica che Dominiddiu aveva creato, poco prima che terminasse la funzione di mezzojorno, Don Juan Velasquez, di professione possidente – anche se le sue proprietà a picca a picca se ne stavano andando tutte alla rovina – comandò alla cammarera di portarci bastone e cappello. Fischiettando, si diresse […]

continua »
Giuliano Gallini
Parole e ombre/7

Pomeriggio libero

«Non c’era nessuno, e infreddolito da un brivido decisi di rinunciare e di continuare la mia visita dell’Abbazia»

Immagine di Vera Castellucci Avevo il pomeriggio libero e decisi di seguire il consiglio dell’albergatore: Vada, vada a Novacella! Era un uomo curioso che amava organizzare le giornate dei propri ospiti e che, a volte, incuteva un certo timore. Meglio non contrariarlo, pensai; e soddisfarlo, del resto, mi costava poco. Iniziai la passeggiata con entusiasmo, […]

continua »
Piero Fittipaldi
Parole e ombre/6

Piccolo porno. Molto star

«Mentre mi portavo la mano ai baffi, i suoi occhi, come al rallentatore, si ridussero a due fessure. Con la stessa velocità mi tastavo con i polpastrelli sotto il naso. Non c’erano più. I miei rigogliosi capelli da labbra erano scomparsi»

Immagine di Stefano Restivo La nuova scena era prevista sulla spiaggia di quel buco di culo di Stato in cui era ancora legale girare porno all’aperto come dio comanda – si fa per dire – senza incorrere in denunce. La rossa che stava per condividere la scena con me si sarebbe stesa a prendere il […]

continua »
Nando Vitali
Parole e ombre/5

Don Giovanni contagiato

«Tentò ancora qualche colpo di ariete prima di cadere da un lato del letto, sentendo l’ultimo respiro spegnersi dentro di lui, mentre lei, sommessamente, lo spingeva in un angolo lontano da lei»

Immagine di Sabrina Genovesi Adesso che era morto gli veniva tutto più facile, soprattutto la contabilità. Aveva vissuto intensamente, certo, col passaporto in tasca per un viaggio interminabile dentro al piacere. Ma per lui (ebbe il sospetto) era stato solo un veicolo illusorio, ora se ne rendeva conto, in verità non si era mai mosso. […]

continua »
Lorena Spampinato
Parole e ombre/4

La schiena

«Sua madre era una donna alta e corpulenta, le braccia lunghe come tronchi, le dita che parevano tentacoli. Lo chiamava tesoro, oppure Nico, e intanto gli sbatteva sulle spalle quelle che per lei erano pacche d’incoraggiamento»

Immagine di Giulia Cavallini All’età di sedici anni Nicola Schisò aveva una spalla più alta dell’altra, un fianco ­– solo uno – che sporgeva oltre il busto e una gamba che pareva accorciata quasi gliel’avessero mozzata. L’asimmetria era data dalla schiena. La colonna di vertebre ricordava quei serpenti di legno costruiti a spicchi che ogni […]

continua »
Leopoldo Carlesimo
Parole e ombre/3

Due primitivi

«Tobia si presentò all’ora dell’aperitivo strappandomi a un crocchio d’infettivologi e mi offrì un drink sulla magnifica terrazza dell’albergo affacciata sull’Atlantico»

Immagine di Helo Ha un’aria quasi felice, in mezzo a tutte quelle donne. Lo sguardo vacuo, velato di demenza senile. Capelli candidi e fini che alle sue spalle Nuria, una splendida ragazza nera alta e magrissima, pettina con riguardo rispettoso. Accoccolata tra le sue ginocchia Haya, la più giovane dell’harem, lo sta sbarbando. Altre ragazze […]

continua »
Emanuela Cocco
Parole e ombre/2

Fredda

«Di me sono state dette tante altre cose: che sono eccessiva, difficile da portare, non elastica, pretenziosa, svasata. Come volete. Nessuna di queste mi ha ferita tanto come il fatto di sentirmi dire che sono fredda»

Immagine di Martino Pirella Mi sfiori. Esaminami pure, o accarezzami. Ti accorgerai che sono anche io così, lucida e setosa come avevi in mente, ma senza spendere troppo. Sono e anche tante altre cose, però se pretendi ancora di più, allora no, allora forse non sono quella che fa per te. Sono un’imitazione, te lo […]

continua »
Fabrizio Patriarca
Parole e ombre/1

Petrarca e Maddalena

«Da quando mi conosce ha rimosso da Instagram tutte le fotografie col vecchio fidanzato. Dico: centinaia di scatti, la concrezione di loro due. A me pare una follia»

Immagini di Arianna Savo Stavo leggendo Petrarca, e i lumi bei che mirar soglio, spenti, quando ho pensato: «ma stocazzo». Io i lumi, qualsiasi cosa siano, li voglio tutti accesi. In quel momento è arrivata Maddalena, l’ho riconosciuta dal tocco timido sul citofono. Mi sono preparato alla sviolinata preparatoria. Petrarca mai, ma petrarchista senz’altro, quando […]

continua »