I deliri del bibliofilo
Un duplice esordio
La prima raccolta di Attilio Bertolucci, “Sirio” (1929), fu scritta, come ha ricordato il poeta, «in una specie di trance». Ma fu la seconda, “Fuochi in novembre” (1934), a richiamare l’attenzione di poeti d’eccezione come Solmi, Montale, Gatto, Ungaretti
L’esordio poetico di Attilio Bertolucci avviene nel 1929, quando l’autore ha appena diciott’anni. Le circostanze che portarono alla pubblicazione della raccolta Sirio furono piuttosto particolari, in quanto il manoscritto, che doveva comporre una raccolta più sostanziosa, fu smarrito durante un viaggio in treno da Cesare Zavattini, insegnante di ginnasio del poeta parmense. Fu lo stesso Zavattini a prendere sotto la sua ala protettiva il talentuoso allievo, facendolo collaborare alla Gazzetta di Parma sin dal 1925. Sirio, contenente 27 poesie, fu pubblicato da Alessandro Minardi di Parma in 200 esemplari, in una brossura riquadrata in rosso e una fascetta editoriale contenente la seguente dicitura: «Un nuovo Poeta un nuovo Editore». Il volumetto, di 64 pagine, misura cm 20,4 x 15,4 e fu il primo titolo di questo effimero editore, stampato presso l’Officina Grafica Fresching. Il titolo originario doveva essere Angeli Colombe Impermeabili, sostituito in extremis da Sirio, nome ispirato non alla luminosissima stella ma, più prosaicamente, a una marca di saponette allora in voga.
Nelle conversazioni tenute con il suo maggior esegeta, Paolo Lagazzi, in All’improvviso ricordando (Guanda, 1997), Bertolucci dichiara: «Alcuni di quei testi li ho scritti in una specie di trance… Ce ne sono anche di brutti, ad esempio Sogno, per una ragazza bionda. Tra i singolari ci metterei Frammento, con quegli “Angeli invisibili e gravi” un po’ surrealisti (forse i surrealisti li avevo già letti, in qualche modo) un po’ romanici; anche nel nostro Battistero ci sono degli angeli un po’ così, ma io allora li conoscevo?». La raccolta contiene una poesia, Saxofon, composta dall’amico Pietro Bianchi che diventerà un valente critico cinematografico e firmerà nel 1931 La poesia di Attilio Bertolucci, edita da Fresching. Solamente sei di queste poesie confluiranno nella raccolta organica La capanna indiana, edita da Sansoni nel 1951, come numero inaugurale della Biblioteca di «Paragone». Nel 1979, in occasione del cinquantenario della pubblicazione, la casa editrice La Pilotta di Parma pubblicò una ristampa anastatica, arricchita da un saggio esplicativo di Lagazzi. Esiste anche un’edizione in facsimile del 1984, allestita dalla Società Editrice Napoletana di Poesia.
Nel 1934 sempre Minardi stamperà, presso la Tipografia Giacomo Ferrari & Figli, la seconda raccolta poetica di Bertolucci, Fuochi in novembre, in 200 copie su carta vergata di sparto, oltre a una tiratura di testa di 50 esemplari, contrassegnati da numeri romani su carta gelatinata di lusso. Il libro ha 48 pagine e misura cm 22,5 x 15,8. Comprende tre poesie apparse sull’«Italia letteraria» e 37 inedite. Scritto nel periodo 1932-33 durante il decorso di una lunga malattia, Fuochi in novembrepresenta una bella sovraccoperta a due colori, di taglio modernista, con il cognome dell’autore ripetuto tre volte. Nel succitato All’improvviso ricordando precisa Bertolucci a proposito di questa seconda raccolta: «Di Fuochi in novembre, realizzato in una carta un po’ speciale, Minardi ha venduto per sottoscrizione cinquanta copie; poi c’era una Fiera del Libro, durante la quale se ne son vendute altre duecento copie; e così l’edizione si è quasi esaurita. Minardi ha anche pubblicato un libro del mio amico Giovannelli, che è morto pochi mesi fa. Questa è tutta l’editoria di Minardi, che poi ha dimostrato la sua bravura come impaginatore anche in giornali che a noi non piacevano». Questa seconda raccolta sarà recensita da poeti d’eccezione come Solmi, Montale e Gatto e richiamò l’attenzione di Ungaretti e Adriano Grande.
I primi due titoli di Bertolucci, non facili da reperire sul mercato antiquario, hanno quotazioni che si aggirano tra i 1000 e i 1500 euro. Con l’eccezione della summenzionata Capanna indiana che conobbe due edizioni (oltre a quella del 1951 bisogna ricordare la ristampa del 1955, arricchita di una ventina di testi, con la medesima sovraccoperta, stampata però in verde anziché in rosso), gli altri lavori del poeta parmense uscirono da Garzanti o da editori a larga diffusione. Rimangono tuttavia da segnalare due anticipazioni del romanzo in versi La camera da letto. Si tratta delle pressoché introvabili Due sequenze rurali del romanzo in versi, edite artigianalmente in 100 esemplari dalla Scuola elementare di Gaiano sotto la guida del maestro Ettore Guatelli nel 1977 e, due anni più tardi, del Cap. XV, curato da Erberto Carboni per l’Italgel di Parma in un volume tirato in 300 copie fuori commercio, comprendente due illustrazioni a colori di Giulio Carmignani.
Garzanti proporrà, nella collana verde di “Poesia”, Viaggio d’inverno(1971), l’edizione definitiva della Capanna indiana (1973), i due ricordati volumi della Camera da letto (1984 e 1988), Verso le sorgenti del Cinghio (1993) e La lucertola di Casarola (1997). Per motivi di spazio tralasciamo i contributi in prosa e le traduzioni, rimandando al Meridiano mondadoriano delle Opere, curato dal succitato Lagazzi con l’ausilio di Gabriella Palli Baroni. In Rarità bibliografiche del Novecento italiano, Lucio Gambetti e Franco Vezzosi riportano un caso di bertolucciano libro fantasma, Lettera da casa, pubblicato da Maccari di Parma nel 1971, con la seguente indicazione: «Diversi repertori citano questa edizione che a noi non risulta essere mai stata pubblicata». Misteri dell’editoria.