Al Palazzo Mediceo di Seravezza
Il miracolo del design
Da Alessi a Driade, da Flos a Kartell: una grande mostra ripropone gli azzardi (riusciti) del grande design italiano degli anni Novanta
Diceva giustamente Dino Gavina: “Moderno è ciò che è degno di diventare antico, moderno è lo spirito dei tempi, ma la forma vera non può essere che classica”. Il termine “design” appare da tempo nel nostro paese complementare alla formula “made in Italy”; entrambe le locuzioni offrono storicamente un “surplus” qualitativo aggiuntivo all’oggetto d’uso, alla moda, all’arredo, ai mezzi di trasporto, tale appunto da rendere famoso il livello del “design italiano” nel mondo. E lo vediamo ancora oggi con il Salone del Mobile di Milano, da sempre la Fiera del design più importante al mondo che attira oltre 500.000 persone da tutto il mondo per vedere le evoluzioni del buon design contemporaneo.
E l’installazione curata da Rossella Simoncini nel Palazzo Mediceo di Seravezza, (Patrimonio. Mondiale Unesco) vicino a Forte dei Marmi, celebra il nostro design degli anni ’90. Questo a coronamento di una grande mostra sugli anni ‘90 con una notevole esposizione di originali dei media di quel periodo che spettacolarmente affrontano tutte le sfaccettature di quegli anni. Evento a cura della Fondazione Terre Medicee. Veniamo dunque catapultati nel vibrante e tumultuoso decennio degli anni ‘90. Un viaggio multisensoriale attraverso gli eventi politici, sociali, culturali e sportivi che hanno segnato la storia contemporanea. Ritorno al ’90, la prima mostra sul decennio che ha cambiato il mondo rimarrà aperta fino al 27 luglio.
La sezione dedicata al design non poteva non cominciare dalla iconica sedia “Lord Yo” disegnata nel 1993 da Philippe Starck per Driade. Uno dei suoi pezzi più famosi e riusciti proprio perché lavora sull’archetipo delle forme. Lui parte dalla idea di sedia che tutti abbiamo in mente, quella in midollino per esterni, ma ce la riproduce con materiali contemporanei. Così la sedia non inquieta e in più è comodissima.
Così come lo “Juicy Salie” del 1990 sempre di Starck per Alessi. Una scultura in pressosfusione di alluminio che ha colpito tutti per la sua iconicità ma che può anche essere utilizzata per spremere i limoni o le arance. o semplicemente per essere guardata per la sua bellezza. Esattamente come il cavatappi “Anna Gi” del 1990 di Alessandro Mendini sempre per Alessi, dedicato alla sua omonima compagna Anna Gili che ha reso questo oggetto una figura umana, un giocattolo, ma senza perdere le sue caratteristiche funzionali.
Altra azienda presente in questa stanza è quella creata da Giulio Cappellini eccelso scopritore anch’egli come Enrico Astori per Driade e Giovanni Alessi per la sua omonima azienda, di nuovi designer come l’olandese Marcel Wanders e la sua famosa piantana che anch’essa lavora sulla forma archetipa dele lampade che tutti noi abbiamo in mente ma che la riattualizza con materiali contemporanei un poliammide e viscosa di colore bianco. Cappellini nel 1991 ha fatto disegnare a Tom Dixon, altro grande designer britannico che lui ha meritoriamente scoperto, la “S-Chair” altra iconica creatura in materiali naturali che rieccheggia quella di Verner Panton degli anni ’60.
Altro intramontabile pezzo prodotto questa volta da Kartell è la sinuosa libreria “Bookworm” progettata, sempre in quegli anni da Ron Arad, un designer artista israeliano da sempre residente a Londra che ha avuto vari progetti in produzione anche da Driade. Un progetto rivoluzionario, realizzato in tecnopolimero colorato in massa, che assume le forme che desidera il cliente realizzato su scala industriale.
Sempre a fine anni ’90 il giovane Kostantin Grcic di Monaco di Baviera viene incaricato dalla Flos, altro importante brand di grande visionareità, fondato da Dino Gavina, a realizzare una lampada outdoor altrettanto iconica. Sembra una lampada da lavoro ma con i nuovi materiali sempre termoplastici diventa un oggetto divertente da appendere dove si vuole.
Infine non poteva mancare anche la libreria a ripiani rotanti che la Fondazione Achille Castiglioni ha concesso a Zanotta, brand dell’arredamento di altrettanta qualità e apertura mentale, di produrre nel 1990. Altra piacevolissimo modo di progettare una libreria sempre diversa a seconda degli spazi a disposizione.
E non a caso le due sedute floreali prodotte da Edra su disegno del giapponese Masanori Umeda hanno alla base il suo giovanile rapporto con lo studio Castiglioni e quello di Sottsass.Cio gli ha permesso di mantenere un forte legame con l’Italia, realizzando ad esempio per la toscana Edra una serie di “sedute floreali” pensate come un’umoristica riscoperta dei valori della natura contro gli eccessi del consumismo.
Insomma una carrellata delle caratteristiche del buon design degli anni ’90 quella che Seravezza ha esposto all’interno della sua immensa pregevole esposizione sugli anni ‘90.


