Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Superlega svanita

Sono bastate quarantotto ore a far sgonfiare il progetto di un calcio dei ricchi alle spalle di quello dei poveri. Un trucco (non solo contabile) per sanare i bilanci in rosso cronico dei club più potenti d'Europa. Ma ci riproveranno, questo è sicuro

Era già scritto. E da un pezzo. Che il calcio avido dei club più ricchi e indebitati non fosse sazio e volesse molto ma molto di più: la Superlega, un club superesclusivo. Meno previsto era che la cosa si sgonfiasse miseramente nel giro di 48 ore. Svanita, evaporata, scusate, ci siamo sbagliati. Si sono defilate […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Italia-Germania 4-3. L'amarcord

Messico e nuvole

La nostra inchiesta sulla "partita del secolo” ai Mondiali di calcio del 1970 si chiude con otto racconti personali. Otto storie di passione improvvisa, quando gli italiani, senza rendersene conto, si scoprirono un popolo di tifosi

Ora tutto è finito, tranne i ricordi diceva in qualche film Woody Allen. Che è una battuta nel copione. Ma è difficile scriverne – dei ricordi – con leggerezza eludendo la pallosità della vecchiaia. Mi chiedo quindi se sia stata una buona idea chiamare un po’ di gente e chiedergli: «Ma tu la notte di […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Italia-Germania 4-3/La partita

Quelli dell’Azteca

Un golletto di Boninsegna al 10', poi ottantadue minuti di assedio fino al pareggio assurdo di Schnellinger. Fu a quel punto che cominciò la “partita del secolo”. Con colpi di scena, drammi e braccia al cielo. Nella seconda puntata della nostra inchiesta, la cronaca di un evento che ha fatto la storia dello sport

«Ascoltatori italiani buonasera in diretta via satellite dal Messico. La nazionale italiana con le belle e precedenti prove, specialmente con la partita contro il Messico nei quarti di finale, ha conquistato il diritto di disputare allo stadio Azteca la semifinale per il campionato del mondo…». Cinquant’anni fa, Nando Martellini cominciava così nel suo stile asciutto […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Italia-Germania 4-3/ Il Paese

Bombe e pallone

Cinquant'anni fa la partita del secolo a Messico '70. Che Italia era, quella che scese in piazza per la prima volta per il calcio? Era appena passato il Sessantotto, la politica era incerta, Piazza Fontana era insanguinata mentre si cantava Lucio Battisti. La prima parte di un'inchiesta in tre puntate

Quel giorno un bel po’ di famiglie erano preoccupate per i loro ragazzi. Come succede oggi a causa del Covid 19, i genitori non sapevano quando e come sarebbe ripresa la scuola, c’erano di mezzo scrutini ed esami, ma allora fu per via di uno sciopero infinito di docenti e personale delle sigle sindacali autonome. […]

continua »
Gianni Cerasuolo
In margine a un libro di Viola Ardone

I treni e la speranza

Dopo la Seconda Guerra l'Italia era un Paese solidale. Il Pci, per anni e con l'ostracismo palese dei governi e della Chiesa, organizzò un programma di ospitalità di bambini poveri che, per alcuni mesi o anni, riuscivano a mangiare e a crescere presso famiglie "ricche"

Adesso, in un Paese che si guarda con ostilità e sparge odio, sembra impossibile che sia potuto accadere questo fatto. Invece oltre settant’anni fa è successo che 70 mila bambini del Sud, poveri e devastati dalla guerra, venissero aiutati da altri italiani che li ripulirono, gli offrirono casa e un piatto di pasta, li fecero […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Storia di Tortu

Allenarsi, sfidare il tempo e il vento, credere nelle proprie possibilità e spostare il limite sempre un po' più in là. Insomma: correre. È il destino di Filippo Tortu, stella bianca (italiana) dei 100 metri mondiali di atletica. Ecco la sua storia

Potrebbe essere anche lui un adolescente del Friday for future. Non avesse 21 anni. Ma con quella faccia da bravo ragazzo, i modi svelti ed educati al punto da chiedere scusa prima di dire in tv: «Bisognava tirare fuori le palle», potrebbe sfilare con i giovani che si battono per il pianeta. Lui le ha […]

continua »
Gianni Cerasuolo
La morte del grande campione

Il pianto di Lauda

Ha resistito a uno degli incidenti più terribili della storia della Formula 1 quando sembrava ormai una cosa sola con la macchina. Ma in realtà guidava con il cuore, come quando pianse di paura, in Giappone... Omaggio a Niki Lauda

No, non era un “computer”, Niki Lauda. Il freddo, distaccato viennese che programmava ogni cosa dentro e fuori le piste, secondo la vulgata giornalistica. Era emotivo, Niki, aveva la lingua tagliente e le cose non le mandava a dire. «La Ferrari ha una macchina di merda…» resterà la sua hit, non un giro di valzer, […]

continua »
Gianni Cerasuolo
A proposito di "Napoli velata"

Napoli senza Gomorra

Il nuovo (buon) film di Ferzan Ozpetek recupera un'immagine conturbante e barocca della città: quasi l'antagonista della prateria dei Genny. Napoli vittima e carnefice, come sempre: e poi la sua gente, il popolo vascio e i nuovi patrizi...

Quante Napoli? La Napoli di Gomorra o la Napoli tranquilla e borghese e tardoeduardiana? La Napoli raffinata, barocca e viscida che compie delitti senza sporcarsi le mani? La Napoli della bella ’mbriana o della figliata dei femmenielli? O infine la Napoli bagnata e cupa di Malacqua, straordinario scritto lasciato marcire, fino a ieri, nella dimenticanza […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Storie di Sport

Un derby venduto?

Accadde nel 1927: il Torino vinse lo scudetto. Ma (forse) dopo aver comprato un derby contro la Juventus. Un (presunto?) illecito per il quale pagò la persona sbagliata (Gigi Allemandi). Ricostruiamo un giallo fatto di sport, corruzione, giornalismo facilone e tanto fascismo

È come se qualcuno avesse passato sopra il bianchetto. Ci sono due spazi vuoti nel romanzo della serie A del calcio. Scudetti non assegnati, è la formula. E tutte e due le volte c’è di mezzo una squadra di Torino. 1926-1927: il Torino. 2004-2005: la Juventus. Calciopoli è vicina e dell’ultimo scandalo tutti sappiamo, più […]

continua »
Gianni Cerasuolo
Fa male lo sport

Ciao Totti, divo in giallorosso

L’addio del Capitano della Roma, accompagnato all’uscita dalla nuova dirigenza della squadra. Inarrivabile e sublime fino a quando ha resistito, la sua uscita di scena è costellata di errori e sbavature sia da parte sua che da parte della società che non l’ha supportato a dovere. Con lui tramonta l’ultimo grande talento italiano

Se la vita non è un film, il lungo addio di Totti alla Roma sembra davvero una pellicola. Forse perché ne ricorda altre: Totti come Norma Desmond in Viale del tramonto («Questa è la mia vita e lo sarà per sempre… mi vogliono ancora»); Totti come Rhett Butler in Via col vento («Separiamoci con un […]

continua »