Ilaria Palomba
Un romanzo Baldini&Castoldi

La vita al minimo

«La forma minima della felicità», esordio di Francesca Marzia Esposito, è un libro sul dolore e sulla fatica di vivere in una Milano asfittica. Senza retorica né compiacimento

La forma minima della felicità, esordio di Francesca Marzia Esposito (Baldini&Castoldi, 2015, pp. 259, 16 euro) è un romanzo sulla solitudine, sulla paura di amare, su una forma di melanconia e arrendevolezza che fa da controcampo a una società troppo veloce, che ha completamente svuotato il proprio nucleo di quella cosa chiamata sentimenti, ormai ritenuta […]

continua »
Orio Caldiron
Un saggio sul grande regista

L’occhio di Lattuada

Esce un libro che rievoca "Venga a prendere il caffè da noi", grande film di Alberto Lattuada con Ugo Tognazzi che prendeva di mira senza moralismi i vizi dell'Italia anni Sessanta. Ne anticipiamo la prefazione

«Lo spettacolo della vita è enorme, e ognuno porta su di sé dei segni accumulati, perfezionati in tanti anni, ciascuno è un concentrato di cose, e ha manie che ha portato al massimo dell’espressione. Nessun sceneggiatore può vivere tante vite, bisogna rubare nelle vite degli altri. Per me la galleria dei quadri di vita è […]

continua »
Giuseppe Grattacaso
Un bell'esordio poetico

La formula della vita

Con la raccolta “Come fosse giovedì", il poeta toscano Michele Paoletti va alla ricerca di un sistema esatto, una formula che sappia rendere compiuta la nostra presenza tra i fatti e le cose

È possibile pensare che esista una logica che tiene in piedi il mondo, una geometria che sappia spiegare le relazioni, i piccoli e i grandi eventi che contraddistinguono un’esistenza. Forse a sostenere le nostre vite è un sistema di linee che suggerisce infine un disegno preciso, che inserisce le immagini, anche quelle più caotiche, in […]

continua »
Valentina Fortichiari
Un bel saggio di Leonardo Caffo

Ritorno a Walden

Riconquistare il nostro futuro riappropriandosi dell'azione, attraverso l'esercizio della libertà e un rinnovato desiderio di avvenire e di bontà… “Il bosco interiore” è un ispirato e intelligente manuale di sopravvivenza sulle orme di Henry D. Thoreau

Se le cose intorno a noi non cambiano, è possibile cambiare noi stessi?
Se lo chiedeva Henry D. Thoreau (1817-1862), pensatore, seguace del movimento trascendentalista fondato da Emerson. Di sé egli stesso diede il miglior ritratto: «Maestro di scuola, ripetitore, agrimensore, giardiniere, contadino, pittore (voglio dire di case), falegname, muratore, operaio pagato alla giornata, fabbricante di […]

continua »
Marco Fiorletta
Due libri che fanno discutere

Un’altra Resistenza

Alla riscoperta di Alfredo Pizzoni, quello strano “banchiere” che guidò il Cnl dell'Alta Italia e finì nel dimenticatoio perché non aderì ai due partiti egemoni del Dopo Guerra

Iniziare a leggere un libro sulla Resistenza sapendo che l’autore è un sostenitore della teoria che ci fu quasi una appropriazione indebita da parte della sinistra, comunisti e socialisti, della lotta di liberazione è dura. Parlo del libro di Tommaso Piffer Il banchiere della resistenza, Mondadori 2005 fuori catalogo ma ancora reperibile con un po’ […]

continua »
Pasquale Di Palmo
Pubblicato il diario di Prevel

Vivere con Artaud

Poeta vissuto nella miseria e nell’isolamento e morto pressoché sconosciuto, Jacques Marie Prevel ha assistitito fino alla morte il grande teorizzatore del “théâtre de la cruauté”. Annotando ogni momento dell’intensa frequentazione

A volte nel nome di un uomo sembra si annidi il suo stesso destino. Prevel appare come una sorta di singolare pseudonimo, un misto tra Prévert e Crevel che finirà per penalizzare il suo stesso autore. Nato nel 1915 a Le Havre, Prevel arriva a Parigi durante l’occupazione nazista e si stabilisce nel Quartiere Latino […]

continua »
Fabrizio Coscia
A proposito de “Il giardino delle mosche”

La ferocia e la pietà

Andrea Tarabbia ha raccontato la "confessione" di Andrej Čikatilo, il «mostro di Rostov»: un romanzo terribile e dolente al tempo stresso, che indaga sulla ragione delle colpe

Andrej Romanovič Čikatilo (nella foto) è stato uno dei più feroci serial killer che la storia ricordi. Dal 1978 e il 1990 (anno della sua cattura), il «mostro di Rostov» ha adescato, seviziato e mutilato 56 vittime – la maggior parte donne, bambini e adolescenti – spesso mangiandone anche gli organi interni. Solo dal 1985, […]

continua »
Giuseppe Traina
Un libro da non perdere

I tic della storia

Con "Eccentrici" Geminello Alvi torna alla sua idea di catalogare il mondo attraverso brevi biografie che colgono il senso di un una vita in un particolare apparentemente insiginificante

A vent’anni da Uomini del Novecento, nel suo recente Eccentrici (Adelphi, 2015, 184 pagine, 13 euro) Geminello Alvi allinea altre biografie brevi, anzi brevissime, di persone variamente memorabili, con una preferenza quasi esclusiva per chi è vissuto nel secolo scorso o a cavallo tra Otto e Novecento, epoca indubbiamente favorevole all’eccentricità, come già aveva dimostrato […]

continua »
Alberto Fraccacreta
“Nel folto dei sentieri” di Umberto Piersanti

Natura e creazione

Nella sua nuova silloge il poeta urbinate ricerca l’uscita dal groviglio etico-esistenziale per riapprodare alla conciliazione originaria tra Creato e Creatore. Dove si prefigura un tempo nuovo…

La poesia di Umberto Piersanti ha essenzialmente due temi: la natura e il figlio Jacopo. All’interno dell’ultima silloge pubblicata dal poeta urbinate, Nel folto dei sentieri (Marcos y Marcos, 235 pagine, 17 euro), queste linee liriche, erbose e afflitte al contempo, si compenetrano prodigiosamente, sino a considerare che Jacopo è natura, paesaggio interiore con un’alta […]

continua »
Paolo Petroni
A venticinque anni dalla morte

L’Italia di Pratolini

Ci siamo dimenticati di Vasco Pratolini: un grande scrittore che ha saputo raccontare la nostra storia senza retorica. E in chiave problematica: per questo l'abbiamo scordato?

Vasco Pratolini, di cui oggi ricorrono i 25 anni dalla morte, scrittore purtroppo dimenticato come tanti della sua generazione, quasi a cancellare le radici del nostro presente, in un’intervista a Ferdinando Camon aveva sintetizzato nel 1983 la propria poetica dicendo: «Nel nostro campo (…) non la restaurazione culturale può mettere paura (essa si combatte combattendo […]

continua »