Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Il mistero della vita

Mario Luzi novantenne dichiarò che fu la poesia di Dino Campana, uno dei massimi del Novecento, a svelarglielo. Un mistero da decifrare osservando da un vetro, in un interno, il mondo esterno. E scoprire che nella sera, vestita «di velluto», «una piaga rossa languente» sempre c’è

L’invetriata: dal tavolino di un caffè il poeta vede il mondo esterno, e nell’invetriata quel mondo combacia con quello dell’interno. Subito la mente vola a una terrazza, su cui si accende a una lampada, e a una stanza con un odor di putredine: la bellezza dello stellato e il duro travaglio della nostra vita. Putredine […]

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Pasquale Di Palmo
I deliri del bibliofilo

Per giustificare la vita

L’appassionante e tribolata storia dei “Canti Orfici” di Dino Campana, dal manoscritto perduto della prima stesura intitolata “Il più lungo giorno”, ai rifiuti editoriali, fino alla pubblicazione della prima edizione (e poi delle successive) a spese dell’autore

Dino Campana si può considerare autore di un unico libro, quei Canti Orfici stampati presso un oscuro tipografo di Marradi, paesino sperduto dell’Appennino tosco-romagnolo, nel luglio del 1914. Tutto sembra ruotare in funzione di quella pubblicazione dal tono dimesso, senza alcun vezzo tipografico, «modesta, umile, francescana», come ebbe a definirla Federico Ravagli, messa in vendita al prezzo […]

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Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Genova per Campana

Il poeta dei “Canti Orfici”, uno dei non riconosciuti fondatori della poesia moderna, vide nella città addobbata dal rossore del tramonto «l’anima vivente delle cose». E la declamò, quasi invocandola, nei suoi versi…

Dino Campana vi arrivò al tramonto. Genova gli si impresse indelebilmente, per sempre. Lo spirito di Colombo, che aveva segnato Walt Whitman, il grande poeta americano che dai suoi spazi oltreatlantico guardava al genovese come padre fondatore dell’America. Ne vide il rossore animante nel cielo di Genova: elettrico, brulicante di un ardore rossastro accendeva «i […]

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