Arturo Belluardo
Al Teatro Greco di Siracusa

Il soffio del teatro

La memoria e l'identità, le parole dei greci e la meraviglia della finzione. Uno scrittore siracusano torna a sedersi nella cavea millenaria per rinnovare un rito antico. «Sei portato a schierarti con il dio dell’ebbrezza, salvo poi precipitare nel raccapriccio per una vendetta troppo atroce per l’umano»

Fino al 2020 le Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa non avevano conosciuto nessuna interruzione dal 1914, se non quelle dovute alle due Guerre Mondiali e all’epidemia di influenza spagnola seguita alla Grande Guerra. Nel 1921 le Tragedie ricominciarono con Le Coefore di Eschilo, e sono proprio Le Coefore quest’anno, a un secolo dalla […]

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Arturo Belluardo
Piccole memorie pubbliche

Ci vuole Pazienza

«Quando comprai “Perché Pippo sembra uno sballato”, la raccolta di tavole di Andrea Pazienza, le occhiate di blazer dei miei compagni di facoltà me lo facevano nascondere dietro la giacca doppiopetto, l’unica che avevo per fare gli esami, estate e inverno...»

In principio fu un gavettone. Un palloncino giallo, vescica di maiale, che mi prese al centro delle scapole, T2-T3, davanti all’edicola verde piombo con la copia de Il Male ancora in mano. Un palloncino giallo lanciato in parabola perfetta da Cesare Quercioli Dessena dalla cima di uno sgarrupo lastricato di Gradara, gita scolastica 1978 del […]

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Arturo Belluardo
In memoria di un "amico fragile"

Giorgio e Vasco

«Si era avvitato ridendo nel suo male. Dopo l’ultimo ricovero, se n’era andato a casa, non prendeva più nulla, un Tantum Rosa ogni tanto. Non era stoico, Giorgio, era disperato»

Sono decine, forse centinaia di migliaia ad accogliere la rockstar: Vasco arranca sulla passerella, indossa un ridicolo pastrano smanicato di pelle, ha sessantacinque anni ma ne dimostra ottanta, la voce è un biascichio quasi incomprensibile, impastata di psicotropia. Ed è gonfio, gonfio come un batrace, gonfio come uno di quei rospi dalla pelle allucinogena che […]

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Arturo Belluardo
Parole e ombre/10

Le figurine della Madonna

«Non mi pesa stare accovacciato qui, le ali piegate a sfiorare il battiscopa. Riesco a rarefare i pensieri, a riandare con la memoria lieta a quando mi chiamavo Giovanni e facevo collezione di figurine»

Immagine di Yasmine Elgamal Io sono Angelo e sono nel buio. Rannicchiato nel cono d’ombra della camera da letto, lontano dai lampi intermittenti dei fari attraverso le liste della serranda. Aspetto che il respiro si faccia fondo e regolare, che la smetta di avvoltolarsi nelle lenzuola troppo grandi, due piazze e mezza, perché? Per chi? Vaga […]

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Arturo Belluardo e Roberto Cavallini
Da sabato, la rassegna di racconti e immagini

Torna Parole e ombre

Succedeoggi, in collaborazione con la Tevere Art Gallery di Roma, lancia la seconda edizione dell'iniziativa che mette insieme i linguaggi della narrativa e della fotografia. Ma questa volta con un tema: Don Giovanni ci aiuterà a uscire dalla palude del covid?

Parte la seconda edizione del progetto Parole e Ombre, la rassegna di racconti e immagini di Succedeoggi. L’idea è sempre quella di far dialogare tra loro linguaggi diversi, artisti della parola e artisti dell’immagine. Narratori e poeti da un lato, fotografi, pittori, artisti visuali, i “mostri” della TAG (la Tevere Art Gallery di Roma) dall’altro. […]

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Arturo Belluardo
Storie del tempo del Covid

Storia di Gabriella

La febbre, la tosse, la solitudine, gli incubi e infine il ritorno alla vita: la storia (vera) che pare il romanzo di una donna di Siracusa che è andata all'inferno e ne è tornata indietro. Sognando di scivolare sulle gradinate del Teatro Greco

“Chi ave, dottoressa? ‘Stu curnuto l’ammaraggiò?”. Gabriella riesce solo a stirare un sorriso pallido all’autista della Sovrintendenza, mentre lui spegne la sigaretta sulla suola della scarpa e conserva il mozzicone in un sacchetto trasparente, quasi fosse un reperto. “Ma no, Carmelo, mi gira un poco la testa. Sarà tutta questa luce all’improvviso…”. Le onde si […]

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Arturo Belluardo
Visite guidate

La Mela di Hockney

Nel "tuffo" di David Hockney non c'è solo la sospensione del tempo; c'è anche il ritratto concentrato dello spirito di una città, New York. Proprio quella che oggi, ferita come noi, rappresenta un sogno (quasi) impossibile

In questi giorni di reclusione, mi sono trovato ad azzerare il traffico dati disponibile sul webcube prima della fine del mese, bruciato soprattutto dalle videolezioni di mia figlia, che quest’anno ha la maturità. E perciò addio streming, addio Netflix, addio Amazon Prime, addio Raiplay… Come riempire le serate in famiglia, sfuggendo alle croste da Giletti, […]

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Arturo Belluardo
Al tempo del coronavirus

La storia di Lara

Lara Garofalo è un'infermiera che, come tante colleghe, rischia il contagio dal virus sul lavoro. Ma è anche una fotografa che ha voluto raccontare per immagini la sua entrata in quarantena. Ecco le sue foto

Lara è piccola. Lara è un fascio di tatuaggi e muscoli, biondi e verdi. Si alza che è ancora buio, sono le tre e quaranta del mattino. Ha il turno delle sette e non può perdere il treno delle cinque e venti, se no le tocca arrivare a Tor Pignattara in macchina, spiegare a ogni […]

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Arturo Belluardo
A proposito de “La Dragunera”

Dragunera appassionata

Linda Barbarino impasta una bella storia di voluttà e desiderio nel cuore della Sicilia. Ma il vero prodigio del suo romanzo d'esordio è la lingua: un dialetto ennese autentico e letterario al tempo stesso

«Rosa Sciandra avrebbe dato qualunque cosa per tornare nella casa di quand’era carusa, per vedere anche una sola delle cuticchie che uscivano dal muro, pietre attaccate col gesso, grattato come se gliel’avessero sputato i topi mentre passiavano sulle pareti tutte gobbe, che quelli, i surgi, salivano ovunque». Questo è l’attacco, selvaggio e grinzoso, de La […]

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Arturo Belluardo
Cucina in quarantena

La caponatina di nonna Smeralda

«Mia nonna preparava una caponatina fantastica, ce la faceva trovare nella casa di Palazzolo nella penombra, coperta da un retino per proteggerla dalle mosche. Non so se la ricetta sia quella di Palazzolo o quella tripolina, però io la faccio così...»

Mia nonna puzzava di beccume, di carne andata a male; seduta sulla sua poltrona, gli occhiali a fondo di bottiglia, il sudore le colava sulle tempie e sui baffi anche d’inverno. Le rughe olivastre le si aprivano sempre di più, mentre faceva solitari dalle regole incomprensibili sul tavolo di vetro con il centrino all’uncinetto. Poi […]

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