18
maggio
2024

commenti

Anna Camaiti Hostert
Cartolina dagli Usa

America, quali diritti?

Gli Stati Uniti sono ancora intrisi di razzismo: la vita quotidiana è piena di esempi illuminanti in tal senso. Proprio per questo è importante la posizione assunta da Joe Biden in merito all'Afghanistan e dettata anche dalla scelta di rispettare i diritti umani...

Sebbene abbia maturato svariate riflessioni sulla situazione in Afghanistan, fino ad ora non ne ho ancora scritto. Infatti durante i giorni passati mi sono spostata dagli Stati Uniti in Italia compiendo un viaggio più lungo del solito per cause di forza maggiore e appena arrivata sono dovuta andare di corsa in Abruzzo al Festival John […]

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Flavio Fusi
Cronache infedeli

Sinistra, o cara…

Il dramma afghano è chiuso nell'immagine di quel pezzo di Kabul (il migliore?) costretto a fuggire nella pancia degli aerei occidentali. Per il resto, il mondo è sempre più complesso e contraddittorio: troppo per azzardare soluzioni facili. O immaginarie...

C’è una immagine – una sola – da cui non riesco a staccare gli occhi, nel fiume di foto, video e angosciose testimonianze che approdano oggi alla nostra riva occidentale trascinate dal naufragio dell’illusione afghana: la folla muta e funerea accalcata nella pancia dell’aereo americano pronto a decollare dall’ enigma di Kabul verso un ignoto […]

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Michela Di Renzo
L'estate del nostro scontento?/12

La belva al sole

«Quando era tornata a casa dopo il vaccino, Mauro aveva fatto una battura per allentare le tensione che le aveva letto sul viso. “Chissà a che ora ti spuntano le ali di pipistrello.” Lei si era messa a letto, con gli occhi chiusi, ad aspettare. Le ali finora non sono comparse...»

Quando Anna arriva nello spogliatoio ha l’attaccatura dei capelli tutta bagnata di sudore. “Sembrano già sporchi anche se li ho lavati stamattina”, pensa guardandosi allo specchio del bagno; per rinfrescare il collo raccoglie le mechès sulla testa e le ferma con una pinza, in modo da formare una coda. “Speriamo che con queste temperature sahariane […]

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Gianni Cerasuolo
Piedi per aria

Gol al telefono

Inizia il campionato di calcio: siamo qui ancora una volta pronti a guardare, esultare, azzuffarci. Sapendo di assistere ad uno spettacolo che potrebbe essere una farsa, un qualcosa che galleggia tra le peggiori pratiche della politica e della finanza. Sappiamo tutto, ma non stacchiamo la spina

Adesso bisognerà vedere se questo benedetto streaming funzionerà davvero. L’ansia e i dubbi aumentano con il passare delle giornate e l’avvicinarsi dell’ora X, sabato 21 agosto: l’inizio del campionato di calcio, della serie A. Già l’idea di vedere una partita online, al computer o, peggio, sullo smartphone, proprio non mi va a genio. Temo l’imboscata […]

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Roberto Cavallini
L'estate del nostro scontento?/11

Come leggere Roma

«Roma mi pare proiettata verso il passato. Quando qualcosa accade, il presente non lo nota, ma quel che è accaduto sarà ricordato. Roma è un unico grande monumento ai ricordi. I ricordi non sono la memoria, quest’ultima necessita di sistematicità, il ricordo affiora perché c’è un segno»

Roma è grande. Roma è un universo, l’universo è in espansione, anche Roma è in espansione, ha già travalicato, da qualche anno, i confini del Grande Raccordo Anulare. Roma è la città eterna. Io abito a Roma. E non ne posso fare a meno. Roma è mutante ed io sono un testimone che gira per […]

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Nicola Fano
Capre e cavoli

Qualcosa di sinistra

La "sinistra” italiana (virgolette obbligatorie) sempre più spesso si trova a sostenere cose e politiche di destra. Come nel caso delle proteste contro la decisione Usa di non combattere la guerra civile afghana o nel caso dei sindacati che vogliono scioperare contro il green pass. Anche questa è una malattia senza cura?

Mischiamo capre e cavoli: l’Afghanistan e l’obbligo di esibire il green pass nelle aziende italiane. No, non per parlare dei due temi specifici (non ho titoli né competenze sufficienti), ma per riflettere sui commenti (e i comportamenti) correnti in margine a questi due fatti. Vedrete che, forse, alla fine sarà più semplice capire che cos’è […]

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Alberto Fraccacreta
L'estate del nostro scontento?/10

Salto nell’apocalisse

«Se nell’esistenza di tutti i giorni riuscissimo a "diminuire” noi stessi in favore dell'altro, daremmo sempre la vita per i nostri amici. In senso lato e in senso letterale. Dando forse sollievo all’umanità post-apocalittica, gettando acqua sulla piromania ontologica e concreta»

Un’estate con molto vento, un phon continuo e pericoloso, i cui congegni elettrici possono saltare da un momento all’altro. La gloriosa Riserva Dannunziana, la pineta di Pescara, alcuni lidi e parecchie case — tra cui un piccolo monastero — sono stati danneggiati da un incendio, da cupe e alte fiamme: lapilli e fumo ovunque. È […]

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Giuliano Compagno
L'estate del nostro scontento?/9

Leopoli, solo andata

«Atterro a Lviv che nel frattempo è già risorta ed è primo pomeriggio. Ero in cerca di quell’Altrove che Bernhard avvertiva nel suo muoversi verso un luogo prescelto...»

Ci sono versi a chiudere che aprono le porte dell’esperienza. Come questi di Vittorio Sereni:Tendo una mano. Mi ritorna vuota. Allungo un braccio. Stringo una spalla d’aria. All’uscita dall’ultima galleria il sole non ferisce più. Quando ciò accade, l’inciso di un altro rigo annuncia che un uscio “si è aperto altrove”. Per mio errore avevo […]

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Anna Camaiti Hostert
L'estate del nostro scontento?/8

Il vaccino comunista

«Oggi più che mai ciò che è logico in vista del bene comune diviene il male assoluto, ciò che aiuta a frenare il contagio, le vaccinazioni e le mascherine, divengono un impedimento “comunista” alla libertà individuale»

Passeggio nel centro della città devastata dal virus: i negozi e i ristoranti chiusi si contano a bizzeffe e pullulano i cartelli di spazi per attività commerciali in affitto.  Chicago, cuore pulsante del Midwest e metropoli sempre affollata, vitale e colorata è vuota. Provo un’enorme tristezza: appare come un gigante stanco e privo di vita. […]

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Flavio Fusi
L'estate del nostro scontento?/7

Parlare coi fantasmi

«In questa estate “del nostro scontento” mi accorgo sempre più spesso di parlare con i fantasmi della vita che ho vissuto in altri luoghi e in compagnia di altre persone. È questa la differenza rispetto al primo impatto del meteorite pandemico. Non certo “ne usciremo migliori” o altre sconce banalità televisive»

Quando i ragazzi di Cuba sono scesi per strada gridando “patria e vita”, che vuol dire semplicemente pane e libertà, avrei voluto telefonare a Enrique, là nella sua villetta diroccata del quartiere Coly dell’Avana, tra cataste di libri e vecchie riviste e l’antro fumoso di una cucina spenta da anni. Ma – lo sapevo – […]

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