Arturo Belluardo
A proposito di “Cùntura”

Lingue della memoria

Tornano in libreria, in una versione aggiornata e con la prefazione di Raffaele Manica, i racconti poetici di Nino De Vita. Alla ricerca di una lingua che possa scavare nel tempo

Ritorna in libreria, in versione rivista e ampliata rispetto a quella del 2004, Cùntura (Le Lettere € 19), la raccolta di racconti in versi di Nino De Vita, una delle voci poetiche più singolari e isolate del panorama italiano. Intellettuale raffinatissimo, De Vita compone da sempre in siciliano o, meglio, nel siciliano della contrada Cutusìo […]

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Giuseppe Grattacaso
A proposito de "Il bianco della luna”

La luna di Martino

Una bella raccolta riassume il percorso poetico di Nino De Vita. Nelle pieghe della sua lingua sonora c'è la ricerca costante del senso della vita. E di quello che si riesce a vedere guardando le cose con la fantasia

Martinu è il bambino, ʼu picciriddu, che ha l’occhi astutati, gli occhi spenti. Accanto a lui c’è chi parla della luna: “Parlai ru biancu / ra luna; ri maculi nno biancu / ra luna; ra luci / chi scoppa ri na luna”. Intorno a chi racconta del bianco della luna, delle sue macchie, della luce […]

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Domenico Calcaterra
Sulla linea di Sciascia e Consolo

Per Nino De Vita

Encomio di Nino De Vita per i suoi settant'anni. Il poeta di “Cutusiu” che ha inventato (o meglio reinventato) una lingua per esprimere un mondo; un “Tiatru” dove le parole diventano le cose

Il primo da cui ebbi notizia di un sì appartato e singolare poeta fu Vincenzo Consolo, prima che egli stesso ne scrivesse, come augurale viatico, la prefazione all’edizione “non clandestina”, per i tipi della editrice messinese Mesogea, della sua seconda e più celebre raccolta, Cutusiu (2001). Ecco, dunque, il tramite di una frequentazione, per me, […]

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Giuseppe Grattacaso
A proposito di "Tiatru"

Teatro De Vita

La nuova, bella raccolta poetica di Nino De Vita è quasi una commedia umana fondata sul primato della parola. E nei ritratti giocosi della sua umanità c'è un appello a evitare di utilizzare le parole solo per deformare i fatti

Nell’ultima delle cinque sezioni che compongono il nuovo libro di poesie di Nino De Vita (Tiatru), interamente occupata dal poemetto Bberengariu, il protagonista, nel suo modo logorroico e scompaginato di rivolgersi al prossimo, in questo caso rappresentato dal poeta stesso, dichiara la sua ossessione per le parole: «Pizzuti su’, bbaioti, cummattusi / ‘i palori, ggilusi. […]

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Nino De VIta
Parole e ombre /1

‘A malata

«Lei mi po’ ddiri: ma / mori nna casa sua, / pitinnuta, ’a tiniti / cu vviatri ancora, v’a / guriti. / E chissu è veru. Ma / st’àvutra pusturata / quant’èni chi mi costa?” / “To’ muggheri, Caliddu, / chi ddici?”»

Fotografia di Re Barbus —– Vinni, sunau, trasiu ra rara, c’u trirroti, ntipatizzu ri frùttura, virduri sarvaggi, ’i trizza r’agghi, ’u finucchieddu chi cci avia raccumannatu r’attruvàrimi. Mi rici, appena scinni, chi havi prescia, chi cci havi ’a sòggira malata, anzi ’un cc’è cchiù chi ffari pi r’idda, sta ncasciannu. “Pi ora è ricoverata nno spitali […]

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Giuseppe Grattacaso
La nuova raccolta del poeta siciliano

Elogio della sulità

Con "Sulità", Nino De Vita descrive una Spoon River dei viventi. La parola è frantumata e la sua tendenza a raccontare si scontra inevitabilmente con l'impossibilità di chiudere il cerchio

La poesia di Nino De Vita è sorprendente. È insieme antica e modernissima, si ciba di un dialetto in uso, e forse neppure più tanto, in un territorio geograficamente piuttosto limitato e riesce a farsi intendere ben al di fuori dei confini nazionali, proprio perché paradossalmente utilizza una lingua poetica vicina ad esperienze culturali di […]

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Domenico Calcaterra
Ritratto di un grande poeta

La compassione poetica

Nell'opera di Nino De Vita (appena raccolta in antologia a cura di Silvio Perrella) la geografia delle emozioni siciliane perde i suoi connotati certi e sconfina nella fantasticheria

C’è stato un tempo in cui, in Sicilia, l’apprendistato intellettuale passava dall’incontro, dal viaggio, dalla conversazione. Era un rito: un riconoscersi che fondeva geografia ed esperienza letteraria. Un tempo in cui parlare di un autore non poteva non rimandare a determinati luoghi, a una specifica dimensione culturale; entro un reticolo di mappe, di franche coordinate: […]

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