Roberto Mussapi
Every beat of my heart

I vivi e i morti

Mirabilmente tradotta in italiano, la voce del poeta svedese Tomas Tranströmer, uno dei più importanti del nostro tempo, ci raggiunge. Mettendo in relazione il passato e il presente in una comunione che è amore, poesia, anima. Così come è stato per Dante, per Foscolo, per Fenoglio…

Tranströmer, che mi dispiace non leggere nella sua lingua, a me ignota, è uno dei poeti importanti del nostro tempo. Fortunatamente la traduttrice mi porta in italiano molto della poesia e dell’anima e forse del suono dell’autore, e questo, “l’uscita”, è l’esito principale di chi traduce, portare una voce anche a chi non conosce “l’entrata”.
La poesia è essenzialmente dialogo tra il presente e l’infinito, e spesso con il passato. Il tempo passato e il tempo presente che in Eliot coincidono. E foscolianamente la poesia è parlare con i morti, in quanto ancora, grazie alla poesia viventi. I Sepolcri è il sommo poema dantesco in cui grazie alla poesia la vita non finisce definitivamente. Utile, opportuno, che questo eccellente poeta svedese, stoffa di Bergman, parli in versi fulminanti di un morto che leggeva i suoi pensieri meglio di lui, di chi li stava pensando. Questa è comunione in cui il vivo e il morto convivono. Questa è sapienza, conoscenza, amore, mentre l’orrida, pagliaccesca, blasfema sagra di Halloween ammorba in questi giorni anche un paese tragicamente globalizzato, come l’Italia che fu di Dante, che parlò eternamente e tragicamente con i morti, e Foscolo, e Fenoglio che li rivollero viventi.

 

 

 

 

 

 

 

Dal luglio 90

C’era un funerale
ed io sentivo che il morto
leggeva i miei pensieri
meglio di me.

L’organo taceva, gli uccelli cantavano.
La fossa fuori in pieno sole.
La voce del mio amico era
sull’altra faccia dei minuti.

Guidai verso la casa osservato
dalla luce del giorno estivo
dalla pioggia e dal silenzio,
osservato dalla luna.

Tomas Tranströmer

Da Poesia del silenzio (Crocetti editore), traduzione di Maria Cristina Lombardi.

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