Luca Zipoli
Visto al Teatro India di Roma

Un Cechov alla bolognese

Approda a Roma l’innovativa rilettura di Cechov a firma della compagnia Kepler-452, che ha già riscosso grande successo in tutta Italia. Il dramma di Ljuba e Gaev si intreccia a doppio filo con quello di Annalisa e Giuliano, realmente colpiti da un provvedimento di sfratto dopo “trent’anni di felicità in comodato d’uso”

Le grandi opere letterarie prendono spesso spunto da fatti di cronaca, che il genio di un autore sottrae dalla loro contingenza effimera e innalza su un piano universale, patrimonio di tutti. È questo il caso, per fare solo qualche esempio più celebre, di Anna Karenina, ispirata alla notizia di una donna realmente vittima delle rotaie […]

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Giordana Marsilio
Visto al Teatro Vascello di Roma

Il gabbiano ferito

Manuela Kustermann riporta in scena il “Gabbiano” di Cechov diretto da Giancarlo Nanni nel 1998. Non è solo un omaggio al "teatro immagine", è anche la dimostrazione che quella sperimentazione era molto avanti. Più avanti di quella di oggi?

Manuela Kustermann riporta in scena al Teatro Vascello di Roma, di cui è direttrice artistica, Il Gabbiano di Cechov, per la regia del suo storico compagno di scena Giancarlo Nanni, scomparso nel 2010. Lo spettacolo, che debuttò nel 1998, torna ancora una volta sul palco per l’anniversario dei cinquanta anni della compagnia La Fabbrica dell’Attore, […]

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Mario Dal Co
Un grande romanziere dimenticato

Elogio di Zamjàtin

«Noi», il romanzo di Evgenij Zamjàtin che anticipa largamente «1984» di Orwell e che costò l'ostracismo staliniano all'autore, è introvabile. Eppure è un caposaldo della cultura del Novecento

Quest’anno occorrono i 140 anni della nascita di Evgenij Zamjàtin, uno dei massimi scrittori russi dell’epoca che comprende la rivoluzione. Questa nota è un panegirico, accompagnato dalle scuse di chi non ha strumenti accademici e culturali adeguati alla bisogna. Mi sembra che urga un riconoscimento al genio di Zamjatin, anche per sollecitare qualche editore a […]

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Laura Novelli
In scena all'Argentina di Roma

La stile Delbono

Siamo soli, disperati, violenti, disillusi, frustrati, infelici: il teatro di Pippo Delbono ci rappresenta così. Anche in ”Orchidee“. Tra emozioni, suoni, ricordi e citazioni, da Senghor a Kerouac a Cechov

Luci alte in sala. La voce di Pippo Delbono ci arriva dal fondo della platea. Lo spettacolo prende anima ed è un’autobiografia colloquiale a dettarne la sostanza intima: il senso del fare teatro oggi, le ultime ore di vita della madre, l’esperienza della morte, il desiderio (im)possibile di fermare questo nostro tempo che fugge, di […]

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