Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Accolti nell’universo

Versi di «stupore ungarettiano» questi di Tiziano Broggiato, tratti dalla sua felice autoantologia “Il soffiatore di vetro”. Versi che descrivono – come solo la Poesia può fare – una indescrivibile sensazione di felicità inebriante, di restituzione di grazia

“Succede”, la parola iniziale, a volte, prosegue il poeta, come “succede oggi”… Qualcosa può succedere o non accadere mai. In questa lirica di stupore ungarettiano Tiziano Broggiato coglie il senso della lezione montaliana nel titolo famoso Le occasioni. Ciò che accade e non può sfuggire al poeta. Che è poi versione del celebre «Dio non gioca a dadi» di Einstein. Ciò che può succedere non deve sfuggirti: la poesia è principalmente, primariamente ascolto. Ascolto-visione. E poi, nel devoto ascolto, traduzione, in parole, in suono animante e vocante. Notevole l’intuizione della porta che di colpo all’improvviso si apre con una pur lievissima pressione, come se stesse in attesa. Si apre, e l’euforia di onnipotenza non ha nulla della superbia, ma s’inebria nella felicità e gratitudine di essere stati accolti, per un istante, nell’universo. In quella notte più magica e rivelante di tutte le notti. In cui il poeta vede lo splendore de buio.
Uno dei non rari momenti felici dell’autoantologia Il soffiatore di vetro, (Marietti 1820), in cui Broggiato propone una scelta di suoi versi dal 1883 al 2005.

 

 

 

 

 

 

 

 

Succede
a volte
che dopo aver bussato inutilmente
a tante porte
all’improvviso una
la più ambita
si apra a una sola tua lieve pressione.

Allora ti prende un’euforia di onnipotenza
che tutto stempera e dissolve
nella sua scia propizia.

E se infine esci e guardi il cielo
scopri anch’esso sterminato e bello
come mai prima di stanotte.

Tiziano Broggiato

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