Roberto Parpaglioni

Un matrimonio

Illustrazione di Beatrice Cignitti

Nino domani si sposa.

Oggi è venuto a ritirare le ultime cose, soprattutto magliette, camicie, quelle che ancora gli entrano. Lo accompagno in camera, e per un po’ resto fermo, mentre lui apre e chiude cassetti.

– Foto, a casa nuova, non ce le vuoi? – gli chiedo.

– Qualcuna l’abbiamo – risponde. – Mie e di Donatella.

Prendo una cornice in argento, con dentro un suo ritratto di quando aveva cinque anni.

– Questa per esempio. E’ carina…

– Dai, papà… mica sto mettendo su un asilo!

È andato tutto come previsto. Maturità a diciotto anni. Laurea in economia a ventitré. Tirocinio in un prestigioso studio di commercialisti. E ora il matrimonio con Donatella, figlia del nostro portiere, sua fidanzata da sempre.

Sul tavolo di fianco alla scrivania, sono allineate le consolle della Ps3 e della Wii.

– Da quant’è che non ci giochi?

– Eh, chi se lo ricorda. Sei anni? Sette?

– Forse dall’ultima volta che abbiamo fatto una partita a FIFA, io e te.

Controllo tra i dischetti, e sì, il più recente è proprio FIFA 2007.

Poi ci sono i libri. Sia i romanzi, che i testi dell’università.

– Questi li lasci?

– Sì. Per il momento. Finché non ci compriamo una libreria.

Nel frattempo, la sua valigia, oltre che di indumenti, si va riempiendo di occhiali da sole, CD, chiavi USB, cavetti d’alimentazione.

cignittiMi chiedo quand’è che tornerà a dormire nel suo letto. E purtroppo non potrà che essere un caso straordinario. Magari se mi ammalerò, e avrò bisogno di assistenza. Lo vedo già, attento ad interpretare ogni rumore che proviene dalla mia camera. Lui, che tra queste mura, non ha mai dovuto temere nulla.

Aspetto che chiuda la valigia, poi gli dico di avvicinarsi.

– Che c’è? – mi chiede.

– Niente. Voglio solo abbracciarti.

Lui ubbidisce, e, per un lungo momento, rimaniamo al centro della camera, in silenzio, stretti l’uno all’altro. Lo accarezzo dietro la schiena.

– Devo andare – dice poi lui.

– D’accordo…

– Ci vediamo domani alle undici in Comune.

– Sarò puntualissimo. Ed elegantissimo – dichiaro. – Mamma viene, sì?

– Certo. Starete tutt’e due in prima fila.

– Perfetto.

Lo seguo fino alla porta di casa. E qui è lui a voltarsi, per darmi ancora un bacio.

– Ah! – gli dico, prima che esca.

– Cosa?

– Una sciocchezza. Giusto per non trovarsi impreparati…

– Di che parli?

– È semplice. Se un giorno, speriamo lontano ovviamente, io mi ammalassi e perdessi la conoscenza, ti prego Nino, portami all’ospedale, e lasciami lì. All’ospedale, in clinica,  dove ti pare. Meno che a casa. Me l’assicuri?

– Sei sempre il solito… – dice Nino, dal pianerottolo.

– Me l’assicuri? – insisto.

– Vabbè, vabbè… – risponde lui, divertito come ogni volta che, nell’arco della nostra vita insieme, ho fatto mostra di temere le malattie.

– È importante!

– Tranquillo, papà – dice ancora, cominciando a scendere le scale. – Ci vediamo domani mattina. Elegantissimo, mi raccomando!

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Foto Roberto ParpaglioniRoberto Parpaglioni è nato nel 1954 a Roma, dove vive. Per il teatro ha scritto Sangue spezzato (1985, prod. Teatro di Roma – ETI) e Dolce stil novo, da lui stesso diretto (2000, prod. Cittadella d’arte e mestieri). Come narratore, ha pubblicato Marianna la pazza (1986, Aelia Laelia – 2002, Quiritta), In quattro tempi (2000, Castelvecchi, selezione Premio Strega), e Il Muchacho (2011, Cavallo di Ferro). Ha collaborato con le riviste Tempo presente, Il Caffè, Nuovi Argomenti, e con il quotidiano l’Unità. È stato inoltre il fondatore del Centro culturale Libreria Bibli di Roma e della casa editrice Quiritta.

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cignitti immagineBeatrice Cignitti
ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma con Enzo Brunori. Diplomata nel 1990, ha trascorso un periodo presso la Facultad de Bellas Artes di Tenerife. Ha conseguito il primo premio al concorso di pittura indetto dall’Istituto Catel di Roma presso l’Accademia Tedesca di Villa Massimo nel 1991. Tra le esposizioni personali si ricordano in particolare quella nel Complesso del Vittoriano a Roma (2000) e a Wolfsburg, Istituto Italiano di Cultura (2001). Nel 2011 ha esposto alla Biennale di Torino, curata da Vittorio Sgarbi. Hanno scritto di lei, tra gli altri: Maria Teresa Benedetti, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Enrico Gallian, Guido Giuffrè, Arnaldo Romani Brizzi, Cesare Vivaldi. Vive e lavora a Roma.